Cernusco: aggredì un militare, donna condannata a un anno

È stata condannata per resistenza a pubblico ufficiale ad un anno di reclusione e al pagamento delle spese processuali la donna che il 27 luglio del 2018 ha creato un po’ di “scompiglio” a Cernusco Lombardone dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo. A raccontare i fatti avvenuti quella notte, è intervenuto questa mattina in Tribunale uno dei militari giunto a casa della donna dopo la chiamata del marito, infastidito dagli atteggiamenti della moglie. Arrivati circa alle tre di notte presso la casa dei coniugi, i militari si sono subito resi conto che la donna, A.A. - queste le sue iniziali -, classe 1982, nata in Marocco, aveva “alzato” un po’ troppo il gomito, arrivando addirittura a chiedere loro di portarla a San Vittore perchè non voleva rimanere in casa col marito.
Messa a letto con l'aiuto del personale del 118, i Carabinieri hanno congedato il richiedente. Dopo un paio d’ore tuttavia i militari sono stati allertati nuovamente dal marito che, fattosi trovare fuori di casa, presentava una vistosa ferita sanguinante al sopracciglio, indicando loro che la consorte era fuggita in direzione della stazione ferroviaria. “In realtà non si era allontanata molto” ha detto l’operante rispondendo alle domande del Vpo Mattia Mascaro, “l’abbiamo trovata a pochi metri da casa mentre cercava di nascondersi tra le autovetture parcheggiate. Lì abbiamo provato ad interloquire con lei per tranquillizzarla ma ha iniziato ad aggredirmi mettendomi le mani addosso alla giacca e strattonandomi”. A quel punto i carabinieri non hanno potuto fare altro che procedere ad arrestare la 38enne e tradurla in caserma, dove è stata medicata dal personale del 118 che, questa volta, l’ha poi portata al pronto soccorso del Mandic di Merate. “Anche lì continuava ad aggredirmi verbalmente” ha proseguito il militare, “diceva di essere sieropositiva e che dovevo fare attenzione a me e alla mia famiglia”.
Congedato il teste e chiusa l’istruttoria, il Vpo Mattia Mascaro ha chiesto la condanna della donna a 8 mesi di reclusione, di contro l’avvocato difensore Francesca Allegra si è pronunciata per l’assoluzione della sua assistita perchè il fatto non sussiste, chiedendo in subordine il minimo della pena e tutti i benefici di legge concedibili. Tornata da una breve camera di consiglio, il giudice Barazzetta ha condannato la donna ad una pena ben più alta rispetto a quella chiesta dalla pubblica accusa. Una notte “brava” costata cara.
B.F.
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