Covid, ANCE: 'il mondo delle costruzioni non trova tutela'
“I provvedimenti assunti dal Parlamento in materia di tutela della salute, sostegno ai lavoratori e alle imprese, giustizia e sicurezza, connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19 non tutelano a sufficienza le esigenze del mondo delle costruzioni”.
È quanto afferma il direttore di ANCE Lecco Sondrio, Paolo Cavallier, relativamente al disegno di legge di conversione del D.L. 137/2020 in fase di esame, in sede referente, presso le Commissioni riunite Bilancio e Finanze del Senato.
“In materia di lavoro, continuano a prevalere le misure “assistenziali” su quelle strutturali. Ma soprattutto non risultano essere migliorative rispetto ai primi segnali di attenzione verso le esigenze delle imprese, manifestati con il precedente DL di agosto. – spiega Cavallier – In particolare, l’accesso alla Cassa Covid sembrerebbe escluso per le imprese che non ne abbiano ancora usufruito o che abbiano fruito o stiano fruendo soltanto del primo periodo di 9 settimane. Tale esclusione, se confermata, risulterebbe ingiustificata, dal momento che, con l’aggravarsi della situazione epidemiologica generale e a fronte della proroga del divieto di licenziamento fino al 31.01.20, anche queste imprese potrebbero trovarsi nella necessità di fare ricorso alla Cassa Covid (ancorché nel limite massimo di 6 settimane) nel periodo dal 16.11.20 al 31.01.20, indipendentemente dal fatto di averla utilizzata in precedenza. Occorre dunque una riformulazione che chiarisca che nel periodo dal 16.11.20 al 31.01.21 possano fare ricorso alla Cassa Covid (nel limite massimo di 6 settimane) anche i datori di lavoro,appartenenti a settori non interessati dalle chiusure e limitazioni del DPCM 24.10.20, indipendentemente dal fatto di avere o non utilizzato in precedenza quella prevista dal Decreto Agosto”.
Oltre a ciò, va abrogato anche per i settori non interessati dal DPCM 24.10.20 e indipendentemente dal dato relativo al fatturato, l’obbligo di versamento del contributo addizionale nel caso di fruizione della Cassa Covid, particolarmente iniqua per le imprese del settore edile, che già versano mensilmente un contributo ordinario più alto degli altri settori per il finanziamento della cassa integrazione. Qualora, poi, dovessero essere introdotti appositi provvedimenti delle autorità amministrative locali che, in presenza di focolai di particolare gravità, vietino per un determinato periodo l’ingresso e/o l’uscita dal territorio del Comune interessato, anche per motivi di lavoro, viene chiesto di introdurre una specifica causale di accesso alla cassa integrazione, in analogia con il Decreto Agosto.
“Quanto al divieto di licenziamento per i datori di lavoro, fino al 31 gennaio 2021, - continua Cavallier– è necessario escludere da tale divieto le interruzioni dei rapporti di lavoro legate alla chiusura del cantiere nel settore delle costruzioni. Si tratta, infatti, di lavoratori che dopo essere stati assunti per una commessa determinata vengono licenziati per l'ultimazione della stessa, indipendentemente dalla situazione in cui si trova l'impresa”.
Cavallier sottolinea inoltre la necessità che sia riconosciuto il credito di imposta, di cui all’articolo 125 del cd. DL Rilancio, anche per i test sierologici e i tamponi, oltreché per la sanificazione e l'acquisto di dispositivi di protezione e di altri dispositivi atti a garantire la salute dei lavoratori e degli utenti. Con l’obiettivo, infatti, di contenere e contrastare la diffusione del Covid-19 e tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, molte imprese edili si sono attivate per eseguire, anche periodicamente, i test sierologici ed i tamponi alle proprie maestranze.
“Da ultimo – conclude il direttore di ANCE Lecco Sondrio – come Associazione auspichiamo l’introduzione di misure a sostegno delle imprese operanti nel comparto dei lavori pubblici, a sostegno della mancanza di liquidità generata dall’evento pandemico e a ristoro dei gravi danni subiti. In particolare occorre che siano riconosciuti alle imprese di costruzioni gli extracosti subiti in ragione dell’attuazione dei protocolli di cantiere “Anti-COVID”, comprendenti tutti i maggiori oneri, diretti e indiretti, compresi quelli da sottoproduzione del cantiere. Inoltre bisogna prevedere, per tutti i contratti in corso di esecuzione al momento di entrata in vigore del decreto, l’obbligo di effettuare i SAL ogni fine mese, anche in deroga alle previsioni di Capitolato (SAL mensili “emergenziali). Infine va previsto, anche “a regime”, che le stazioni appaltanti procedano all’adozione di SAL ogni fine mese, in linea con le prescrizioni comunitarie e considerato lo stato di grave crisi in cui versa il settore, aggravato dall’emergenza epidemiologica (SAL mensili “a regime”)”.
