Accadeva 40 anni fa/9, settembre 1980: battaglia sulla L.194. Ex oratorio al Comune, chiude il forno, Zac a Merate, crisi Psi
La pausa estiva è finita ma per Giuseppe Ghezzi, sindaco da poco confermato nella carica, non c’è stato il tempo per riposare. Incombe il primo piano regolatore generale dopo i piani di fabbricazione degli anni sessanta e settanta. Ci sono da esaminare 91 osservazioni. Assegnare la delega dell’urbanistica in questo momento è un rischio. Così Ghezzi decide di tenere per sé oltre all’edilizia privata anche l’urbanistica.
Nel frattempo l’assessore ai lavori pubblici Roberto Milani ha riunito tecnici e politici in una apposita commissione per valutare i progetti del nuovo centro sportivo, inviati da 6 delle 18 aziende invitate a partecipare. Si tratta di un investimento sostenibile, 1.3 miliardi di lire, per dare alla città un palazzetto sportivo e un centro natatorio.
Ghezzi, con l’appoggio del gruppo Dc e in particolare del capogruppo e leader storico del partito scudocrociato Luigi Zappa, avvia anche iniziative sul fronte del verde pubblico, rimasto un po’abbandonato in passato. A partire dal famoso parchetto delle Rimembranze dove la fontana dell’Impero giace in condizioni pietose. Non decolla invece l’idea della Giunta allargata ai capigruppo di minoranza. Soprattutto col Pci. La “bufera” sull’edificazione dell’ex parco Valenzasca – con le accuse dei comunisti verso il Sindaco – pesa ancora.
Giuseppe Ghezzi e Roberto Milani
Scompare il cav. Luigi Villa uno dei benefattori dell’ospedale cittadino. Vasto cordoglio in città per l’imprenditore che dal1964 al
1976 ha donato quasi 200 milioni di lire per la costruzione del padiglione che ospita Ginecologia e Pediatria.
Ma non è solo il Sindaco a lavorare. Anche ladri e scippatori – perdonateci l’accostamento irriverente – non sono andati in vacanza. Merate e dintorni è terra di saccheggio. La cronaca dell’epoca riporta una dozzina di furti con bottino superiore a 150 milioni di lire, due rapine in aziende con bottino di 250 milioni di lire e numerosi scippi.
Quintali di pesce morto vengono estratti dalle acque del torrente Molgora, la cui portata, allora, era decisamente superiore all’attuale. Incontrare pescatori lungo le sponde del torrente era frequente. Ma anche l’inquinamento era ben maggiore di oggi. I tecnici dell’Ufficio Igiene e profilassi di Como individuano sostanze di cianuro, zinco, cromo e piombo. Un disastro ambientale, trote, vaironi, alborelle si lasciano trascinare dalla corrente senza vita. Quintali di pesce viene raccolto dai pescatori della SPS.
Non si è ancora spenta l’eco del disastro accaduto nel torrente Molgora che un'altra moria di pesce si verifica nel lago di Sartirana. E anche stavolta è la sciagurata mano dell’uomo la responsabile del disastro. Qualcuno ha gettato una bomba o comunque un esplosivo nelle acque provocando la morte di almeno un quintale di pesce: tinche, lucci, pesci gatto, carpe, pesce persico, anguille. Mario Bellani, presidente dei pescatori è sconfortato. Quattro anni prima un gruppo di volontari guidati proprio da Bellani, storico presidente della SPS aveva lavorato a lungo estraendo tonnellate di sedime e ripulendo le sponde. Un lavoro
che di fatto aveva rallentato il processo di impaludimento del lago. E ora uno squilibrato getta un esplosivo nelle acque.
Scoppia anche nella zona la battaglia contro la legge 194. Nei consultori di Merate e Olgiate appaiono manifesti del Movimento per la vita che invitano i cittadini a firmare per il referendum abrogativo della legge che introduce l’aborto. Il movimento femminile non contesta l’iniziativa ma il luogo in cui sono stati affissi i manifesti senza peraltro che presidente e vice del Consorzio sanitario di zona ne sapessero qualcosa.
