Merate: è morto ''Piero'' Rozza, 75 anni, cittadino benemerito e alpino con il tricolore nel cuore. Sabato mattina i funerali

Pietro Rozza


Piero, come tutti lo chiamavano, aveva tre cose nel cuore che custodiva con particolare amore: la moglie Luisa e il figlio Stefano (scomparso qualche anno fa), gli alpini e il Corriere della Sera.
Le sue giornate trascorrevano scandite da questi tre universi che gli riempivano la vita ciascuno a suo modo, lo tenevano sempre vigile e informato, facendolo sentire parte di una comunità e gli davano quella forza da leoni che non è mai venuta meno pur con tutte le avversità che ha incontrato nel suo cammino.
Pietro Rozza ieri, dopo un improvviso ricovero per difficoltà respiratorie, è deceduto all'età di 75 anni all'ospedale di Merate. Nessuno si aspettava un decorso così improvviso e rapido, tanto che quest'oggi la notizia della sua scomparsa ha lasciato tutti attoniti.

Il giorno del conferimento della benemerenza civica

Nativo di Milano, aveva lavorato nel comparto spedizioni del Corriere della Sera e al quotidiano di via Solferino era rimasto sempre legatissimo anche con la pensione, tanto che quei fogli non mancavano mai nella sua casa. Sposato con Luisa, meratese, era stato colpito da una grave disgrazia quando il figlio Stefano, rimasto vittima di un incidente, non si era più risvegliato e da quel momento lui e la moglie si erano dedicati anima e corpo ad assisterlo. Nel 1996 con la suocera Antonietta, la famiglia si era trasferita a Merate, in un appartamento di via Papa Giovanni dove era iniziato un andirivieni di persone che si alternavano per assistere Stefano con piccoli ma fondamentali esercizi di fisioterapia. Allegro e accogliente Piero era sempre presente e non mancava di intrattenere coloro che varcavano la soglia della sua casa.
Per questa sua dedizione con la moglie nel dicembre 2014 l'amministrazione di Giovanni Battista Albani gli aveva conferito la benemerenza civica a testimonianza della devozione e del sacrificio offerti quotidianamente con infinito amore e senza riserve per il figlio disabile.

Una cena con volontari e amici. Al centro Piero e la moglie Luisa

Fino a quando la salute glielo ha consentito Piero raggiungeva l'edicola di piazza degli Eroi per comperare appunto il Corriere e poi si fermava a leggerlo per qualche ora nella sede degli alpini al Castello. Aveva le penne nere nel cuore e andava orgoliosissimo del suo cappello verde, portato alle sfilate e ai momenti celebrativi in piazza e non mancava mai di appendere al balcone il Tricolore nelle ricorrenze importanti della Patria così come in tanti angoli della casa.
La morte di Stefano era stata per lui un duro colpo, pesantissimo. Ma con la forza di sempre era andato avanti stando vicino alla moglie Luisa, con la quale viveva in simbiosi, e facendosi coraggio a vicenda.
Ieri poi l'inaspettato crollo delle sue condizioni di salute e il decesso in serata.

La salma di Piero è composta presso la camera ardente dell'ospedale e i funerali si svolgeranno sabato 3 ottobre nella chiesa parrocchiale di Merate alle ore 11, poi la cerimonia si concluderà al cimitero per la tumulazione.

S.V.
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