Merate: ai ragazzi dell’Agnesi e alla loro civile manifestazione di dissenso

Abbiamo atteso prima di scrivere poche righe, giusto per avere conforto dai lettori del nostro pensiero, ossia che i ragazzi del liceo Agnesi di Merate che hanno organizzato il sit-in all’esterno dell’istituto scolastico per chiedere, legittimamente – e a nostro parere giustamente – che le lezioni fossero tenute parte in presenza e parte a distanza, abbiano operato una lodevole iniziativa, degna della loro intelligenza e del senso del dovere.

E proprio per questo non comprendiamo l’intervento dei carabinieri. Ma che cosa facevano di sbagliato questi ragazzi? Non davano alcun fastidio, rispettavano le distanze fra loro e, soprattutto, protestavano civilmente in questa che pare essere ancora una democrazia sia pure mortificata una settimana sì e l’altra anche dai Dpcm.

I militari hanno preteso di identificare i ragazzi costringendoli a sloggiare prima col pretesto dell’assembramento poi con quello dell’occupazione di suolo pubblico. L’avvocato Franca Maggioni – non diciamo il sindaco perché sarebbe troppa grazia sant’Antonio – assessore con delega all’istruzione non ha mai nulla da dire?

Deve essere un giornale a prendere le difese degli studenti? E ai carabinieri diciamo: non sarebbe stato più opportuno portarsi in piazza dove si svolgeva il mercato e gli assembramenti sono inevitabili? Oppure fuori da qualche bar del centro?

Francamente non riusciamo proprio a comprendere il perché di certe iniziative, chi le ispira, chi le ordina, a quale logica rispondano. Certo è semplice far sloggiare i giovani che di sicuro non oppongono alcuna resistenza. Né occorrono indagini per portarsi in via dei Lodovichi. E’ molto semplice . . . . .
Claudio Brambilla
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