Merate: dal test di gravidanza al test per il covid. L'idea prende luce alla ''Allum''
Da sinistra il presidente di Api Luigi Sabadini, la dottoressa Stefania Magni di Allum,
il direttore di Api Marco Piazza e in video il professor Pasquale Vito
Un'idea semplice quanto geniale.
Utilizzare un comune test di gravidanza e, con lo stesso principio, misurare l'eventuale positività non tanto all'arrivo di un bambino quanto al contagio da coronavirus. È quanto messo a punto dall'Allum di Merate con sede in via Campi, specializzata nel campo dell'illuminazione, che nel periodo del lockdown stava cercando una soluzione per sanificare gli ambienti tramite biosensori e tecnologie che consentissero di rilevare la presenza del virus e poi procedere con la pulizia. Dato che il progetto si stava rivelando oneroso e lungo da portare a compimento, l'azienda ha deciso così di puntare altrove e dopo una serie di ricerche è venuta in contatto con Pasquale Vito, professore di genetica dell'Università degli Studi di Benevento.
La titolare di Allum dottoressa Stefania Magni
L'empatia che si è stabilita subito e le professionalità che si sono incontrate hanno consentito di sviluppare questo "test giornaliero" per la rilevazione del covid, tramite l'utilizzo di particolare reagenti. Raccolto il campione di saliva, la "penna" lo analizza: due striscette persona contagiata, una striscetta soggetto negativo. La facilità e la rapidità della somministrazione di tale esame consentirebbero il suo uso in svariate situazioni dove appunto il fattore tempo è determinate, come ad esempio l'ingresso a scuola. Una soluzione dunque semplice, poco costosa, da ripetere anche giornalmente e con un grado di affidabilità molto elevato in cariche virali importanti e dunque particolarmente pericolose, come spiegato sia dal professor Pasquale Vito che dalla titolare dell'azienda Stefania Magni. Il Daily tampon non potrà sostituire la diagnosi certa di covid fatta in ospedale ma certo offre una primo importante e affidabile riscontro.
Il presidente Luigi Sabadini
Come auspicato dal presidente di API Lecco, Luigi Sabadini, cui l'azienda è affiliata, la speranza è che la produzione possa restare in Italia così come le sue ricadute sulla comunità. Servirà ancora del tempo per avere contezza precisa dei costi e della filiera di produzione, ma ha ribadito la dottoressa Magni è solo questione di qualche settimana e poi, una volta chiariti e determinati tutti gli aspetti, si potrà partire con questo progetto pilota che parla meratese.
S.V.