Grande festa il 7 settembre a Robbiate per il patrono Sant’Alessandro. Il Comitato organizzatore ha messo in campo una lunga serie di iniziative durate quattro giorni e culminate con la sfilata delle auto d’epoca (tra le altre una Isotta Fraschini del 1918) , di cavalieri e carrozze. Amazzoni e cavalieri sfilano davanti alla giuria per conquistare il premio. Ma tutto il ricavato è finalizzato al restauro della torre campanaria di Sant’Alessandro, un investimento di 40 milioni di lire per ridare vita alle campane.
A quattro mesi dalle elezioni il Psi di Merate si interroga sulla sconfitta costata un seggio in Aula mentre a Brivio si attende il
sindaco da quando Sandro Cesana si è dimesso per il Consiglio provinciale, la cui elezioni ha regalato un grosso successo all’ex primo cittadino briviese. Siro Ravasi ha lasciato la segreteria cittadina rilevato da Romualdo Demontis. Il primo fa riferimento alla corrente di sinistra del partito guidata da Michele Achilli, il secondo è un lombardiano. Craxi aveva già dato l’assalto al partito dopo il Midas del 1976, ma la sua corrente non era ancora maggioritaria (al governo come primo ministro andrà nel 1983 fino al 1987 , gli anni della Milano da bere mentre il debito pubblico dal 60 passava al 90% del prodotto interno lordo). Dunque come rilanciare l’attività del glorioso partito?
Marcello Basosi, leader storico, parla di scollamento con la cittadinanza non di lotta fra correnti anche se il direttivo della
sezione di piazzetta Faverzani è per lo più achilliano (Basosi, Ravasi, Demontis, Astuti, Flusoni, Sottocornola, Resta e Vergnaghi). Demontis punta sul piano regolatore in itinere per rilanciare l’attività della sezione all’interno della città. L’Urbanistica resterà la passione del maestro elementare che ne assumerà il dicastero con Dario Perego.
Mai di lunedì. Per una strana congiunzione astrale, certamente sfavorevole, quarant’anni fa bere un caffè a Merate dopo le 20 era praticamente impossibile. Ecco una carrellata di foto di vecchi locali pubblici tutti rigorosamente con la saracinesche abbassate.
Lunedì ore 20: il Bar La Pianta di Piazza Italia
Lunedì ore 20: il bar Ravasi di via Manzoni
Sentite questa del 1980: “Giovedì (18 settembre ndr) all’insegna dei disagi e delle incertezze si è aperto il nuovo anno scolastico”. Nulla di nuovo sotto il sole di oggi, quindi. E siccome la cronaca dell’epoca parla di disagi, come sempre, non c’è da meravigliarsi di quanto accade oggi, con l’aggravante del Covid. Dunque riaprono le scuole: bene le iscrizioni all’istituto Viganò, in crescita anche villa Greppi, cala un po’ il Badoni ma in generale i numeri sono quelli del passato.
A Robbiate l’Amministrazione comunale guidata da Giorgio Ferrari con Cesare Panzeri assessore all’urbanistica e Pierangelo Bonfanti ai lavori pubblici approva il primo piano regolatore generale che si propone di mettere un po’ d’ordine nella crescita confusa degli anni sessanta e settanta. Tuttavia lo sviluppo non è certo rallentato. Nei dieci anni di durata dello strumento urbanistico si prevede di costruire almeno mille nuovi vani pari a poco meno di 300 appartamenti per altri 900 abitanti e di consentire, sia pure fuori dal centro, lo sviluppo produttivo sull’asse della provinciale Imbersago-Bernareggio.
