Merate: don Silvio Zurlo ospite nella 'sua' Pagnano per i suoi 50 anni di sacerdozio
Don Silvio Zurlo è tornato quest'oggi nella “sua” Pagnano per festeggiare insieme a tutta la comunità i suoi 50 anni di sacerdozio. Il parroco, che ha guidato la frazione meratese per 12 anni fino al 2008, ha celebrato una Santa Messa insieme a Don Riccardo questa mattina in oratorio, in occasione anche della Festa della Madonna.
Entrando in modo trionfale in oratorio a bordo di un’auto d’epoca -una Citroen Dyane 6 rosso fuoco- Don Silvio è stato accolto dai suoi parrocchiani con un fragoroso e lungo applauso: un modo per abbracciarlo e fargli sentire l’affetto anche a distanza di sicurezza.
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“Dopo la messa vi lascio un’immagine, come si usa fare durante le ricorrenze” ha detto Don Silvio durante l’omelia, “Ho trovato un’immagine di Gesù che bussa alla porta. Il signore gesù che nell’apocalisse parla alla Chiesa e dice che lui sta alla porta e bussa, se qualcuno gli apre entrerà da lui, cenerà con lui. Riconosco in questo passo un po’ tutto il senso del mio ministero sacerdotale: Gesù che bussa ed attende che io gli apra, che poi è anche il senso della vita cristiana. Gesù prende l’iniziativa e poi aspetta, vuole che partecipiamo anche noi alla sua gioia, ci coinvolge nella sua opera, ci fa entrare in intimità con lui”.
Don Silvio e don Riccardo
Sempre durante l’omelia il parroco ha ricordato la Festa della Madonna, ricordata quest’oggi dalla comunità della frazione meratese: “Mi è dato di vivere questa ricorrenza del 50esimo di ordinazione sacerdotale nella seconda domenica di luglio, dedicata qui a Pagnano alla Madonna. Maria ne sa qualcosa di vocazione, di discepolato. Affido a lei il mio ministero, riconosco in lei l’immagine della Chiesa nella preghiera che vi consegno in ricordo. Chiedo al Signore: custodisci questa tua vigna, la Chiesa, e non abbandonarmi quando declinano le mie forze. Chiediamo a Maria che protegga questa comunità.
La seconda domenica di luglio sarà per me un’occasione per ricordare Pagnano, certo non solo quel giorno, ma più spesso sapremo pensare e pregare gli uni per gli altri”.
B.F.