Retesalute: preoccupazione dei sindacati per i lavoratori e per i servizi ai cittadini



La sede di Retesalute in piazza Vittorio Veneto

La situazione di incertezza in cui versa il futuro di Retesalute preoccupa sia sul fronte della tutela dell'occupazione che su quello dell'erogazione dei servizi.
Le sigle sindacati assieme alle categorie della funzione pubblica e dei pensionati hanno manifestato la loro preoccupazione, chiedendo certezze e garanzie affinchè la società possa proseguire erogando come ha fatto fino ad ora l'assistenza senza affidarsi a "pericolose esternalizzazioni" e senza rischiare di dare vita a "disparità di trattamento economiche e di servizio inaccettabili per i cittadini".

Ecco il comunicato diramato nella giornata odierna:
CGIL CISL UIL unitamente alle categorie della Funzione Pubblica e dei Pensionati, esprimono una viva e profonda preoccupazione per le sorti occupazionali delle ottantatre persone che operano per Retesalute, nonché per l’erogazione dei servizi alla cittadinanza ad oggi garantiti dall’Azienda consortile. Ciò nasce da una situazione a dir poco nebulosa, come risulta anche dagli incontri che abbiamo recentemente svolti con la presidenza dell’Azienda Speciale.
È quantomeno singolare che di fronte ad una conclamata crisi di gestione finanziaria, conseguente alla rilevazione di un debito maturato dall’azienda dal 2015 ad oggi pari a €. 4.000.000 manchino riscontri documentali quali il bilancio consuntivo 2019 e il bilancio preventivo 2020 ed è lontano dall’essere elaborato un piano di rilancio aziendale per il futuro.
Così come ci lasciano perplesse le ipotesi di salvataggio che nascono e muoiono nel giro di poche ore.
Al centro del problema vi sono poi i cittadini che oltre a rischiare di vedere messi in discussione i servizi fin qui erogati da Retesalute, saranno poi coloro, qualunque soluzione si trovi, a doversi far carico dell’onere economico per ripianare il bilancio dell’azienda.
È fuori discussione il ruolo svolto in questi anni da Retesalute nel Meratese, nel Casatese, oggi anche nell’Oggionese, dove ogni giorno migliaia di nostri concittadini si avvalgono dei servizi erogati.
L’azienda ha rappresentato un nuovo modello organizzativo pienamente aderente alle necessità delle nostre realtà locali, ha garantito la gestione unitaria e integrata dei servizi alla persona e alla famiglia, qualificando e formando, incrementando le competenze di una pluralità di operatori. Ha favorito la condivisione di buone prassi, l’identificazione di modelli di intervento, lo sviluppo e la sperimentazione di servizi.
Non va dimenticato che la nascita dell’azienda consortile ha consentito di continuare a gestire i servizi sociali ed assistenziali in ambito pubblico evitando le pericolose esternalizzazioni così di moda negli ultimi venti anni.
CGIL CISL UIL ribadiscono il timore che quanto fino a oggi garantito possa inopinatamente mutare di segno, finendo per dare vita ad inaccettabili disparità di trattamento economiche e di servizio per i cittadini.
Sui problemi economici e gestionali si faccia chiarezza, si individuino le responsabilità, si prospettino le soluzioni adeguate nel più breve tempo possibile o si rischia che l’azienda, nel limbo in cui si trova ad operare, non sia più in grado di operare nella gestione dell’ordinario, tantomeno nella
pianificazione delle attività scolastica, della possibile riapertura dei centri di aggregazione e della rispondenza al bisogno per quanto riguarda i servizi
domiciliari così come della tutela dei minori.
Noi continueremo a offrire la garanzia di un impegno per la tutela dei diritti dei cittadini a servizi sociali e assistenziali efficienti, erogati in ambito pubblico, da personale qualificato.
Il cosiddetto modello meratese di Retesalute resta un progetto di valore, una
realtà aggregante capace di offrire servizi paritari anche ai cittadini dei comuni più piccoli, ovviamente tutto questo permane se adeguatamente
supportato dai comuni del territorio.
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