Violenza alle donne: i numeri (in crescita) dell'Altra metà del cielo. Tanti i minori accolti nelle case e le laureate ''assistite''

Il 25 novembre sarà la giornata contro la violenza alle donne. Un momento in cui si riflette su una piaga che non smette di ferire e di mietere vittime, in tutti gli strati sociali.
Da anni ad occuparsi di chi tra le mura domestiche ha il suo oppressore c'è “L'altra metà del cielo” di Merate, presieduta da Amalia Bonfanti che in questo 2020 ha dovuto affrontare situazioni molto particolari.


La presidente di 'L'altra metà del cielo' Amalia Bonfanti

Diversi i periodi da analizzare.
Fino a febbraio i numeri e le tipologie di assistenza a chi si rivolgeva allo sportello sono stati in linea con l'anno precedente.
Con la dichiarazione di lockdown c'è stato un crollo delle richieste ma il lavoro con le case di accoglienza è comunque proseguito.
Da metà marzo ad aprile tutte le case, sia di primo intervento (urgenze) che di secondo, sono risultate occupate tanto che per carenza di posti è stato necessario attivare una nuova dimora di accoglienza in collaborazione con l'Arcobaleno. Oltre a ciò le limitazioni dovute all'esecuzione dei tamponi, ai distanziamenti e alla necessità di adottare tutte le precauzioni hanno complicato le cose.
A maggio il trend delle richieste, con l'allentarsi delle restrizioni, ha ricominciato pian piano a crescere fino a settembre quando la richiesta è tornata a regime.
Dando uno sguardo ai numeri, al 31 dicembre 2019 le donne accolte erano state 128. Al 10 novembre si è già a quota 120, con un mese e mezzo ancora davanti.
Quello che sta facendo preoccupare è la presenza di minori.
Le case a disposizione dell'associazione sono sei (tre per la prima accoglienza e tre per la seconda).
Come pronto intervento sono state ospitate 15 donne con 24 minori. Nel 2019 erano state 11 mamme e 7 minori. Il numero dei fanciulli, più che triplicato, ha portato con sé come si può intuire una serie di incombenze e carichi di lavoro per l'associazione non indifferenti, oltre che di costi.


“I minori nelle case hanno bisogno di maggiori risorse e attenzione” ha spiegato la presidente “Con la didattica a distanza abbiamo dovuto attrezzarci con i collegamenti internet, l'acquisto di supporti informatici per la frequenza delle lezioni, l'attivazione di stampanti”. Gli aiuti, però, non sono mancati e la generosità di persone ed enti è stata come sempre incoraggiante. “Dobbiamo davvero ringraziare le tante persone che in questi mesi ci hanno dimostrato il loro supporto e la loro vicinanza concreta. Ringrazio davvero tanto chi ci ha aiutato e ci ha dato la possibilità di stare vicino ai ragazzi, reintegrare il nostro magazzino con derrate alimentari, materiale per disinfettare, abbiamo avuto garantita la sussistenza. Ci ha sostenuto molto anche la raccolta fondi Orabasta”.
Le donne che si rivolgono allo sportello hanno problematiche di violenza fisica, psicologica, economica.
"In questo periodo abbiamo accolto persone che, dopo tanti anni, hanno raccontato storie di violenza da parte di parenti, conoscenti, vicini di casa. Episodi che non erano mai emersi e che adesso sono stati elaborati e esternati.".
Il 68% delle utenti è italiano contro il 63% dello scorso anno, di età compresa tra i 30 e i 50 anni. Il 61% è coniugato, il 78% con figli, il 51% è occupato mentre il 34% sono casalinghe. Una fotografia la offre anche il titolo di studio: il 32% ha frequentato le medie, il 22% un corso professionale, il 25% è diplomato e sono in aumento le donne laureate che chiedono aiuto, passando dal 10% del 2019 al 12%.
Ai servizi dell'associazione meratese afferiscono principalmente residenti dell'ambito di Merate (57%), di Lecco (28%) e di altre province (12%).
S.V.

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