Merate: mentre i volontari asportano migliaia di pesci morti dal lago la maggioranza festeggia con spumante e pizzette
Mentre gli assessori e il sindaco festeggiavano il compleanno della segretaria comunale a spumante e pizzette, su, nella riserva lago pescatori e volontari si affannavano a estrarre dalle limacciose acque del lago le carcasse di migliaia di pesci morti. Una ecatombe, una strage come non si ricordava da decenni. Una moria spaventosa.
Nessun assessore, nessun consigliere comunale – con l’esclusione del capogruppo di minoranza Castelli - a metà pomeriggio ancora si era degnato di vedere cos’era accaduto nella notte tra lunedì e martedì. Una vergogna che resterà – e non è la prima – nella cronaca oggi e nella storia domani, di questa Amministrazione comunale.Alle 21 sulla riserva aleggiava un’aria di abbandono, la puzza della decomposizione di migliaia di specie ittiche, dalle più piccole a quelle del peso di alcuni chili, rendeva persino difficile la respirazione. Nessun pescatore, solo gruppetti di persone attonite a guardare le acque coperte dai cadaveri dei pesci a pancia in su. E nei presso del Bagnolo ancora tre grandi bidoni dell’umido stracolmi di pesci morti a rendere ancora più nauseabonda l’aria.
Ma dove siamo finiti? Mentre tutti parlano della tutela dell’ambiente, della lotta all’inquinamento che senza dubbio ormai accelera i fenomeni virali abbiamo al governo della città una Giunta lego-forzista la cui sola ansia è quella di spendere tre milioni per via Verdi ma non riesce a trovare i soldi per salvare una bellezza naturale come la riserva di Sartirana.
E di San Rocco cosa ancora dobbiamo scrivere? Che da anni ci promettono che a settembre qualcosa cambierà ma nulla cambia mai e i ragazzini per pescare debbono cercare un minuscolo specchio d’acqua in cui gettare l’amo?
E’ ora di dire basta. E noi lo diciamo forte e chiaro a questa Giunta. La minoranza è debole, incapace di iniziative che in altri tempi avrebbero fatto tremare la città.
Non c’è più tempo da perdere, la situazione al lago è drammatica, oltre quanto anche noi che ne seguiamo da quarant’anni le sorti, pensavamo.
Tocca anche ai cittadini di Merate e a quanti la domenica affollano le rive del lago, alzare la voce, costringere l’Amministrazione cittadina a dare subito il via al piano di risanamento senza indugiare nella ricerca di fondi in regione. I soldi Merate li ha e li può spendere.
Accenda un mutuo e prepari subito la procedura per l’assegnazione dei lavori. Ma nel frattempo l’assessore Robbiani – che ha dimostrato di voler fare qualcosa di concreto – dia ascolto ai vecchi pescatori e al presidente della Fipsas provinciale, suo collega di partito, l’avvocato Stefano Simonetti: predisponga interventi immediati per il ripristino delle sorgenti e ordini il miglior utilizzo della saracinesca che regola il deflusso dell’acqua verso la Ruschetta.
Se non si agisce subito il lago diventerà presto una palude priva di specie animale. Senza più pesce si interrompe la catena alimentare. E allora addio ai sogni di creare una riserva naturale.
Claudio Brambilla