Lago Sartirana: 14mila mc di fanghiglia da asportare, 2 anni di lavoro, spesa max 2 milioni. Presentato lo studio di Negri


L'ultimo studio realizzato dal professor Alberto Negri, idrobiologo che da decenni collabora con le Amministrazioni comunali di Merate nel monitoraggio del lago di Sartirana, conferma quanto è noto da sempre: lo specchio d'acqua soffre di forte ipertrofia e per almeno sette mesi l'anno il sensore rileva il superamento della soglia di 100 mg. di fosforo per litro. Se non si interviene la situazione andrà sempre più deteriorandosi fino alla progressiva chiusura del bacino.

Lo studio è stato presentato ai componenti il Consiglio della Riserva Lago di Sartirana lunedì nel tardo pomeriggio a palazzo Tettamanti e si basa sull'esito dei carotaggi effettuati nel gennaio scorso.Il opiano di fattibilità, di fatto, ricalca altri lavori effettuati nel passato e riprende l'esperienza, l'unica, maturata con l'imponente intervento effettuato nel 1976 grazie all'impegno dell'allora Comitato di salvaguardia del lago costituitosi nel 1974 durante il quale furono estratti dal lago migliaia di metri cubi di fanghiglia e riossigenata l'acqua grazie a potenti pompe che la "pescavano" dal bacino spingendola verso l'alto per poi ricadere nel bacino stesso più ricca di ossigeno.

La situazione del lago oggi non sembra mutata nel corso degli ultimi vent'anni: dalle rilevazioni effettuate nel 2001 sempre dal professor Alberto Negri e nel 2018 dall'Arpa il lago continua a soffrire di forte ipertrofia.

Il progetto presentato prevede l'asportazione di 50 cm di sedimento nell'area centrale del lago, quella con profondità superiore a 3metri. La superficie interessata è pari a 28mila mq, mentre il volume dei sedimenti da esportare è pari a 14mila mc.

Si prevede che l'asportazione dei sedimenti possa essere effettuata mediante piattaforme galleggianti regolate con sistemi GPS, munite di piccole draghe (di 11 cm di diametro) con portata di 30/35 mc/h.

L'ipotesi di intervento prevede:

  • Il prelievo del materiale attraverso la draga;
  • Il passaggio di acqua e fanghi da una prima griglia per setacciare il materiale più grossolano;
  • La decantazione dei fanghi in due silo di 60 m3 alti 10 metri per la durata di 10 ore;
  • La divisione dell'acqua (che resta in superficie) e del fango (che si deposita nel silo);
  • La disidratazione del fango residuo attraverso centrifughe poste sulla riva (si prevede la produzione di 22 tonnellate al giorno di fango disidratato che verrà movimentato da un autocarro verso ditte specializzate) e la re-immissione dell'acqua nell'emissario.

Il punto di stoccaggio e decantazione dei fanghi all'interno dei due silos è stato individuato o nell'area di proprietà di Lario Reti, dove è attualmente ubicata la vasca di laminazione (di fronte al palazzo reale) oppure in un terreno di proprietà comunale, vicino agli orti di Sartirana.

Il periodo indicato per l'intervento è stato individuato nei mesi invernali, da ottobre ad aprile, quando il fosforo e gli altri sedimenti non sono disciolti nell'acqua.

Per rimuovere i 14mila m3 di sedimento saranno necessari tra i 140 e i 240 giorni di lavoro dell'impianto di aspirazione, considerando 4 ore giornaliere di lavoro. Il limite delle 4 ore di aspirazione è determinato dalla necessità di contenere a 2 il numero dei silos da posizionare in cantiere.

Si prevede che l'intervento possa durare 2 anni, per totali 660 ore di pompaggio.

I costi si aggirano tra 1 e 2 milioni di euro. A partire da Settembre il Comune dovrebbe andare a battere cassa in Regione.

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