Il vecchio forno inceneritore di Brugarolo è ormai al collasso. Progettato per smaltire alcuni tipi di rifiuti prodotti da diecimila
abitanti deve rispondere per la quantità conferita da almeno 40mila persone. Gran parte dei rifiuti viene quindi indirizzata a costi altissimi in una cava bergamasca. I capigruppo e il presidente del forno Alfonso Mandelli cercano una soluzione. L’ipotesi più accreditata è quella di un nuovo forno accanto all’attuale. Ma è prevedibile la reazione dei residenti nella frazione. La seconda è quella di chiudere e smantellare tutto. Alla fine prevarrà questa. Intanto la Giunta lavora per sistemare l’ala del collegio Manzoni temporaneamente occupata dal Parini. Il progetto prevede una spesa di 600 milioni per la quale si confida in un sostanzioso contributo della Regione. Prosegue l’esame dei sei elaborati presentati da altrettante aziende interessate alla costruzione del centro sportivo di via Turati. Ogni giovedì si riunisce l’apposita commissione esaminatrice. Il lavoro è minuzioso per evitare futuri contenziosi avanzati da aziende escluse.
Nel riquadro Alfonso Mandelli
A Brivio si rinnova la tradizionale festa in onore della B.V. Addolorata che come ogni anno attira centinaia di visitatori da tutto il meratese. Sabato 27 settembre il neo sindaco Francesco Panzeri inaugura l’edizione 1980 con un breve discorso. Poi giochi e musica col palo orizzontale sul fiume che sempre diverte protagonisti e pubblico, fino alla domenica
sera con lo spettacolo pirotecnico clou della festa.
Un cimitero di campagna, un ex oratorio “vecchio” solo in apparenza e un antico acquedotto a ridosso delle prime collinette. Una immagine di tranquillità accanto ai grandi parchi delle ville patrizie e sopra, quasi a vigilare, sul centro città e le ville Baslini e Belgiojoso. Ma la tranquillità di quell’angolo cittadino, nel 1980 viene spezzata dalle ruspe. E la zona diventa un cantiere. Il terreno accanto al cimitero viene spianato per fare posto a nuovi loculi. Il vecchio camposanto da cui si accedeva sotto l’arcata è saturo, occorre uscire dalle sue mura con moderne strutture atte a ospitare un centinaio di loculi. Ma anche vicino al sentiero che porta a Sartirana costeggiando il Subaglio si lavora per costruire la vasca volano per l’acquedotto. Un grosso cubo di
cemento a vista capace di alimentare la rete idrica a sud e fino alle pendici di Montevecchia grazie alla “caduta”. Un progetto del 1977 costato 130 milioni di lire, finanziato con due mutui a carico del Consorzio acqua potabile tra i comuni di Merate, Cernusco e Montevecchia. Anche la strada viene leggermente spostata dal suo asse tradizionale per fare posto al piazzale antistante il cimitero. Lavori in corso dunque che però ignorano il vecchio oratorio diventato ex dal 1966 quando don Franco Longoni inaugurò il nuovo di via Papa Giovanni XXIII. Ma tanto vecchio non è: in realtà la sua costruzione è iniziata nel 1904 per volontà dell’allora prevosto don Velzi. Il perché di quella struttura è subito spiegato: allora le nuove chiese si rifacevano come modello alla grande basilica di Lourdes. La mancanza di fondi interruppe i lavori sia esterni che, soprattutto interni. C’erano due locali bar e ritrovo riscaldati d’inverno da una stufa a legna e carbone, un salone per messe e teatri e poco altro oltre a una soffitta abitata da una famiglia. Due campi di calcio e qualche tavolo con panchine in pietra sotto i tigli. Di parroco in parroco è passata la proprietà fino al 7 agosto 1967 quando la parrocchia di Merate ne entrava in possesso. Don Franco nel frattempo aveva inaugurato il nuovo oratorio e per saldare i fornitori acquistava dalla parrocchia di cui era rappresentante il vecchio oratorio pagando con soldi propri. La generosità di don Franco non si sarebbe fermata qui: il Prevosto voleva infatti donare a un
ordine religioso femminile la struttura ma la casa madre valutò eccessive le spese di sistemazione e declinò l’offerta. Così il 12 giugno 1975 davanti al notaio Modesto Bosisio, presenti come testi Silvio Reali e Paolo Brivio, don Franco Longoni donava al comune di Merate rappresentato dall’ing. Luigi Zappa tutto l’immobile. Tra le clausole, si legge nell’atto di donazione numero 64670-19844 di repertorio che “…. I beni immobili donati dovranno entrare a far parte, anche gradualmente del contiguo cimitero comunale con inizio entro 15 anni da oggi”. Qualora questa destinazione “…..non venisse attuata dal comune di Merate lo stesso sarà tenuto a cedere gratuitamente tutti i suddetti immobili alla Veneranda Chiesa Parrocchiale di Sant’Ambrogio”.
