Cassina: un (altro) gruppo di residenti sul campo gioco e sul clima di "intolleranza"

La questione del parchetto di Cassina e in particolare della richiesta di un gruppo di residenti di spostare il campo da basket/pallavolo per i disagi arrecati, sta tenendo banco ormai da qualche settimana, tra interventi a sostegno di chi ritiene difficile la convivenza con le attività aggregative che vi si svolgono e chi, invece, è a favore della permanenza di tale spazio secondo le attuali modalità e proprio in virtù delle concessioni ottenute al tempo della realizzazione degli immobili e del loro acquisto.


E' il caso della lettera che ospitiamo e che riporta la posizione di un altro gruppo di residenti che, punto per punto, contesta le recriminazioni di chi si sente "disturbato" dalle attività che si svolgono nel campetto e vorrebbe una soluzione al problema.



Buongiorno,
siamo un gruppo di residenti della frazione di Cassina ed esponiamo le nostre considerazioni in merito all’argomento “nuovo parchetto a Cassina” di recente pubblicato.
La chiusura del parchetto è stata richiesta e promossa da un gruppo di abitanti del condominio San Marcellino di recente costruzione sulla base di elementi di criticità e pericolosità dello stesso.
Alcuni condivisibili altri meno, ma sicuramente non tali da poter considerare lo smantellamento o spostamento dello stesso.
Siamo assolutamente convinti che, oltre alle considerazioni esposte, ci sia un sottofondo di intolleranza nei confronti dei “potenziali“ bambini e dei ragazzi che usufruiscono del parchetto (potenziali, dato che,tra lockdown e operazioni di collaudo in corso, lo stesso è stato frequentato sotto regime).
Prima della chiusura, frequentando qualche volta il parco, abbiamo infatti avuto modo dalle reazioni dei residenti di intuire che in particolare la presenza dei ragazzi più grandi (e quindi del campo da basket/pallavolo) disturba la tranquillità di alcuni condomini; come confermato dalla risposta scocciata
di uno dei residenti alle lettere arrivate in difesa del parchetto.
Possiamo comprendere che a volte:
1) il rumore dei palloni possa essere fastidioso, più o meno come per le abitazioni che sorgono vicino alle campane, alle linee ferroviarie, alle strade trafficate, alle sirene delle ambulanze vicino agli ospedali, agli allevamenti, alle attività commerciali, ai mezzi agricoli, a cani da guardia, ..
2) che la maleducazione dei ragazzi adolescenti può essere irritante (ma ci siamo anche mai chiesti come anche noi adulti a volte ci poniamo nei loro confronti? La maleducazione genera maleducazione).
Ci sembra più sensato proporre, invece che la totale eliminazione della struttura basket/pallavolo, una regolamentazione seria degli orari di apertura/chiusura del parchetto, e la soluzione dei problemi di inadeguatezza/pericolosità (e il tanto atteso collaudo) attraverso le opere che dovevano essere realizzate.
Infastidiranno queste dinamiche il comitato dei condomini firmatari ma non ci pare che ricordino nelle loro invettive e lettere che:
- acquistando la propria abitazione hanno usufruito dei vantaggi derivati dall’edilizia agevolata, che comporta investimenti di soldi pubblici;
- che questo parco pubblico e campo da basket/pallavolo era nel progetto e convenzione iniziale dal quale hanno deciso in maniera ponderata di sottoscrivere e acquistare la propria abitazione;
- che è stato possibile costruire il complesso abitativo a fronte della realizzazione di questi spazi per collettività con la compensazione di oneri primari essendo il parco un’opera a scomputo (art. 16 dpr 380/2001 “Testo Unico Edilizia”);
- che nella piccola oasi verde della Brianza, quale è Cassina, esiste una comunità pre-esistente che va rispettata e che ha accettato la costruzione di nuovi immobili anche a fronte dell’esistenza di questo parco pubblico e campo da basket/pallavolo. Che all’epoca (2016/2017) avvenne un’aspra discussione
sul “Piano attuativo denominato ambito di trasformazione ATR2” approvato dalla giunta Massironi e che come documentato all’epoca da Merateonline, questo parco era parte integrante delle opere di compensazione che furono anche ritenute da molti esigue rispetto alla mole di costruzioni private effettuate nell’area.
