Retesalute: bando per il direttore. Ma l’azienda va avanti oppure no?

E così, senza neppure un cenno di saluto né di ringraziamento, anche se di circostanza, da parte della Giunta comunale di Merate - e questo già la dice lunga - la dottoressa Milani ha lasciato Retesalute. Era l'assistente sociale di Missaglia, scelta per la sua capacità dai fondatori dell'azienda pubblica che ha portato da zero a risolvere gran parte dei servizi alla persona conferiti - lavandosene così le mani - dai comuni soci. Il terremoto delle ultime settimane l'ha indotta a lasciare. Ma non ha certo abbandonato la nave per timore o ignavia, soltanto perché in questo caos prodotto e generato dal nuovo Consiglio di Amministrazione, lavorare non era più possibile.

I casatesi, più abili dei meratesi, le hanno scritto una lettera di ringraziamento. Gronda ipocrisia da ogni riga, ma almeno l'hanno fatto.

Il problema bene evidenziato dal settimanale cittadino è il crollo dell'asse Merate-Casatenovo e, siccome in quest'ultimo comune il sindaco è sempre Filippo Galbiati c'è da ritenere che a causare detto crollo sia stato il nuovo sindaco di Merate Massimo Augusto Panzeri per ragioni che non conosciamo. Come ben scritto, Panzeri non è Massironi il quale non avrebbe permesso un disastro simile dentro una confusione che ha l'incompetenza come denominatore comune.

Adesso, nelle more di un'assemblea che non viene convocata e, soprattutto, della messa a disposizione dei documenti contabili necessari a individuare le perdite d'esercizio, diverse dalle passività giusto per coloro che ancora facessero confusione, gli anticipi diversi dalle aperture di credito in bianco nonché visionare la colonna delle attività, adesso dicevamo c'è da scegliere un nuovo direttore generale. Si presume di Retesalute non di Brianza salute o di come diavolo si vorrà chiamare Retesalute 2.0.

Il bando fa riferimento al testo unico e al contratto degli enti locali e pertanto è precluso ai pensionati. Ci sarebbero fior di dirigenti di aziende ospedaliere ma sono in pensione e quindi non possono partecipare. E poi fonti autorevoli dicono che la Presidente del CdA ha già in mente un nome: Enrico Bianchini, funzionario Inail di Lecco di stanza a Pescate, a suo tempo proposto dal comune di Airuno.

Sarebbe un passaggio quanto meno singolare da un organo di governo politico a una funzione gestionale. Passaggio impossibile negli enti locali e quindi, per analogia, dovrebbe valere anche per le aziende speciali. Ma qui entriamo in un argomento complesso che non ci vede sufficientemente attrezzati.

Però una domanda resta: quale compito avrà il prossimo direttore generale? Gestire il procedimento di messa in liquidazione?

Perché se non c'è chiarezza nessun professionista serio si candiderebbe per la carica. E varare un bando prima di aver deciso che cosa fare aggiunge confusione a confusione. E dà l'esatta misura di quale è il vero problema di Retesalute.

Claudio Brambilla
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