Anziché giocare allo scaricabarile Panzeri dica che cosa farà nei prossimi 100 giorni

Quarant'anni fa il lago si presentava così

Pochi minuti dopo il tramonto, a quattro giorni dal disastro misurato in 3,5 tonnellate di fauna ittica andata perduta, praticamente il lago è quasi desertificato, sulla riserva grava un alone di morte. L’odore della putrefazione è ancora intenso, sulle acque rese più limacciose da grandi chiazze di alghe, galleggiano ancora decine di pesci a pancia in su; al largo si notano gli esemplari più grossi. Sembrano scomparse anche le folaghe, le gallinelle d’acqua, l’airone cenerino, il tarabusino, il germano reale, il martin pescatore. Dal pelo dell’acqua emerge ogni tanto la testolina di un piccolo anatroccolo in cerca di un compagno.  Poi si rituffa e sparisce. La riserva sembra una terra abbandonata. Vuoti gli angoli solitamente occupati dai pescatori, non ci sono sedie né piccole tende. Non c’è nessuno. La portata del disastro diventa drammaticamente evidente proprio camminando in solitudine attorno alle sponde. Tace anche la cornacchia grigia. Intanto le cannette non più tagliate, dalla riva avanzano verso il centro del lago, le grandi isole si espandono, i due canneti rubano spazio all’acqua, marciscono e finiscono sul fondale sempre più basso, sempre più melmoso. Si diffonde anche il tappeto di ninfee. E lo specchio d’acqua tende a sparire.

In questo scenario si colloca la surreale lettera del sindaco Panzeri che cerca di scaricare le responsabilità sul Consiglio di gestione della Riserva. Un tentativo miserabile se soltanto ci si ricorda del sarcasmo supponente con cui rispose alla minoranza che nel corso della prima seduta consiliare chiedeva interventi urgenti e importanti per evitare la morte del lago. Il lago muore? Esagerati, magari ha un’influenza ma state tranquilli che ha ancora qualche anno di vita.

Martedì, giorno del disastro, né lui né nessun altro componente della Giunta Municipale si sono degnati di salire a Sartirana per aiutare i volontari e i pescatori nell’opera di recupero di migliaia di pesci morti. Troppo impegnato forse, il signor Sindaco, a preparare l’ultimo giovedì di festa con la Nostra Mela.

Solo mercoledì Panzeri, accompagnato dagli amici Paolo Centemero e Fabio Tamandi, si è visto nella Riserva ad osservare la strage di pesci che certo non è stata provocata da un’influenza.

Paolo Centemero, Fabio Tamandi e il sindaco Massimo Panzeri mercoledì mattina al Lago


Ci si sarebbe aspettati, a questo punto, una immediata elencazione di quanto la Giunta intende fare nei prossimi 100 giorni. Invece Panzeri accusa altri: chi tira in ballo via Verdi, la minoranza presente nel Consiglio di gestione, il Movimento 5 stelle che avrebbe impedito l’ingresso dei cani nella riserva, mentre è una norma regionale a vietarlo, regione a trazione leghista come si sa. Gioca allo scaricabarile.

 Senza arrivare a Luca Morisi e la sua Bestia, a Panzeri pensiamo manchi davvero uno spin doctor che gli segni il percorso e scriva per lui gli interventi. 

Questi gli avrebbe suggerito di chinare il capo, disperarsi con gli ambientalisti e i pescatori e poi presentare un programma di interventi immediati senza badare a spese per: 1) dragare il fondo del lago; 2) ridimensionare i canneti e le isole; 3) aumentare la profondità dei canali; 4) riaprire le vecchie sorgenti; 5) chiedere l’allacciamento a pozzi privati per immettere più acqua nel lago; 6) riallestire la zattera con a bordo la strumentazione per monitorare lo stato delle acque e lanciare l’allarme in caso di pericolo; 7) ripulire l’intero alveo della Ruschetta per consentire il facile deflusso dell’acqua verso lo stagno a valle; 8) acquisire al patrimonio pubblico San Rocco e riportarlo all’antica funzione con strutture idonee alla didattica; 9) ripristinare il corso della Roggia Annoni; 10) ricreare i canali dove un tempo si estendeva il laghetto di Novate.

Poi se tutto non si potrà realizzare in una consigliatura il resto lo completerà la successiva. Magari composta dai medesimo membri  di oggi.

Invece, rileggete un passaggio dell’intervento del primo cittadino: “Le opere previste vanno trasmesse entro il 30/9 di ogni anno al Comune e “rivestono carattere di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza”. In altre parole, se motivate, non hanno limiti di spesa per cui eviterei paragoni infelici con altre opere già previste”.

 Capite che cosa scrive Massimo Augusto Panzeri? Che il Consiglio della Riserva deve trasmettere entro il 30 settembre al Comune – che notoriamente risiede su Marte – le opere da fare e se sono motivate si potranno finanziare.

Ci sono agli atti studi voluminosi datati 2002, 2010 e 2020 ma evidentemente non ha avuto tempo di leggerli. Nella sostanza dicono le stesse cose e suggeriscono i medesimi interventi. Basta programmarli. Anche lunedì, anche oggi volendo.

Dire che la città ha un sindaco inadeguato è il minimo dovendo restare nel civile confronto. Ma qui c’è di mezzo un bene comune, una riserva naturale patrimonio della collettività che le generazioni precedenti ci hanno lasciato in buone condizioni e a noi corre l’obbligo di fare altrettanto con le future.

Non ci possiamo più permettere che l’inadeguatezza di chi ha il potere comprometta tutto questo.

Scendano in campo le forze migliori, anche dentro la maggioranza, e impongano la tabella di marcia con priorità assoluta e senza limiti di spesa. Si tratta di un investimento economico che darà lavoro e che nel tempo si trasformerà in un asset turistico importante.

Il lago non ha l’influenza, ha il coronavirus. Serve la terapia intensiva, non l’aspirina. E serve subito non dopo il 30 settembre.
Claudio Brambilla
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.