Vivremo pure in una contemporaneità basata sui social network e sulla frenesia, su politici che dicono tutto e il contrario di tutto senza neanche più scusarsi, e la memoria è spesso breve, ma parliamo di fatti di solo 3 anni fa. E adesso pretendere di eliminare queste strutture chiedendo di spendere altri soldi pubblici (smantellamento/ricollocazione/riconversione) per il privato interesse e nuocendo alla Comunità tutta diviene a nostro parere eccessivo.
Non è che un’amministrazione permetta di costruire immobili nuovi senza informare e confrontarsi conla cittadinanza pre-esistente e con l’intero consiglio comunale. La democrazia non la si costruisce sulle sensazioni del singolo cittadino ma sull’interesse più alto della collettività.
Se dopo aspre discussioni, ma nel rispetto della legge, i nostri amministratori arrivarono a queste conclusioni di compensazione di cui è stato preso atto dalla Comunità tutta, ci sarà un motivo e un lavoro articolato pregresso.
Vorremmo anche sottolineare che il problema sollevato ci pone di fronte ad alcune questioni di carattere generale/pratico che ci teniamo a condividere.
La prima considerazione:
E’ mai possibile che in ogni condominio/paese/città vengano continuamente ridotti o eliminati spazi dedicati ai ragazzi e poi ci si lamenta se si trovano in un parcheggio o in un centro commerciale?
Tutti che decantano sempre che una volta bastava un prato, un pallone e si era felici, e adesso?
La costruzione delle nuove case è un esempio lampante di questo paradosso, fino a qualche anno fa la strada era chiusa, bambini e ragazzini potevano giocare per la strada senza troppo pericolo. Gli è stata tolta questa possibilità per la costruzione delle nuove case realizzando a loro favore la struttura
incriminata; ed ora si vuole togliere anche quello spazio (parliamo soprattutto per i ragazzi più grandi).
Una volta che i bambini della frazione avranno usufruito degli scivoli e delle altalene del parchetto e saranno cresciuti dove andranno a giocare?
Chi ha il proprio giardino potrà usufruire del suo spazio privato, ma purtroppo non tutti ne hanno la possibilità (allora che si arrangino no? anche se comunque sono stati utilizzati soldi pubblici). I parchi pubblici esistono anche per questo; aumentando la densità di popolazione residenziale e variando i piani
regolatori, è necessario anche ipotizzare luoghi di socializzazione e incontro.
La seconda:
Esiste una dinamica rischiosa per i residenti che si è generata con la costruzione del nuovo plesso ossia il fatto che il proseguimento da via Marconi a via San Marcellino, se da una parte ha sicuramente agevolato la mobilità, dall’altra ha creato una situazione di estrema pericolosità: la via viene infatti
percorsa ad elevata velocità dai veicoli di passaggio. Non sarebbe il caso di risolvere questo problema con dei dossi, prima che sia “troppo tardi”, o, per estremizzare, chiudendo la strada limitando l’accesso ai soli residenti (e magari riducendo così anche lo sfruttamento del parco a persone esterne alla
comunità meratese).
Inoltre, allargando la questione ad un aspetto olistico e sanitario che si collega al precedente, evidenziato anche sul diario consegnato a scuola a Merate ai nostri figli (dedicato ai giochi, allo sport, al movimento), esiste la preoccupazione di molti esperti sul fatto che i bambini e i ragazzi non hanno più molti spazi all’aperto per giocare liberamente con conseguenze non positive sulle loro facoltà motorie. E’ vero che ci sono milioni di attività sportive organizzate e strutturate per sopperire a queste conseguenze ma il crescere giocando e ritrovandosi all’aria aperta con i propri amici, attraverso i cosiddetti “giochi liberi”
ha un valore aggiunto che si sta perdendo sempre di più con la riduzione degli spazi dedicati ai ragazzi, e che purtroppo noi adulti anche in questo caso non stiamo incentivando.
Grazie per l’attenzione,

Un (altro) gruppo di residenti

Articoli correlati:
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.