Merate: il gazebo dell'Anpi per il No al taglio dei parlamentari

Un gazebo in piazza Prinetti per spiegare le ragioni del No al referendum. Così l’ANPI Merate e Brianza lecchese ha esposto la propria posizione nella mattinata di sabato 12 settembre. Non hanno dubbi i militanti dell’associazione dei partigiani: non si risolve il problema della qualità del Parlamento diminuendo la quantità degli eletti. “Non è togliendo una fetta del Parlamento che si risolve la questione di fondo. La riforma crea un problema sulla rappresentatività. Non si possono fare le riforme costituzionali senza pensare alle conseguenze” è netto Domenico Basile, volto storico dell’Anpi lecchese. Le ragioni di risparmio economico sono di scarso rilievo, perché corrisponde allo 0,007% della spesa pubblica. “Di Maio diceva che si risparmiava così 1 miliardo di euro, ma era una bufala. Hanno persino sbagliato a dare le cifre. Se la questione è economica, allora dovrebbero abbassare le remunerazioni dei parlamentari” ha rincarato Paola Cabrini.


Al banchetto dell’ANPI si respirava una certa delusione nei confronti del PD, che ha appoggiato il sì senza lasciare la libertà di scelta all’interno del partito. Basile si è spinto a figurarsi scenari futuri: “Questa riforma voluta dal Movimento 5 Stelle è demagogica e persegue una logica di tipo fondamentalmente fascista. Riduce la possibilità per i cittadini di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento. La Storia insegna che prima di arrivare al fascismo si passa dal populismo. Chi afferma che si attua questa riforma in nome della volontà del popolo dimostra o ignoranza o prepotenza”. L’Anpi lamenta la scarsa rilevanza che è stata posta dai media sul referendum. La poca informazione potrebbe favorire un voto di pancia, sostengono i militanti.
M.P.
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