È quanto afferma il direttore di ANCE Lecco Sondrio, Paolo Cavallier, relativamente al disegno di legge di conversione del D.L. 137/2020 in fase di esame, in sede referente, presso le Commissioni riunite Bilancio e Finanze del Senato.
“In materia di lavoro, continuano a prevalere le misure “assistenziali” su quelle strutturali. Ma soprattutto non risultano essere migliorative rispetto ai primi segnali di attenzione verso le esigenze delle imprese, manifestati con il precedente DL di agosto. – spiega Cavallier – In particolare, l’accesso alla Cassa Covid sembrerebbe escluso per le imprese che non ne abbiano ancora usufruito o che abbiano fruito o stiano fruendo soltanto del primo periodo di 9 settimane. Tale esclusione, se confermata, risulterebbe ingiustificata, dal momento che, con l’aggravarsi della situazione epidemiologica generale e a fronte della proroga del divieto di licenziamento fino al 31.01.20, anche queste imprese potrebbero trovarsi nella necessità di fare ricorso alla Cassa Covid (ancorché nel limite massimo di 6 settimane) nel periodo dal 16.11.20 al 31.01.20, indipendentemente dal fatto di averla utilizzata in precedenza. Occorre dunque una riformulazione che chiarisca che nel periodo dal 16.11.20 al 31.01.21 possano fare ricorso alla Cassa Covid (nel limite massimo di 6 settimane) anche i datori di lavoro,appartenenti a settori non interessati dalle chiusure e limitazioni del DPCM 24.10.20, indipendentemente dal fatto di avere o non utilizzato in precedenza quella prevista dal Decreto Agosto”.
Oltre a ciò, va abrogato anche per i settori non interessati dal DPCM 24.10.20 e indipendentemente dal dato relativo al fatturato, l’obbligo di versamento del contributo addizionale nel caso di fruizione della Cassa Covid, particolarmente iniqua per le imprese del settore edile, che già versano mensilmente un contributo ordinario più alto degli altri settori per il finanziamento della cassa integrazione. Qualora, poi, dovessero essere introdotti appositi provvedimenti delle autorità amministrative locali che, in presenza di focolai di particolare gravità, vietino per un determinato periodo l’ingresso e/o l’uscita dal territorio del Comune interessato, anche per motivi di lavoro, viene chiesto di introdurre una specifica causale di accesso alla cassa integrazione, in analogia con il Decreto Agosto.
“Quanto al divieto di licenziamento per i datori di lavoro, fino al 31 gennaio 2021, - continua Cavallier– è necessario escludere da tale divieto le interruzioni dei rapporti di lavoro legate alla chiusura del cantiere nel settore delle costruzioni. Si tratta, infatti, di lavoratori che dopo essere stati assunti per una commessa determinata vengono licenziati per l'ultimazione della stessa, indipendentemente dalla situazione in cui si trova l'impresa”.
Cavallier sottolinea inoltre la necessità che sia riconosciuto il credito di imposta, di cui all’articolo 125 del cd. DL Rilancio, anche per i test sierologici e i tamponi, oltreché per la sanificazione e l'acquisto di dispositivi di protezione e di altri dispositivi atti a garantire la salute dei lavoratori e degli utenti. Con l’obiettivo, infatti, di contenere e contrastare la diffusione del Covid-19 e tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, molte imprese edili si sono attivate per eseguire, anche periodicamente, i test sierologici ed i tamponi alle proprie maestranze.
“Da ultimo – conclude il direttore di ANCE Lecco Sondrio – come Associazione auspichiamo l’introduzione di misure a sostegno delle imprese operanti nel comparto dei lavori pubblici, a sostegno della mancanza di liquidità generata dall’evento pandemico e a ristoro dei gravi danni subiti. In particolare occorre che siano riconosciuti alle imprese di costruzioni gli extracosti subiti in ragione dell’attuazione dei protocolli di cantiere “Anti-COVID”, comprendenti tutti i maggiori oneri, diretti e indiretti, compresi quelli da sottoproduzione del cantiere. Inoltre bisogna prevedere, per tutti i contratti in corso di esecuzione al momento di entrata in vigore del decreto, l’obbligo di effettuare i SAL ogni fine mese, anche in deroga alle previsioni di Capitolato (SAL mensili “emergenziali). Infine va previsto, anche “a regime”, che le stazioni appaltanti procedano all’adozione di SAL ogni fine mese, in linea con le prescrizioni comunitarie e considerato lo stato di grave crisi in cui versa il settore, aggravato dall’emergenza epidemiologica (SAL mensili “a regime”)”.