Cambia Merate interviene sulla riqualificazione di via Verdi. ''Un’opera perfetta anni ’60, fermiamola prima che sia tardi'
Sul tema è intervenuta la minoranza di Cambia Merate che, peraltro, aveva contrastato la scelta delle rotatorie senza però mettere davvero in discussione l'intero progetto. Contro l'abbattimento degli alberi, per esempio, erano stati privati cittadini a protestare mentre l'opposizione consiliare si era limitata a una interrogazione.
E anche stavolta, la debolezza del gruppo di centrosinistra si conferma con l'azione intrapresa per contestare le tesi progettuali in materia di parcheggi. Il solito comunicato cui, forse, seguirà una difesa d'ufficio da parte dell'Amministrazione comunale e la rassicurazione che da qualche parte si faranno i posteggi altrove soppressi, esattamente come per gli alberi da tagliare. E nulla più.
Fermare il progetto con tutti i mezzi dovrebbe essere il punto fermo di una opposizione solida, spiegando ai cittadini che cosa si intende fare e mostrando loro i rischi connessi alla realizzazione dell'opera, ad esempio un sensibile aumento di traffico facilmente prevedibile grazie alle rotatorie che consentiranno di "saltare" i due lunghi semafori di Cernusco.
Ma ecco il comunicato
L’abbiamo chiaramente detto in campagna elettorale lo scorso anno e ribadito ogni volta in cui abbiamo avuto occasione nei mesi successivi: il progetto di Viale Verdi è eccessivamente costoso, per di più anacronistico e in contrasto con le esigenze dei meratesi. Non è stata prevista una pista ciclabile, ci si è dimenticati di piantumare nuovi alberi e si falcidiano quelli esistenti nel giardino del CDD che viene notevolmente ridimensionato. I parcheggi diffusi vengono ridotti, a discapito dei residenti e delle attività commerciali, col risultato finale di una tangenziale interna senza semafori che attrarrà traffico dalle più importanti arterie vicine, penalizzando i pedoni e la vivibilità del viale. Solo ora sempre più cittadini e commercianti di Viale Verdi sembrano rendersi conto di quanto molti di questi aspetti critici incideranno su di loro e sulle loro necessità. Mentre in precedenza avevano forse sottovalutato le conseguenze delle opere, che raggiungono la esorbitante somma di 3 milioni di euro, e si sono affidati a un Comitato che – impaziente di conquistare a tutti i costi la riqualificazione – non solo ha trascurato rilevanti risvolti del progetto ma ha addirittura ostentato le scelte elettorali della competizione del maggio 2019. Orientamento certamente legittimo, ma che stride con la dichiarata imparzialità dei promotori. Stupiscono inoltre alcune semplificazioni adottate nel corso dell’iter di approvazione dell’opera, in particolare quelle che hanno sacrificato l’analisi dell’impatto ambientale: la riduzione degli alberi e del verde, la mancanza di una pista ciclabile e il taglio dei parcheggi di prossimità; lineamenti di un’opera perfetta nel contesto degli anni ’60 del secolo scorso, non per una Merate del 2030. Per tutto questo chiediamo ancora una volta all’Amministrazione di fermarsi e riflettere.
Alessandro Pozzi, Roberto Perego