Airuno: è agli arresti domiciliari ma non regge la convivenza famigliare e...evade
È stato tradotto in tribunale per il processo direttissimo Bakhacha Soufiane - marocchino classe 1995 e residente ad Airuno - con l'accusa di evasione dalla misura cautelare degli arresti domiciliari per altra motivazione.
Avrebbe infranto l'obbligo di non uscire di casa volontariamente e si sarebbe quindi consegnato alle forze dell'ordine: verso le ore 18.00 di ieri il 25enne ha chiamato il 112, spiegando di voler essere tradotto in carcere, esasperato dalla convivenza forzata con la famiglia.
Arrivati sul posto i militari della stazione di Cremella, il giovane gli si è fatto incontro dal giardino condominiale dove li stava aspettando, con uno zainetto rosso in spalla. "Portatemi via prima che faccia del male ai miei famigliari" ha detto rivolgendosi ai carabinieri.
Il giudice Enrico Manzi ne ha convalidato il fermo, riconfermandogli la misura cautelare degli arresti domiciliari.
Chiesti i termini a difesa dal legale d'ufficio avv. Massimo Spreafico, il 20 novembre ricomparirà in aula.
Avrebbe infranto l'obbligo di non uscire di casa volontariamente e si sarebbe quindi consegnato alle forze dell'ordine: verso le ore 18.00 di ieri il 25enne ha chiamato il 112, spiegando di voler essere tradotto in carcere, esasperato dalla convivenza forzata con la famiglia.
Arrivati sul posto i militari della stazione di Cremella, il giovane gli si è fatto incontro dal giardino condominiale dove li stava aspettando, con uno zainetto rosso in spalla. "Portatemi via prima che faccia del male ai miei famigliari" ha detto rivolgendosi ai carabinieri.
Il giudice Enrico Manzi ne ha convalidato il fermo, riconfermandogli la misura cautelare degli arresti domiciliari.
Chiesti i termini a difesa dal legale d'ufficio avv. Massimo Spreafico, il 20 novembre ricomparirà in aula.