Nulla fu fatto da allora: l’ex oratorio divenne sede temporanea del canile municipale, poi ricovero attrezzature comunali finché tra un incendio e l’altro gran parte del tetto è crollato. E oggi dentro la fanno da padrone solo bisce, topi e rovi.
Nel frattempo l’assessore ai lavori pubblici Roberto Milani ha riunito tecnici e politici in una apposita commissione per valutare i progetti del nuovo centro sportivo, inviati da 6 delle 18 aziende invitate a partecipare. Si tratta di un investimento sostenibile, 1.3 miliardi di lire, per dare alla città un palazzetto sportivo e un centro natatorio.
Ghezzi, con l’appoggio del gruppo Dc e in particolare del capogruppo e leader storico del partito scudocrociato Luigi Zappa, avvia anche iniziative sul fronte del verde pubblico, rimasto un po’abbandonato in passato. A partire dal famoso parchetto delle Rimembranze dove la fontana dell’Impero giace in condizioni pietose. Non decolla invece l’idea della Giunta allargata ai capigruppo di minoranza. Soprattutto col Pci. La “bufera” sull’edificazione dell’ex parco Valenzasca – con le accuse dei comunisti verso il Sindaco – pesa ancora.
Giuseppe Ghezzi e Roberto Milani
Scompare il cav. Luigi Villa uno dei benefattori dell’ospedale cittadino. Vasto cordoglio in città per l’imprenditore che dal1964 al
1976 ha donato quasi 200 milioni di lire per la costruzione del padiglione che ospita Ginecologia e Pediatria.
Luigi Villa
Ma non è solo il Sindaco a lavorare. Anche ladri e scippatori – perdonateci l’accostamento irriverente – non sono andati in vacanza. Merate e dintorni è terra di saccheggio. La cronaca dell’epoca riporta una dozzina di furti con bottino superiore a 150 milioni di lire, due rapine in aziende con bottino di 250 milioni di lire e numerosi scippi.
Il 5 settembre riapre il cinema Odeon di via Garibaldi con una nuova gestione determinata a rilanciare la sala da 600 posti a sedere. Anche il sindaco Ghezzi si dice interessato ad un rilancio della struttura compartecipando alla spesa per eventi culturali e spettacoli popolari.
Quintali di pesce morto vengono estratti dalle acque del torrente Molgora, la cui portata, allora, era decisamente superiore all’attuale. Incontrare pescatori lungo le sponde del torrente era frequente. Ma anche l’inquinamento era ben maggiore di oggi. I tecnici dell’Ufficio Igiene e profilassi di Como individuano sostanze di cianuro, zinco, cromo e piombo. Un disastro ambientale, trote, vaironi, alborelle si lasciano trascinare dalla corrente senza vita. Quintali di pesce viene raccolto dai pescatori della SPS.
