Accadeva 40 anni fa/6, 1980: i partiti schierati per la elezioni. Grande raccolta fondi (150 milioni) per 2 strumenti al Mandic
Le elezioni di giugno si avvicinano. Giuseppe Ghezzi, impiegato tecnico in una delle grandi aziende della Stalingrado d’Italia, nonché sesto sindaco di Merate, prepara la successione a se stesso. Il partito, la Dc che governa ininterrottamente e con maggioranze bulgare dal dopoguerra, gli ha chiesto di restare. Non ci sono ancora “cavalli di razza” pronti a sostituirlo. Fuori dal recinto della balena bianca il mare è in tempesta. Democrazia Proletaria non sembra intenzionata a ripresentarsi. Il suo rappresentante, Antonio “Toto” Viganò, non viene in Aula da tre anni. Dei Radicali neppure l’ombra. Dietro ciascuno dei trenta consiglieri ci sono all’incirca 300 voti. Probabile che quelli idealmente indirizzati ai due partiti resteranno congelati o al più aumenteranno le schede bianche. In compenso si presenta per la prima volta il Partito repubblicano Italiano (PRI) con Silvio Valtorta capolista, seguito da Giorgio Maternini e Ferdinando Schieroni. Il Pci riconferma Ambrogio Sala con Edvige Zanetti e Mario Brambilla. Resta fuori il vecchio leone Ezio Consonni, capo dei comunisti meratesi, per ragioni di salute. Il Partito Socialista Italiano ha nel capo carismatico Marcello Basosi, il toscanaccio, la sua guida politica e spirituale. In campo Siro Ravasi e Antonio Brambilla. Il partito Liberale Italiano, dato in buona crescita, ripresenta i suoi due condottieri storici, l’avvocato Vico Fresia e l’ingegner Arturo Comotti. Il Partito Socialdemocratico è sempre guidato da Gaetano Riva con la regia del segretario cittadino Giuseppe Zaffarano. La Dc schiera la prima linea di fuoco con Battista Albani, Luigi Zappa, Roberto Milani, Laura Crippa e Giovanni Sella. Queste le anteprime registrate a maggio 1980. Un po’ di cronistoria per i giovani di oggi che forse mai hanno sentito, tra un Cambia Merate, Sei Merate, Merate al Centro, Più Merate e così via, le sigle dei partiti che hanno governato l’Italia per quasi cinquant’anni.
Nella prima riga da sinistra a destra: Battista Albani, Ferdinando Schieroni e Siro Ravasi
Nella seconda riga da sinistra: Giuseppe Zaffarano, Giuseppe Zerbi e Giovanni Monti
Nella seconda riga da sinistra: Giuseppe Zaffarano, Giuseppe Zerbi e Giovanni Monti
A riprova di quanto l’ospedale Mandic sia dei meratesi a tutti gli effetti ecco che a maggio 1980, su invito di alcuni medici del presidio e in mancanza di contributi regionali “scatta” la prima grande raccolta fondi. Obiettivo: 150 milioni di lire per l’acquisto di un Ecotomografo e un Elettroencefalografo per un centro diagnostico d’avanguardia. Con il sostegno del settimanale cittadino e della Banca Briantea si avvia la sottoscrizione. I due macchinari sono di grande importanza. Grazie all’elettroencefalografo portatile è possibile implementare anche i prelievi di cornee da donatori deceduti nel nosocomio meratese. L’Ecotomografo costa 120 milioni, l’elettroencefalografo 15 milioni più altri 15 milioni per opere varie nel reparto di diagnostica per immagini. Avremo modo nelle prossime puntate di seguire questa entusiasmante iniziativa.
A sinistra il professor Bruno Guareschi, primario radiologo, e il professor Arturo Sartori, direttore sanitario
L'elettroencefalografo portatile renderà possibile i prelievi di cornee per trapianti
Con l'ecotomografo si avrà una diagnosi precisa senza dolore e rischi per il malato
Il Coro La Torr entra nelle scuole. L’iniziativa parte dalle elementari statali e delle Dame Inglesi per estendersi poi alle altre scuole della città. Un modo per rappresentare la musica corale ai ragazzi e avvicinarli al piacere del bel canto.
E a proposito di eventi musicali continua con grande successo la rassegna teatrale di Pagnano con il C.P.O. di Osnago che sabato 24 maggio porta in scena lo spettacolo “El marì de mia mié” di Roberto Zago, mentre sotto le mura dell’antico castello si prepara il gruppo “Armi e Bagagli”.
Giuseppe Animosi (Jimi)
A fine maggio la commissione regionale presieduta dall’ingegner Fabio Semenza completa l’analisi dei 27 progetti presentati al concorso per il nuovo ponte sull’Adda, nona caso ribattezzato “Adda ‘80”. Il progetto scelto è previsto a sud del San Michele è del tipo ad arco con le seguenti caratteristiche: corda di 272 metri, saetta di 41 metri. Il vecchio invece ha una corda di 150 metro e una saetta di 37,50. L’arco è in cemento armato dello spessore di 2,80 metri, una larghezza di 18,50 metri. La travata comprende due linee ferroviarie sottostanti e due corsie più pista ciclopedonale su entrambi i lati sopra, appoggia su due piloni in cemento armato in corrispondenza dei punti dell’arco e su una serie di piloni in acciaio in corrispondenza dell’arco stesso. La soluzione prescelta non ha precedenti in Italia. Tutti i progetti comunque andranno esposti nel palazzo della regione e nei due comuni interessati, Paderno e Calusco. Come detto si chiamava “Adda 80”. E’ ancora lì.
A Merate scoppia una durissima polemica che andrà avanti per parecchie settimane avvelenando il clima soprattutto tra i genitori dei bimbi che frequentano l’asilo di via Don Perego da una parte e il consiglio di gestione e la parrocchia dall’altra. Come un fulmine a ciel sereno la presidente Lorenzini comunica che le suore Preziosine della Misericordia, storicamente deputate alla cura dei bambini sin da quando l’asilo si trovava in via Lombardia, in una bellissima casetta con cortile retrostante, saranno a breve sostituite dalle Dame Inglesi. Sulle barricate si distingue il settimanale cittadino, allora organo coraggioso di “sorveglianza” dei fatti del territorio. Si innesca così una polemica che contrappone il prevosto don Felice al giornale. Ma anche i genitori fanno sentire la loro voce con una lettera densa di rilievi molto pesanti. Resteranno nella storia del settimanale cittadino un titolo di prima pagina del 27 maggio: “Un ayatollah si nasconde nel “nido” di via Perego”. Se ne riparlerà.
A Osnago terza edizione della mostra-mercato del cane. Grande successo anche per questo appuntamento organizzato dai cacciatori osnaghesi. La mostra ancora nel parco comunale di via Edison, in attesa del grande salto verso la fiera permanente.7/continua