Con La Semina e l'antropologo Salsa un viaggio nel paesaggio alpino, spazio di vita
Il paesaggio come spazio di vita. Questo il concetto chiave che ha dato il via alla conferenza telematica "Il paesaggio alpino nella sua evoluzione storica e culturale", inaugurando così il ciclo di webinar dal titolo "Montagne da sognare" organizzato dall'associazione culturale meratese La Semina e patrocinato dal comune di Valmadrera.
Il primo degli incontri dedicati al mondo della montagna ha visto come protagonista l'antropologo e filosofo Annibale Salsa, che durante la sua brillante carriera ha tra le altre cose ricoperto la carica di Presidente del Club alpino italiano e di Presidente del Comitato Scientifico di Accademia della Montagna del Trentino. Il tema del paesaggio in generale, e di quello alpino nello specifico è un argomento caro al Prof. Salsa e alla più ampia comunità scientifica che, con la stipula della Convenzione europea del Paesaggio nell'ottobre 2000 ha portato alla ribalta un argomento di grande rilevanza per una varietà di categorie professionali, quali agronomi, urbanisti, architetti del paesaggio e pianificatori territoriali. Per capire l'importanza della presa di consapevolezza circa la centralità del paesaggio nel contesto alpino è fondamentale però rifarsi a una definizione "scientificamente corretta del paesaggio" ossia, citando Annibale Salsa, "al paesaggio inteso come spazio di vita, quindi un qualcosa che ha a che fare con la costruzione sociale operata da una comunità che insiste su un determinato territorio".
Il presidente della Semina dr. Stefano Covino
Si tratta quindi non di un paesaggio naturale ma di una costruzione culturale e sociale prodotta da una comunità e che di conseguenza interessa tutte le realtà in cui vive l'uomo siano esse urbane, metropolitane o, per l'appunto, alpine. Una volta chiarito questo concetto basilare, il professor Salsa ha ripercorso in maniera appassionata e coinvolgente la creazione e l'evoluzione del paesaggio alpino nel corso dei secoli a partire dalla preistoria, quando sono state attestate le prime presenze umane sui rilievi alpini, per arrivare fino ai giorni nostri. Un particolare approfondimento è stato dedicato ai cambi di paradigma avvenuti nel Medioevo e nel diciottesimo secolo. Come ha illustrato Salsa, il primo cambio paradigmatico è avvenuto quando a partire dall'anno mille le Alpi hanno iniziato a diventare un luogo residenziale a tutti gli effetti e a essere viste non più come una barriera che divide ma come una cerniera che unisce i versanti opposti; il secondo si è invece verificato alla fine del settecento, quando è avvenuta la prima salita del Monte Bianco e i montanari hanno iniziato a interessarsi alla fascia sommitale delle montagne, quindi a quelle rocce e ghiacciai che un tempo venivano temuti in quanto ritenuti sedi di presenze demoniache e che venivano svuotati di questo significati e investiti dall'idealizzazione romantica e cittadina del contesto montano. Durante l'excursus sono stati toccati dal relatore anche una serie di temi con un approccio fortemente interdisciplinare quali la responsabilità dell'uomo nell'interagire correttamente con la natura per garantire un buon paesaggio, il recente abbandono delle montagne e l'ancora più recente interesse dimostrato da alcuni giovani nel re-insediarsi nei luoghi montani, le nuove sfide e difficoltà che tali luoghi pongono e il conseguente rischio della perdita del paesaggio alpino.
Il consigliere Pierangelo Marucco
Da ultimo, in risposta ad alcune domande poste dagli uditori, Salsa si è soffermato sulle potenzialità delle nuove tecnologie nel salvaguardare la montagna e sul ruolo del turismo nella valorizzazione del paesaggio montano, per poi concludere con l'auspicio di assistere a un "rinascimento alpino". Alla conferenza sono intervenuti anche il Presidente della Semina Stefano Covino e il consigliere del comitato direttivo Pierangelo Marucco.
Ar.S.