Non si è ancora spenta l’eco del disastro accaduto nel torrente Molgora che un'altra moria di pesce si verifica nel lago di Sartirana. E anche stavolta è la sciagurata mano dell’uomo la responsabile del disastro. Qualcuno ha gettato una bomba o comunque un esplosivo nelle acque provocando la morte di almeno un quintale di pesce: tinche, lucci, pesci gatto, carpe, pesce persico, anguille. Mario Bellani, presidente dei pescatori è sconfortato. Quattro anni prima un gruppo di volontari guidati proprio da Bellani, storico presidente della SPS aveva lavorato a lungo estraendo tonnellate di sedime e ripulendo le sponde. Un lavoro
che di fatto aveva rallentato il processo di impaludimento del lago. E ora uno squilibrato getta un esplosivo nelle acque.
Mario Bellani
Dc, Psi e Pci competono anche sul terreno delle feste di partito. Settembre è il mese deputato a questi eventi e di recente la signora Crespi ha donato 75mila mq. di terreno detto delle Piramidi che l’Amministrazione ha ripulito e reso fruibile. Inizia il Pci con la festa de L’Unità. Musica, comizi e incontri culturali. Segue la Dc con ospite d’onore l’on. Benigno Zaccagnini (lo scorso anno era giunto il ministro Filippo Maria Pandolfi) e il duo comico Ric e Gian. In leggera sovrapposizione, ma in via Turati chiude il Psi con tanta musica e il comizio finale dell’on. Marte Ferrari.
L'ex segretario nazionale della Democrazia Cristiana, onorevole Benigno Zaccagnini, l'onorevole
Ezio Citterio, il capogruppo consiliare della DC merstese, ingegner Luigi Zappa, ed il sindaco Giuseppe Ghezzi
Scoppia anche nella zona la battaglia contro la legge 194. Nei consultori di Merate e Olgiate appaiono manifesti del Movimento per la vita che invitano i cittadini a firmare per il referendum abrogativo della legge che introduce l’aborto. Il movimento femminile non contesta l’iniziativa ma il luogo in cui sono stati affissi i manifesti senza peraltro che presidente e vice del Consorzio sanitario di zona ne sapessero qualcosa.
Grande festa il 7 settembre a Robbiate per il patrono Sant’Alessandro. Il Comitato organizzatore ha messo in campo una lunga serie di iniziative durate quattro giorni e culminate con la sfilata delle auto d’epoca (tra le altre una Isotta Fraschini del 1918) , di cavalieri e carrozze. Amazzoni e cavalieri sfilano davanti alla giuria per conquistare il premio. Ma tutto il ricavato è finalizzato al restauro della torre campanaria di Sant’Alessandro, un investimento di 40 milioni di lire per ridare vita alle campane.
A quattro mesi dalle elezioni il Psi di Merate si interroga sulla sconfitta costata un seggio in Aula mentre a Brivio si attende il
sindaco da quando Sandro Cesana si è dimesso per il Consiglio provinciale, la cui elezioni ha regalato un grosso successo all’ex primo cittadino briviese. Siro Ravasi ha lasciato la segreteria cittadina rilevato da Romualdo Demontis. Il primo fa riferimento alla corrente di sinistra del partito guidata da Michele Achilli, il secondo è un lombardiano. Craxi aveva già dato l’assalto al partito dopo il Midas del 1976, ma la sua corrente non era ancora maggioritaria (al governo come primo ministro andrà nel 1983 fino al 1987 , gli anni della Milano da bere mentre il debito pubblico dal 60 passava al 90% del prodotto interno lordo). Dunque come rilanciare l’attività del glorioso partito?
Marcello Basosi, leader storico, parla di scollamento con la cittadinanza non di lotta fra correnti anche se il direttivo della
sezione di piazzetta Faverzani è per lo più achilliano (Basosi, Ravasi, Demontis, Astuti, Flusoni, Sottocornola, Resta e Vergnaghi). Demontis punta sul piano regolatore in itinere per rilanciare l’attività della sezione all’interno della città. L’Urbanistica resterà la passione del maestro elementare che ne assumerà il dicastero con Dario Perego.
