Straniero (PD) sulla zona rossa: siamo chiamati alla responsabilità
Al termine di questa settimana di polemiche, vorrei esprimere una riflessione la più serena e pacata possibile.
Devo dire innanzitutto che non considero una punizione o una maledizione la classificazione come "zona rossa" della Lombardia quanto piuttosto una misura certamente pesante ma ragionevole nell'interesse della salute di tutti.
Ovvio che ne avremmo tutti fatto a meno volentieri, potrei citare anche casi che mi toccano da vicino, però preferisco pensare innanzitutto a quelle categorie economiche e a quelle fasce di popolazione che sono maggiormente penalizzate da questo provvedimento o che ne avvertono maggiormente il disagio.
A loro credo debba essere puntualmente rivolta l'attenzione di tutti i livelli istituzionali perché possano essere accompagnate con la dovuta attenzione e le risorse necessarie.
Come ormai è noto, il metodo che ha portato alla suddivisione delle Regioni nelle tre aree è stato condiviso dalle Regioni e dal Governo quasi un mese fa, sulla base di una relazione predisposta dall'Istituto Superiore della Sanità, ed è stato approvato in Conferenza Stato-Regioni. Dunque, di fronte all'evidenza di dati scientifici, nessuno avrebbe dovuto scandalizzarsi.
Piuttosto personalmente io avrei utilizzato la facoltà di suddividere la Regione in zone omogenee (credo che la base provinciale potrebbe costituire al riguardo un buon punto di riferimento) per operare più precisamente la distinzione fra zone gialle, arancioni e rosse. Probabilmente per la Provincia di Lecco, in questa prima fase, non sarebbe cambiato nulla, ma potrebbe rappresentare un metodo più flessibile e più rappresentativo delle singole realtà.
Credo anche che in questo momento sia molto importante la trasparenza dei dati, affinché tutti i cittadini abbiano piena consapevolezza dell'evolversi della situazione.
Come già in questa primavera, siamo chiamati a vivere con grande responsabilità questo difficile frangente. Più saremo responsabili e prima ne usciremo.
Non è mai facile "tenere insieme" tutte le esigenze. Però è una sfida che dobbiamo provare a raccogliere, puntando evidentemente a quelle essenziali, a partire dalla salute, dal lavoro, dalla tenuta delle nostre strutture sanitarie. Con la speranza di "cambiare colore" nella classificazione di zona quanto prima possibile perché vorrà dire che saremo stati capaci di invertire l'attuale tendenza.
Devo dire innanzitutto che non considero una punizione o una maledizione la classificazione come "zona rossa" della Lombardia quanto piuttosto una misura certamente pesante ma ragionevole nell'interesse della salute di tutti.
Ovvio che ne avremmo tutti fatto a meno volentieri, potrei citare anche casi che mi toccano da vicino, però preferisco pensare innanzitutto a quelle categorie economiche e a quelle fasce di popolazione che sono maggiormente penalizzate da questo provvedimento o che ne avvertono maggiormente il disagio.
A loro credo debba essere puntualmente rivolta l'attenzione di tutti i livelli istituzionali perché possano essere accompagnate con la dovuta attenzione e le risorse necessarie.
Come ormai è noto, il metodo che ha portato alla suddivisione delle Regioni nelle tre aree è stato condiviso dalle Regioni e dal Governo quasi un mese fa, sulla base di una relazione predisposta dall'Istituto Superiore della Sanità, ed è stato approvato in Conferenza Stato-Regioni. Dunque, di fronte all'evidenza di dati scientifici, nessuno avrebbe dovuto scandalizzarsi.
Piuttosto personalmente io avrei utilizzato la facoltà di suddividere la Regione in zone omogenee (credo che la base provinciale potrebbe costituire al riguardo un buon punto di riferimento) per operare più precisamente la distinzione fra zone gialle, arancioni e rosse. Probabilmente per la Provincia di Lecco, in questa prima fase, non sarebbe cambiato nulla, ma potrebbe rappresentare un metodo più flessibile e più rappresentativo delle singole realtà.
Credo anche che in questo momento sia molto importante la trasparenza dei dati, affinché tutti i cittadini abbiano piena consapevolezza dell'evolversi della situazione.
Come già in questa primavera, siamo chiamati a vivere con grande responsabilità questo difficile frangente. Più saremo responsabili e prima ne usciremo.
Non è mai facile "tenere insieme" tutte le esigenze. Però è una sfida che dobbiamo provare a raccogliere, puntando evidentemente a quelle essenziali, a partire dalla salute, dal lavoro, dalla tenuta delle nostre strutture sanitarie. Con la speranza di "cambiare colore" nella classificazione di zona quanto prima possibile perché vorrà dire che saremo stati capaci di invertire l'attuale tendenza.
Raffaele Straniero