Merate: il ''Conducator'' di viale Verdi


Giuseppe Papaleo


Gli improperi non si contano e, naturalmente, sono irriferibili. Ma una cosa è certa: da sedicente eroe di via Verdi, tronfio presidente di un comitato spontaneo la cui solidità scricchiola paurosamente, a potenziale responsabile numero uno dei possibili danni che il progetto da lui osannato, procurerà soprattutto a tutti gli esercenti.

Giuseppe Papaleo, nella parte del conducator del viale a sud della città, ci stava come il topo nel formaggio. Sempre presente a tutti gli incontri pubblici, sempre immortalato col microfono in mano, ostico col centrosinistra, prono col centrodestra che lo ha blandito per ottenerne i favori e una buona pubblicità elettorale. Ma eravamo nel 2019, di piani definitivi circa la riqualificazione di via Verdi se ne parlava soltanto in modo superficiale e, naturalmente, enfatico. E Papaleo non perdeva occasione per fare propaganda, sicuro, in buona fede, che quel progetto avrebbe trasformato lo stradone in un bellissimo viale senza per ciò procurare penali a quanti lì abitano e lavorano.

Grazie alla sua infaticabile opera, i residenti avevano riscoperto il valore del quartiere, con i pranzi di vicinato, le cene natalizie, l'accensione dell'albero all'Immacolata. E sotto l'abete, lui, il Presidente, con qualche scudiero a gridare, in preda all'euforia "Viva Panzeri", che sarebbe il sindaco di Merate. Giusto per sottolineare l'imparzialità intrinseca di un comitato civico.

Il sindaco Massimo Panzeri

Ma il tempo è passato, il pranzo è stato consumato e ora arriva il conto da pagare. Un conto salato per i residenti di via Verdi. Dovranno sopportare anni di disagi e, al termine, con ottime probabilità, un traffico ancor più sostenuto a causa delle invitanti rotatorie.

Qualche spicciolo va pagato già adesso, però. Grazie alla legge anti covid, il panificio Tamandi ha beneficiato di uno spazio pubblico su cui installare tavolini e sedie ma previa soppressione di 5 posti auto. Un brutto spettacolo sotto il profilo etico dato che Fabio Tamandi è consigliere di maggioranza nonché braccio sinistro del Sindaco (il destro è il fido capogruppo Centemero, sodale nei giovedì di negozi aperti fino alle 23, di memorabili nottate e di qualche gaudente nuotata in compagnia. . . .). E già si dice che l'area parcheggio alle spalle di quella che un tempo era la caserma dei carabinieri si chiamerà piazzetta Tamandi, non prima di abolire anche i 5 residui posteggi. Roba da Ceppaloni.

Il guaio vero però è che salteranno tanti altri posti auto, nei punti in cui il progetto prevede banchine e rientranze oltre a pezzi di proprietà privata espropriati per pubblico utilizzo. E senza parcheggi lavorare è difficile.

Finalmente gli operatori commerciali hanno compreso che cosa rappresenta davvero la riqualificazione di via Verdi e oggi temono che i danni saranno superiori a quelli provocati da lockdown, perché se non trovi parcheggio il caffè lo vai a bere da un'altra parte.

Nulla di sorprendente, da anni scriviamo che bastavano pochi interventi di messa in sicurezza degli attraversamenti pedonali e della banchina per rendere più vivibile via Verdi. Invece si andranno a spendere 3 milioni per avere come risultato finale: a) meno posti auto; b) meno piante; c) più traffico indotto.

E ora che piano piano la gente comprende che cosa l'aspetta, la fama di conducator di Papaleo - ma anche di Tamandi - minaccia di precipitare nella polvere.

Fossimo in lui, piuttosto che continuare a vestire da Napoleone del viale, ufficiale di collegamento col palazzo, adotteremmo l'abbigliamento del mitico Niscioela, la divertente macchietta meratese che sapeva trasformare una rogna in una risata. Ma si guardava bene dall'esaltare una minchiata.

Claudio Brambilla
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