La Semina: il giornalista Enrico Camanni racconta le sue ''storie di neve e ghiaccio'' in un webinar

"Storie di neve e ghiaccio" è il titolo del secondo webinar organizzato dall'associazione culturale meratese La Semina, appartenente al ciclo "Montagne da sognare". Il relatore dell'incontro è stato il giornalista Enrico Camanni, mentre a moderare è stato Giovanni Pareschi, direttore della sede di Merate dell'Osservatorio Astronomico di Brera.
Il Leitmotiv, nonché vero protagonista della conferenza è stato il ghiaccio, da intendersi talvolta come ghiacciaio, talvolta come neve, talvolta come montagna ghiacciata. Ed è il rapporto tra l’uomo e il gelo che Camanni ha voluto esplorare e descrivere in tutte le sue declinazioni in molti dei suoi scritti, tra cui gli ultimi due libri da lui pubblicati: “Una coperta di neve”, edito da Mondadori e “Il grande libro del ghiaccio”, pubblicato da Editori Laterza. Un ghiaccio che Enrico Camanni conosce molto bene, visto che la sua passione per la scrittura è pari solo alla passione per la montagna. Nato a Torino nel 1957, è proprio attraverso l’alpinismo che è entrato nel mondo del giornalismo, fino a diventare caporedattore della Rivista della Montagna, fondatore-direttore del mensile “Alp” e del semestrale internazionale “L’Alpe”, e scrittore di saggi e romanzi sulla storia e letteratura delle Alpi.


Enrico Camanni

A proposito dei suoi ultimi due lavori, Camanni ha affermato “entrambi nel titolo fanno riferimento a uno stesso elemento, la neve e il ghiaccio, che non è altro se non neve ghiacciata. Forse non è un caso che negli ultimi tempi abbia lavorato e riflettuto molto su questo elemento perché è proprio evidenza di quanto stiamo incidendo sull’ambiente. I ghiacciai e i nevai si sciolgono sotto gli occhi. Ho riflettuto molto sull’ambiente e sul rapporto tra l’uomo e il ghiaccio nei secoli, un rapporto di straordinario interesse sia nel passato che attualmente.” Sebbene tali riflessioni accomunino entrambi i volumi, esse prendono forme diverse nei due scritti, che appartengono a generi letterari diversi. “Una coperta di neve” è infatti un romanzo che racconta un altro episodio legato al personaggio fittizio di Nanni Settembrini, guida alpina e capo del Soccorso alpino, che gli appassionati lettori di Camanni ricorderanno da “La sciatrice” (Cda&Vivalda), “L’ultima Camel blu” (Cda&Vivalda) e “Il ragazzo che era in lui” (Vivalda). In quest’ultimo capitolo, Settembrini salva assieme alla sua squadra una donna rimasta sepolta da una valanga che sopravvive per miracolo ma perde la memoria a causa del trauma subito. Sebbene venga etichettato come “romanzo giallo” per via dei molti misteri che avvolgono le circostanze del ritrovamento della donna, questo libro è molto di più: è un viaggio nella memoria, che accompagna la misteriosa donna nella ricerca e nella ricostruzione della sua identità attraverso ricordi lontani, i più profondi dell’essere, che trascendono la razionalità e che sono legati a profumi, sapori, musiche ancora prima degli affetti e “delle cose che invece da adulti ci sembrano importantissime”, usando le parole dell’autore.


Giovanni Pareschi

E a fare da sfondo alla vicenda c’è la montagna, una montagna che quasi diventa un silenzioso personaggio e che si evidenzia non tanto come luogo mitico o incantato quanto come luogo contemporaneo, pieno di meraviglia ma anche di ombre. Camanni non vuole dipingere una montagna che è semplicisticamente bella, facile, meravigliosa, preferisce invece spogliarla da ogni stereotipo e rappresentarla come un mondo particolarmente affascinante ma pieno di pericoli e contraddizioni, in altre parole attraverso le lenti della contemporaneità. L’autore racconta così le Alpi nella loro ampiezza visto che l’intreccio narrativo si sposta dal Monte Bianco al Sud Tirolo, cogliendo l’occasione per registrare i luoghi e gli ambienti che popolano con un’incredibile ricchezza l’arco alpino italiano e i mutamenti di paesaggi, boschi, rocce, lingue, persone e per raccontarli a tutti, a un pubblico vasto non necessariamente composto da esperti della montagna al fine di scardinare l’idea che la montagna sia un’entità statica e monolitica.


Pierangelo Marucco

“Il grande libro del ghiaccio” è invece un saggio che indaga l’evoluzione del rapporto tra uomini e ghiacci attraverso i secoli. Con un approccio prevalentemente storico, Camanni racconta come la lotta millenaria dell’uomo con il gelo si sia evoluta nel tempo, prima con il rovesciamento radicale dei valori in età romantica, che ha portato a vedere il bello e il sublime in quei luoghi tradizionalmente considerati ostili e non esteticamente interessanti, e poi con il mutamento degli immaginari legati all’inverno ad alta quota con lo sviluppo delle attività sciistiche. Il tutto costellato da riflessioni sulla preziosa importanza del ghiaccio come “forziere della storia”, sul ruolo giocato dalle scoperte scientifiche e dalla tecnologia nel dipanare i misteri legati al fragile e affascinante mondo del ghiaccio, e da esempi su come il ghiaccio abbia condizionato più di una volta il corso della storia, per esempio determinando le sorti di molte guerre sin dai tempi di Alessandro Magno. Il saggio si conclude poi con alcune considerazioni circa l’attuale rapporto dell’uomo del ghiaccio, che come constata lo scrittore, ha subito una sorta di ulteriore rovesciamento: “Oggi noi viviamo con una sorta di peccato, io spero, di senso di colpa per il fatto che i ghiacciai se ne stiano andando perché sappiamo per certo di essere responsabili o co-responsabili di questo ritiro così repentino. E quindi quello che una volta era il male, insomma il ghiaccio, oggi si è rovesciato cioè oggi è un male che noi lo perdiamo, perché perdiamo un paesaggio, una fonte idrica fondamentale per tutti gli stati che vivono intorno alle Alpi per esempio, e perdiamo una risorsa che riteniamo preziosa sia dal punto di vista estetico sia dal punto di vista materiale.” L’intervento si è concluso con una sessione di domande e risposte e con l’augurio di Camanni di continuare a meravigliarci di fronte alle cose e alla natura, affermando che “questo forse è l’unico segreto che conta perché se diventare adulti vuol dire non meravigliarsi più, forse sarebbe meglio non diventarlo.”
La conferenza è stata trasmessa in diretta Facebook e tramite la piattaforma Zoom e il suo video è disponibile sul canale YouTube dell’associazione. I prossimi appuntamenti di “Montagne da sognare” avranno luogo martedì 15 settembre (Storia dei Ragni di Lecco, con Serafino Ripamonti) e venerdì 9 ottobre (Montagne e genti di Valmadrera, con Gianmaria Mandelli), entrambi alle ore 18 all’indirizzo https://us02web.zoom.us/j/7945306932.
Ar.S.

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