Lo svuotamento dei servizi socio-sanitari territoriali manifesta il suo fallimento sia per il Covid sia per i servizi alla persona

Quando le cose si mettono male, c'è sempre una fantasia nella testa che ti dice che quello che sta accadendo è soltanto un momento e che tutto passerà. Viceversa ti svegli e disgraziatamente ti scontri con la realtà: aumento di morti per il coronavirus, ritardo spaventoso della distribuzione del vaccino antinfluenzale, difficoltà a sottoporsi a un tampone, uffici pubblici dimezzati, servizi sanitari negli ospedali lasciati andare e tante altre cose. E' inutile stilare l'elenco. A questo si aggiunge e si coniuga la vicenda riguardante l'allontanamento volontario o involontario dalla sua abitazione del "giovane" professore novantenne che è l'espressione di un epifenomeno che interessa la condizione di molte persone che sono in uno stato di precarietà sociale, fisica e biologica.

Tutto origina da una legge che disciplina l'interdizione e l'inabilitazione della persona prevista dal codice civile. In passato la valutazione di inabilità e di interdizione aveva bisogno di un iter procedurale complesso con la partecipazione di periti (psichiatri, psicologi, criminologi) per valutare la condizione di inabilità o interdizione che solitamente coincideva con la capacità di intendere e di volere (art.85 c.p.). L'inabilità e l'interdizione per anni hanno incrementato luoghi di segregazione, di allontanamento (manicomi), oggi sostituiti da una serie di strutture, che non sono simili ai manicomi, ma, di fatto, sono spazi sociali di segregazione.

La finalità della Legge del 2004 dell'Amministratore di sostegno è di tutelate i diritti di coloro che hanno limitazioni, che sono privi del tutto o in parte di autonomia nella vita quotidiana con interventi di sostegno temporaneo o permanente.

Il compito dell'amministratore di sostegno è di tutelare gli interessi della persona affetta da infermità o da una menomazione fisica, psichica parziale o totale: l'amministratore di sostegno è nominato dal giudice tutelare del luogo.

Dal 2004 in poi, proprio a causa della diminuzione dei servizi territoriali sociali, sanitari e assistenziali si è assistito a un processo di svuotamento della finalità e dagli scopi della legge.

Sono stati ridotti interventi di assistenza domiciliare, sociale.

La soluzione più facile, più opportuna è stata quella e inserire queste persone in strutture "protette", evidenziando in questo modo la mancanza di progettualità dei servizi sociosanitari dell'Azienda Socio Sanitaria Territoriale e dei comuni.

In queste strutture residenziali si trovano molte persone con disagio psichico e con disagio sociale. Lo svuotamento dei servizi sociosanitari territoriali sta manifestando il suo fallimento sia per il coronavirus sia per i servizi alla persona.

L'innovatività della legge sta, a causa di queste condizioni, manifestando delle crepe democratiche.

Storie come quella del professore, che si snodano lungo l'argine dell'Adda, tra il Lario, le valli ce ne sono.

dr. Enrico Magni
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