Siamo già in lockdown ma si fa in modo che la gente si 'autochiuda'. Non ci arrivano o è tutto calcolato?

Il virus è tornato. Per la verità non se n'è mai andato; ci ha illusi, ha fatto in modo che si allentasse la nostra attenzione sulle misure precauzionali, che ci si prendesse un poco più di libertà (qualche volta anche troppa riconosciamolo) per diffondersi senza limiti di territorio e di anagrafe.
Tra le tante verità o pseudo tali che ci hanno raccontato la scorsa primavera quella più vera è stata la previsione che in autunno avremmo avuto la seconda ondata.
Il Covid 19 tiene banco su tutti i canali a tutte le ore del giorno e della notte dove una schiera di personaggi più o meno sconosciuti fino ad ieri vengono assurti a saggi, esegeti e profeti.
E noi li incollati a guardare, ascoltare; un po' increduli, un po' spaventati, anzi un po' terrorizzati.
È passato del tempo, parecchi mesi da quel tragico periodo di febbraio/marzo ma cosa è successo, cosa è stato fatto per fare si che potessimo affrontare preparati in modo efficace la pluriannunciata recrudescenza dell'epidemia?
Poco o niente. Sarebbe troppo facile ironizzare sull'acquisto dei banchi con rotelle o sugli incentivi per bici e monopattini.
Si è arrivati al momento di riaprire finalmente la scuola e non si è provveduto ad organizzare adeguatamente il trasporto; tempo un mese e siamo tornati alla didattica a distanza.
Si discute, si discute e ancora si discute.....e non si fa altro.
E intanto il paese affonda. E la gente impazzisce.  O forse è proprio questo che si vuole.

Avremmo avuto il tempo per riorganizzare meglio e potenziare la medicina sul territorio ed invece niente; si è riusciti ad "incasinarla" ancora di più e a renderla ancora meno efficace e non in grado di rispondere in tempi rapidi alla pressione sempre più forte che ogni giorno il sistema sanitario ed i suoi operatori stanno subendo.

E intanto gli ospedali riprendono ad essere sotto pressione.

Si fanno tanti tamponi è vero; se ne dovrebbero fare di più.

Ma il sistema non ce la fa, non regge.

Anche un paziente con sintomi può essere costretto ad aspettare diversi giorni prima che gli venga fatto il tampone ed altrettanti diversi giorni prima di conoscerne il risultato. E le modalità di esecuzione spesso confuse.

Accade che una persona che si sveglia con febbre e che non riesce a sapere se è Covid o no si metta comunque in isolamento e con essa si isolino anche i familiari perché il bambino non può andare a scuola :potrebbe contagiare gli altri scolari; il partner non può andare al lavoro: potrebbe contagiare i colleghi. Sono già tre persone che si sono chiuse; anche questa è una crescita esponenziale.

Questo è già un lockdown.
Invece di chiudere tutte le attività si fa in modo che la gente si "autochiuda".
Il risultato è lo stesso ma politicamente non ci si mette la faccia.
Dobbiamo pensare che proprio non ci arrivano oppure che è tutto calcolato?
Dio ce ne scampi e liberi.
Dott. Dario Perego
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