Bernareggio: petizione per la farmacia di V. San Bartolomeo

La dottoressa Barbara Ferraro
Sette anni di battaglie legali, investendo nel frattempo risorse economiche e sacrifici di tempo, a scapito della propria famiglia, potrebbero non bastare alla dottoressa Barbara Ferraro per tenersi stretta la farmacia di via San Bartolomeo a Villanova. In questi giorni sono centinaia le persone che stanno passando dalla farmacia della frazione anche solo per firmare una petizione, che non può avere più di un valore meramente simbolico, per far sì che la dottoressa rimanga al suo posto anche da fine gennaio 2021. Una vicenda, la sua, che ora è diventata un caso di riferimento a livello nazionale, nata nel gennaio 2014 dalla decisione dell'amministrazione comunale di Bernareggio di mettere in vendita tramite bando una delle farmacie comunali vimercatesi, quella di Villanova appunto. La dottoressa Ferraro lavorava in via San Bartolomeo già dal 2001. Alla gara si presentò una sola proposta, quella dei farmacisti Biella e Annunziata di Merate, in quanto la loro era risultata l'offerta economica più vantaggiosa per il comune, i quali risultarono vincitori provvisori. Facendo però valere il suo diritto di prelazione, che godeva poiché dipendente, la dottoressa si aggiudicò il diritto di entrarne in possesso della titolarietà. Fu però quello l'inizio di tutta una trafila legale, che dovrebbe chiudersi all'inizio dell'anno prossimo. La controparte esclusa dal bando si è dapprima rivolta al TAR con un ricorso basato su tre motivazioni: "violazione e falsa applicazione del bando di gara e dell'articolo 30 d. lgs. 163/2006. Eccesso di potere per carenza di motivazione, contraddittorietà e sviamento", "violazione e falsa applicazione dell'articolo 30 d. lgs. 163/2006", "contrasto dell'articolo 12 della L. 9 novembre 1991, n 362, con l'ordinamento comunitario". Il tribunale ha respinto tutte e tre le accuse della parte ricorrente, obbligandola alla rifusione delle spese.

La farmacia di via San Bartolomeo
Sconfitta ma non convinta, la parte ricorrente si è rivolta nel 2018 al Consiglio di Stato, e in questo caso l'organo, se sui primi due punti ha sostanzialmente concordato con la precedente sentenza del TAR, sul diritto di prelazione ha voluto sincerarsi sulla compatibilità del diritto italiano con i principi del diritto dell'Unione Europea. E il caso ha voluto che nel 2019 una nuova legge europea relativa ai bandi di gara non consenta più l'aggiudicazione mediante prelazione, come il caso di Villanova. Ora la palla legale ripassa quindi nelle mani del Consiglio di Stato per una sentenza che per la dottoressa significa tantissimo. "Da quando è circolata la voce di questa petizione sto ricevendo centinaia di messaggi di solidarietà - spiega la dottoressa - non solo da Villanova e da Bernareggio ma anche dai comuni limitrofi, di persone che mi conoscono da anni, e almeno questa solidarietà in parte mi rincuora. È da quando ho acquistato la farmacia che lavoro con questo peso psicologico sulle spalle. Mi chiedo se il giudice della Corte di Cassazione si sia fermata a riflettere anche solo per un attimo sulle conseguenze che la sua decisione potrebbe portare, dopo gli investimenti di risorse e tempo che ho negato alla famiglia e ai miei due figli". Oltre quindi all'applicazione corretta o meno di una legge retroattiva, c'è poi tutto un risvolto umano della vicenda, che tuttavia potrebbe non essere sufficiente per far restare quella che per molti è la "dottoressa Barbara" dietro al suo bancone.
M.L.