Romualdo Demontis, Marcello Basosi e Siro Ravasi
A Brivio, dicevamo, si attende ancora che la Dc scelga il nuovo sindaco in sostituzione del dimissionario Sandro Cesana. Del resto non è una novità che la Dc briviese sia attraversata da continue lotte intestine. Alla fine, comunque, la quadratura del cerchio viene trovata con l’elezione di un moderato come Francesco Panzeri
Sandro Cesana e Francesco Panzeri
Mai di lunedì. Per una strana congiunzione astrale, certamente sfavorevole, quarant’anni fa bere un caffè a Merate dopo le 20 era praticamente impossibile. Ecco una carrellata di foto di vecchi locali pubblici tutti rigorosamente con la saracinesche abbassate.
Lunedì ore 20: il Bar La Pianta di Piazza Italia
Lunedì ore 20: il bar Albani di piazza Prinetti
Lunedì ore 20: il Bar Castello di Piazza Prinetti
Lunedì ore 20: il bar Sport di via S. Ambrogio
Lunedì ore 20: il bar Panciera di Piazza Prinetti
Lunedì ore 20: il bar Scarazzati in via Parini
Lunedì ore 20: il bar Ravasi di via Manzoni
Sentite questa del 1980: “Giovedì (18 settembre ndr) all’insegna dei disagi e delle incertezze si è aperto il nuovo anno scolastico”. Nulla di nuovo sotto il sole di oggi, quindi. E siccome la cronaca dell’epoca parla di disagi, come sempre, non c’è da meravigliarsi di quanto accade oggi, con l’aggravante del Covid. Dunque riaprono le scuole: bene le iscrizioni all’istituto Viganò, in crescita anche villa Greppi, cala un po’ il Badoni ma in generale i numeri sono quelli del passato.
A Robbiate l’Amministrazione comunale guidata da Giorgio Ferrari con Cesare Panzeri assessore all’urbanistica e Pierangelo Bonfanti ai lavori pubblici approva il primo piano regolatore generale che si propone di mettere un po’ d’ordine nella crescita confusa degli anni sessanta e settanta. Tuttavia lo sviluppo non è certo rallentato. Nei dieci anni di durata dello strumento urbanistico si prevede di costruire almeno mille nuovi vani pari a poco meno di 300 appartamenti per altri 900 abitanti e di consentire, sia pure fuori dal centro, lo sviluppo produttivo sull’asse della provinciale Imbersago-Bernareggio.
Giorgio Ferrari, Pierangelo Bonfanti e Cesare Panzeri
Esce in commercio il primo Lp e cassetta del coro La Torr. Un successo per la corale costituitasi nel 1976 con un 17enne, Giuseppe Caldirola, come maestro. Tanti i concerti dentro e fuori la provincia.
Il vecchio forno inceneritore di Brugarolo è ormai al collasso. Progettato per smaltire alcuni tipi di rifiuti prodotti da diecimila
abitanti deve rispondere per la quantità conferita da almeno 40mila persone. Gran parte dei rifiuti viene quindi indirizzata a costi altissimi in una cava bergamasca. I capigruppo e il presidente del forno Alfonso Mandelli cercano una soluzione. L’ipotesi più accreditata è quella di un nuovo forno accanto all’attuale. Ma è prevedibile la reazione dei residenti nella frazione. La seconda è quella di chiudere e smantellare tutto. Alla fine prevarrà questa. Intanto la Giunta lavora per sistemare l’ala del collegio Manzoni temporaneamente occupata dal Parini. Il progetto prevede una spesa di 600 milioni per la quale si confida in un sostanzioso contributo della Regione. Prosegue l’esame dei sei elaborati presentati da altrettante aziende interessate alla costruzione del centro sportivo di via Turati. Ogni giovedì si riunisce l’apposita commissione esaminatrice. Il lavoro è minuzioso per evitare futuri contenziosi avanzati da aziende escluse.
