La giovane consorte non poteva guidare o lavorare ma doveva concedersi: a giudizio

Andrà a dibattimento, tentando così, in Aula, di allontanare da sé le pesanti accuse mosse nei suoi confronti dalla sua (giovanissima) ormai ex consorte, quest'oggi presente personalmente in udienza preliminare al cospetto del giudice Paolo Salvatore che ha decretato il rinvio a giudizio dell'uomo. Padre di famiglia, di oltre 10 anni più grande della sua denunciante, sarà chiamato a rispondere di maltrattamenti e violenza sessuale. I fatti, ambientati tra le mura dell'abitazione condivisa, prima nell'oggionese poi nel meratese, risalgono (in via principale) al 2016-2018, prima della nascita del terzo figlio della coppia, a detta della donna - costituitasi parte civile per il tramite dell'avvocato Marcello Perillo - frutto di rapporti "forzati" dalle pretese e dalle intimidazioni dell'uomo, arrivato in un'occasione a minacciarla con un coltello conficcato nel comodino per portarla a concedersi. Questo l'episodio più inquietante descritto dalla presunta vittima, a suo dire impossibilitata perfino a lavorare o a ottenere la patente di guida in quanto contro la volontà di un marito descritto come "padrone", ossessionato dal controllo, anche nei confronti dei tre figli nati nell'arco di dieci anni, spesso usati come "arma" per tenerla legata a sè a suon di "non te li faccio più vedere", in un contesto di vessazioni, fisiche e psicologiche. Convinto, evidentemente, di poter difendersi, l'imputato ha scelto di non adire a riti alternativi. La prima udienza del processo a suo carico, dinnanzi al collegio giudicante del Tribunale di Lecco, è fissata per il 21 gennaio.
A.M.
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