Quelle tentazioni del privato a fagocitare i servizi pubblici locali

IL COMMENTO

"Trasparenza" non è una parolaccia impronunciabile in un Consiglio comunale. Alla sua sola nomina non si può intimare di intraprendere "procedimenti legali" nei confronti dei consiglieri di minoranza - di che sorte poi non si è capito - come ha fatto aleggiare il capogruppo di Progetto Osnago Federico Dusi.

Durante la seduta del 13 ottobre il sindaco Paolo Brivio ha rivelato che ci sono "soggetti" - ipotizziamo che la desinenza sia uno squisito esempio di "plurale maiestatis" da inserire nei migliori manuali di grammatica italiana - interessati a gestire gli impianti termici degli stabili comunali. Ora, che alla Giunta di centro-sinistra osnaghese brillino gli occhi al solo pensiero di introdurre formule di commistione tra pubblico e privato per l'affidamento di servizi fondamentali non fa più notizia. Ma il punto è un altro. E riguarda il metodo.

Innanzitutto si è ridotta a un terzo la durata del contratto con una società pubblica rispetto alle volte precedenti col palese intento di andare incontro agli interessi di una società privata che aveva espresso il desiderio di gestire gli impianti termici del Comune.

L'amministrazione comunale ha poi concesso al soggetto privato dettagli sugli edifici di proprietà municipale e delle relative reti impiantistiche. A chi e attraverso quale modalità burocratica non è chiaro. Non può passare il concetto che un qualsiasi privato che mostri vaghe intenzioni di partenariato possa avere libero accesso a determinate informazioni. Se così non avvenisse in generale - come non accade - perché ammettere un'eccezione?

Quello che c'è da aspettarsi ora è che la società in questione presenti un progetto di fattibilità su una gestione di lunga durata degli impianti termici, in cambio di interventi di efficientamento energetico. La Legge consente procedure di project financing a iniziativa privata, che danno in automatico all'operatore economico promotore un diritto di prelazione nella gara messa a bando dal Comune. Sarà dunque sì una procedura ad evidenza pubblica, ma il proponente avrà fondamentalmente due vantaggi: uno, il bando avrà come base il proprio progetto di fattibilità; due, anche se la propria offerta non dovesse risultare in cima alla graduatoria, avrà la facoltà e il privilegio di pareggiare la posta del miglior offerente, quando il gioco sarà ormai a carte scoperte, e portarsi a casa la partita.

Potremmo stare per ore a discutere sulla giustezza di certe norme, ma queste abbiamo ed entro questo recinto si può muovere un'amministrazione comunale. La linea della Giunta di Osnago però non torna da un punto di vista puramente logico. Il sindaco Brivio ha infatti affermato che il partenariato con un privato è una scelta strategica che intende perseguire. Questo è l'indirizzo della sua amministrazione. Ci si sarebbe aspettato perciò che l'iniziativa fosse partita dall'Ente comunale e non dal privato. Ci si sarebbe atteso che l'Ente comunale avesse posto a gara un progetto di fattibilità di propria sponte, che non avrebbe garantito alcun eventuale diritto di prelazione, alcun potenziale vantaggio, a nessuna società.

Marco Pessina
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.