Nel riquadro Alfonso Mandelli
A Brivio si rinnova la tradizionale festa in onore della B.V. Addolorata che come ogni anno attira centinaia di visitatori da tutto il meratese. Sabato 27 settembre il neo sindaco Francesco Panzeri inaugura l’edizione 1980 con un breve discorso. Poi giochi e musica col palo orizzontale sul fiume che sempre diverte protagonisti e pubblico, fino alla domenica
sera con lo spettacolo pirotecnico clou della festa.
Un cimitero di campagna, un ex oratorio “vecchio” solo in apparenza e un antico acquedotto a ridosso delle prime collinette. Una immagine di tranquillità accanto ai grandi parchi delle ville patrizie e sopra, quasi a vigilare, sul centro città e le ville Baslini e Belgiojoso. Ma la tranquillità di quell’angolo cittadino, nel 1980 viene spezzata dalle ruspe. E la zona diventa un cantiere. Il terreno accanto al cimitero viene spianato per fare posto a nuovi loculi. Il vecchio camposanto da cui si accedeva sotto l’arcata è saturo, occorre uscire dalle sue mura con moderne strutture atte a ospitare un centinaio di loculi. Ma anche vicino al sentiero che porta a Sartirana costeggiando il Subaglio si lavora per costruire la vasca volano per l’acquedotto. Un grosso cubo di
cemento a vista capace di alimentare la rete idrica a sud e fino alle pendici di Montevecchia grazie alla “caduta”. Un progetto del 1977 costato 130 milioni di lire, finanziato con due mutui a carico del Consorzio acqua potabile tra i comuni di Merate, Cernusco e Montevecchia. Anche la strada viene leggermente spostata dal suo asse tradizionale per fare posto al piazzale antistante il cimitero. Lavori in corso dunque che però ignorano il vecchio oratorio diventato ex dal 1966 quando don Franco Longoni inaugurò il nuovo di via Papa Giovanni XXIII. Ma tanto vecchio non è: in realtà la sua costruzione è iniziata nel 1904 per volontà dell’allora prevosto don Velzi. Il perché di quella struttura è subito spiegato: allora le nuove chiese si rifacevano come modello alla grande basilica di Lourdes. La mancanza di fondi interruppe i lavori sia esterni che, soprattutto interni. C’erano due locali bar e ritrovo riscaldati d’inverno da una stufa a legna e carbone, un salone per messe e teatri e poco altro oltre a una soffitta abitata da una famiglia. Due campi di calcio e qualche tavolo con panchine in pietra sotto i tigli. Di parroco in parroco è passata la proprietà fino al 7 agosto 1967 quando la parrocchia di Merate ne entrava in possesso. Don Franco nel frattempo aveva inaugurato il nuovo oratorio e per saldare i fornitori acquistava dalla parrocchia di cui era rappresentante il vecchio oratorio pagando con soldi propri. La generosità di don Franco non si sarebbe fermata qui: il Prevosto voleva infatti donare a un
ordine religioso femminile la struttura ma la casa madre valutò eccessive le spese di sistemazione e declinò l’offerta. Così il 12 giugno 1975 davanti al notaio Modesto Bosisio, presenti come testi Silvio Reali e Paolo Brivio, don Franco Longoni donava al comune di Merate rappresentato dall’ing. Luigi Zappa tutto l’immobile. Tra le clausole, si legge nell’atto di donazione numero 64670-19844 di repertorio che “…. I beni immobili donati dovranno entrare a far parte, anche gradualmente del contiguo cimitero comunale con inizio entro 15 anni da oggi”. Qualora questa destinazione “…..non venisse attuata dal comune di Merate lo stesso sarà tenuto a cedere gratuitamente tutti i suddetti immobili alla Veneranda Chiesa Parrocchiale di Sant’Ambrogio”.
Nulla fu fatto da allora: l’ex oratorio divenne sede temporanea del canile municipale, poi ricovero attrezzature comunali finché tra un incendio e l’altro gran parte del tetto è crollato. E oggi dentro la fanno da padrone solo bisce, topi e rovi.
L'impianto idrico
I lavori di ampliamento dell'area cimiteriale
L'ex oratorio
9/ continua