Merate: prima celebrazione per don Riccardo che dedica un ''grazie'' alla famiglia. Don Luigi: porta speranza nel mondo

Il giorno più atteso da quando ha ricevuto la chiamata del Signore, rispondendo presente, secondo forse soltanto all'ordinazione sacerdotale ricevuta nella mattinata di sabato nel Duomo di Milano, è arrivato.

L'ingresso di don Riccardo Fumagalli nella parrocchia di Sant'Ambrogio

Don Riccardo Fumagalli ha celebrato la sua prima messa da prete nella chiesa della sua città natale, Merate, in presenza di numerosi fedeli della comunità opportunamente distanziati in rispetto delle normative anti-Covid (motivo per cui le navate sono ''evase'' persino dalle mura della parrocchia riempiendo l'intero sagrato).

Tra loro i sacerdoti della comunità e immancabili, seduti in tra le prime file, coloro che hanno da sempre sostenuto la scelta del prete novello, i suoi genitori e i suoi parenti.




Una cerimonia scandita da numerosi momenti di riflessione, passaggi eseguiti solennemente dal giovane don Riccardo che ha dimostrato durante tutta la funzione una certa tenuta di fronte alla grande emozione di celebrare per la prima volta una messa a Merate. Al neo parroco non sono mancati i consigli di chi riveste quello stesso ruolo all'interno della Chiesa da diversi anni, come il prevosto don Luigi Peraboni.

Il sindaco Massimo Panzeri

''Vorremmo insieme a te, caro don Riccardo, ricordare il tuo cammino'' ha esordito. ''Momenti belli, ma anche difficili e di fatica. Vorremmo insieme a te ricordare l'importanza della memoria attiva e costruttiva. Una memoria che ci fa guardare il passato, non con nostalgia ma sapendo scrutare e fissare quei momenti particolari di grazia, di intervento di Dio nella nostra vita. Il nostro invito è proprio quello di non dimenticare il Signore, ma nemmeno la tua comunità e le tue radici, nel segno della fiducia al futuro. Oggi don Riccardo celebri per la prima vplta il mistero dell'eucarestia, ma cosa hai di nuovo da dirci? Come possiamo essere ancora credibili nella logica del Vangelo? Il primo suggerimento e che per essere credibili nella logica vangelo l'importante è essere come viandanti. Significa essere sempre in cammino e non avere paura delle novità. Il secondo atteggiamento per essere credibili è essere mendicanti. Chiediamo a don Riccardo di girare il mondo tendendo la mano con la consapevolezza che noi non siamo padroni di tutto. Il terzo suggerimento è quello di essere obbedienti al vangelo''.

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Don Luigi, citando un teologo del '900, ha poi parlato della simbolismo del Poligono, erbaccia tenace che resiste ad ogni tentativo di rimozione da parte dell'uomo, raffrontata dal prevosto alla Parola del Vangelo, impossibile da sradicare tra gli uomini perché fonte di speranza.

''Ecco don Riccardo, porta nel mondo la speranza del pane spezzato e del vino versato'' ha concluso don Luigi. ''Questa è l'impresa che ti affida la Chiesa affinché il mondo creda''.

Il neo sacerdote con la sorella, il cognato e le nipotine

Poco prima del termine della funzione, invece, a prendere la parola è stato proprio don Riccardo il quale dando lettura di uno scritto appositamente preparato per l'occasione ha rivolto il suo ''grazie'' alla famiglia, a mamma Elena e papà Aurelio, alla sorella Alice con il cognato Roberto e le nipotine Viola, Giada e Lisa. Un particolare ringraziamento lo ha rivolto a tutti i nonni, tra cui nonno Luigi.

Don Riccardo fra i genitori Elena e Aurelio

Don Riccardo, ufficialmente prete da appena 24 ore, è dunque pronto a prendere posto nelle parrocchie di Mozzate, Carbonate e Locate Varesino come Vicario Parrocchiale.

A.S.
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