Merate: per le Giornate d'Autunno il FAI apre le porte di Villa Subaglio, un ''museo diffuso'' con angoli segreti da scoprire

Dopo il primo esperimento - decisamente riuscito - del 2010, per le Giornate d’Autunno il FAI Alta Brianza è tornato ad aprire le porte di Villa Subaglio, storico edificio nascosto nel verde di Merate. Nonostante il periodo di incertezza, la capo delegazione della sezione dell’Alta Brianza ha spiegato con orgoglio che le visite - organizzate nel pieno rispetto del protocollo, ad accessi contingentati e solo su prenotazione - sono andate sold out in breve tempo.






Saranno tanti, quindi, i curiosi che anche il prossimo fine settimana avranno l’occasione di scoprire i segreti della Villa, messa a disposizione dai proprietari per l’iniziativa. Ringraziando per la generosità, Marcella Mattavelli, nell’introduzione al tour, si è soffermata sull’opportunità offerta ai cittadini, resa possibile anche grazie al supporto dell’Arma dei Carabinieri, della Protezione Civile e della Croce Rossa.





Già dal viale d’ingresso, come ha spiegato la volontaria FAI Tiziana Bosia, architetto, si nota la particolarità della struttura: la natura, infatti, nel progetto dell’architetto Leopoldo Pollak, allievo di Piermarini, non è costruita e non segue schemi rigidi. Tre sono le famiglie che hanno influito nel corso della storia sulla Villa. I primi, naturalmente, i Subaglio, che dal 1720 la utilizzavano principalmente come zona produttiva. “Dopo di loro sono subentrati i Rescalli - ha spiegato Tiziana- che la hanno condotta per due secoli, interagendo molto con il borgo di Merate”.





I Rescalli, infatti, si dedicavano ad attività di volontariato, e hanno contribuito a liberare la città da un periodo di cattiva amministrazione durante la Guerra di Secessione Polacca. La generazione di proprietari più vicina a noi è sicuramente quella dei Prinetti, che hanno impiegato tempo e risorse per valorizzare Merate, dal 1898 fino al 1979. È loro, infatti, lo stemma che campeggia sull’androne di Villa Subaglio: una doppia torre, tre gigli ed un’oca. Già dall’ingresso, ciò che i visitatori delle Giornate d’Autunno hanno potuto ammirare è un bosco di essenze piantumate nel pieno della bellezza dei colori autunnali. 





Il leitmotiv di Villa Subaglio, visibile già dal cancello, è un modulo di cento metri che si ripete lungo tutto il perimetro, armonizzando l’enorme parco, i giardini all’italiana e quelli all’inglese. L'edificio, i cui colori spiccano accesi nel verde dei giardini, è un tutt’uno con il paesaggio; intento del FAI, infatti, è quello di promuovere e valorizzare - oltre che alle bellezze architettoniche - anche il territorio. La facciata è caratterizzata dalla presenza costante di aperture, finestre e vetrate, che collegano ininterrottamente l’interno con l’esterno.





Magico è il colpo d’occhio che si crea osservandola: da una parte, infatti, il parco si perde, portando lo sguardo del visitatore fino al Resegone, che svetta sullo sfondo. “Per le famiglie - ha spiegato la volontaria - era infatti fondamentale avere la sensazione di essere in un luogo aperto, rifacendosi al pensiero illuministico, che voleva l’uomo costantemente inserito all’interno del mondo”.





Dal giardino di Villa Subaglio si vede tra l’altro il verde di Villa Cedri, storica residenza di Giulia Maria Crespi, che 45 anni fa fondò il FAI, a cui è dedicata questa edizione delle Giornate d’Autunno. “Si difende ciò che si ama, e si ama ciò che si conosce” era solita dire la meratese, racchiudendo in una sola frase il senso ed il significato di questi eventi che portano avanti il suo grande sogno di condivisione del patrimonio locale.




“Il FAI, infatti, è impegnato nella tutela e nel recupero di beni dislocati in tutta Italia” ha detto la capo delegazione Mattavelli, ricordando che il Fondo promuove edifici anche lontani dai flussi turistici, generando nuove opportunità di lavoro.
Avvicinandosi all’ingresso della Villa, si nota come questa non segua i punti cardinali canonici ma vi si sganci, in base all’andamento della collina. Quattro gradini conducono al suo interno, in un foyer. La sala da ballo immediatamente adiacente - decorata da Costantino Frisia, padre di Donato - è inondata dalla luce che entra dalle finestre che fanno da cornice sul giardino.





Villa Subaglio, le sue stanze ed il suo parco fanno di Merate un “museo diffuso”, in cui il paesaggio è un valore aggiunto. Il cortile, che si espande per centinaia di metri, alternando rigorosi ed eleganti giardini all’italiana a castagneti più “selvaggi”, nasconde in sé molti angoli segreti abitati da una fauna protetta, che grazie al FAI e alla generosità dei proprietari è possibile scoprire.
G.Co.
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