Codurelli: 4 SI per la Democrazia
"Quattro si per la democrazia", non lasciamoci scippare il diritto di esprimere le nostre idee su questioni fondamentali, come l'acqua, il nucleare e la giustizia, così importanti per il futuro della nostra società
Il Referendum è un importante istituto democratico e i cittadini sono chiamati ad interrogarsi su temi che riguardano la nostra convivenza ed importanti scelte politiche del nostro Paese.
La Corte di Cassazione accogliendo il nostro ricorso ha respinto, evidentemente non ha potuto ignorare le parole di Berlusconi, quando ammise spudoratamente che lo stop al piano nucleare era solo uno stratagemma per evitare il referendum ed impedire agli italiani di dire la loro.
Ora i cittadini potranno democraticamente esprimersi anche su questo tema tanto importante e decidere il futuro energetico del nostro paese respingendo una scelta sbagliata, costosa e insicura come il nucleare.
Infatti la Germania che da oltre 10 anni investe sul futuro attraverso un grande investimento sulle rinnovabili, ha annunciato la dismissione dei suoi reattori nucleari. Da noi invece siamo al paradosso: si blocca la strada delle rinnovabili, si balbetta sul nucleare e si tenta di tutto per lo scippo referendario. E' chiaro l'obiettivo del Governo di far saltare il quorum, sia per proteggere gli interessi delle lobby economiche che vogliono mettere le mani sul futuro energetico del nostro Paese e su un bene comune come l'acqua, ma soprattutto per salvare, ancora una volta, Berlusconi dai suoi guai giudiziari.
Un SI per fermare il nucleare. Sul settore dell'energia manca da parte del Governo un progetto complessivo. Al contrario, ci troviamo di fronte ad un quadro poco chiaro dal punto di vista della spesa e dei tempi previsti per la realizzazione delle quattro centrali. Per un ciclo completo di una centrale occorrono: dai 3 ai 5 anni per l'individuazione dei siti permessi, dai 7 ai 10 anni per la costruzione della centrale. Servono, inoltre, dai 40 ai 60 anni, salvo inconvenienti , come periodo di funzionamento, oltre a un tempo di attesa per lo smaltimento che va dai 50 ai 100 anni. Un settore, quindi, poco competitivo e con costi che, come dimostrano i dati e le esperienze di altri paesi, sforano spesso le spese e tempi previsti. Ancora meno chiara, poi, risulta la questione dello smaltimento delle scorie. Tema annoso per un paese come il nostro, che non ha siti idonei in termini di sicurezza e che non ha ancora risolto la questione dei rifiuti provenienti dalle centrali chiuse in seguito al referendum del 1987, di cui ancora oggi paghiamo in bolletta i costi. Le quattro centrali proposte dal governo rappresentano, quindi, una vera e propria follia che lascerà un debito immenso a centinaia di generazioni future. Per queste ragioni, come Pd, siamo profondamente contrari al nucleare sia per ragioni antieconomiche e per i pericoli che potrebbero derivare dalla scelta di reintrodurre il nucleare.
Due Sì per l'acqua pubblica. La privatizzazione delle risorse idriche è un altro attacco sferrato dal Governo ai diritti dei cittadini. La maggioranza intende trasformare l'acqua in un bene sottoposto alle leggi di mercato. Al contrario il Pd ha fatto una proposta di legge che si basa sostanzialmente su tre punti principali: la costituzione di una authority nazionale per la tutela dell'acqua pubblica, che permetta ai cittadini di fare propri i poteri decisionali e d'intervento. Poteri che l'attuazione del Decreto Ronchi, che ha introdotto la privatizzazione forzata del sistema idrico, ha eliminato, rimandando al governo la capacità di decisione e di intervento dei sindaci e delle giunte comunali. Altro punto importante è la gestione industriale della rete idrica nazionale, affinché tutti i cittadini siano serviti in modo congruo e ottimale dal servizio idrico. Infine, nella proposta di legge del Pd si è pensato di creare delle tariffe agevolate per le famiglie numerose e con situazioni economiche svantaggiate".
Un Sì affinché la giustizia sia davvero uguale per tutti. E' chiaro a tutti che il governo ha cercato e cerca di sabotare il quesito sul nucleare per evitare che una partecipazione massiccia, magari sull'onda emotiva dei fatti di Fukushima, porti al quorum anche sul legittimo impedimento. Un trucco per distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dai processi e dalle vicende giudiziarie che coinvolgono Berlusconi e garantirgli l'impunità. Non possiamo accettare che la giustizia sia piegata agli interessi dei più forti. Siamo di fronte ad una palese aggressione dei nostri diritti e la spregiudicata manipolazione delle regole democratiche ci richiama al dovere di opporci e mobilitarci per trasformare l'indignazione in partecipazione attiva, verso il raggiungimento del quorum e l'affermazione dei sì.