Olgiate: un cugino e 100.000 euro portano a processo una avvocato ma viene assolta
Per un'udienza ha dismesso la toga, vestendo invece... i panni dell'imputata. Un avvocato con studio a Merate è finita a processo nei giorni scorsi al cospetto del giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Lecco Paolo Salvatore. La legale - assistita dai colleghi Stefano Pelizzari e Maria Grazia Corti - si è dovuta difendere dall'accusa di peculato, mossa nei suoi confronti da un cugino - costituitosi parte civile per il tramite dell'avvocato Mauro Bussani - nell'ambito di una vicenda che intreccia il profilo professionale della donna ai suoi affetti familiari. Da quanto è stato possibile apprendere, infatti, l'imputata era stata nominata amministratore di sostegno di una zia residente a Olgiate, venendo poi denunciata alla scomparsa della donna. Al centro del "caso" una polizza assicurativa che avrebbe intestato al proprio padre, fratello dell'assistita. 100 mila euro il valore, corrisposto all'uomo alla morte della sorella. Un qualcosa di mal digerito dal cugino della legale che l'ha trascinata in giudizio. Gli avvocati Pelizzari e Corti hanno optato per la loro cliente per il rito abbreviato, chiudendo la questione dinnanzi al Gup. Il pubblico ministero Paolo Del Grosso, titolare del fascicolo, ha chiesto la condanna a un anno, nove mesi e dieci giorni nonché la confisca della somma oggetto del procedimento. Di contro la difesa, producendo la necessaria documentazione, ha sostenuto invece come fosse volontà dell'anziana zia dell'imputata lasciare quella fetta del proprio patrimonio al fratello e come dunque l'amministratrice di sostegno non abbia "distratto" alcunché indicando il proprio padre quale beneficiario della polizza. Un tesi quest'ultima evidentemente condivisa dal giudice che ha infatti assolto la toga lecchese con formula piena. Il fatto non sussiste.