Merate, Legambiente: una riflessione per il Comune, v. Verdi è un progetto debole
Assenti fisicamente ma presenti con un comunicato e diverse riflessioni. Legambiente Lecco, promotrice di una raccolta firme per chiedere all’Amministrazione un’assemblea pubblica sul tema della riqualificazione di viale Verdi, per quanto concerne l’area delle scuole asilo nido e materna e Cdd, non ha voluto mancare all’appuntamento ''Tra gli alberi danza la poesia'' svoltosi nel pomeriggio di sabato 13 giugno, inviando una nota che ha chiesto di leggere all’inizio dell’incontro agli organizzatori e i poeti che hanno animato l’evento.
''La prima riflessione la rivolgiamo agli amministratori'' ha spiegato Legambiente. ''Abbiamo chiesto all’amministrazione di Merate di indire un’assemblea pubblica per riaprire una discussione costruttiva sull’area antistante l’asilo, la scuola materna e il CDD interessate dal progetto di riqualifica di Viale Verdi, costruendo un processo realmente partecipativo fatto di ascolto dei bisogni e visione sul lungo periodo. Abbiamo ribadito questa necessità nella petizione online che è stata firmata da quasi 500 persone. Non abbiamo avuto risposta, così come non l’hanno avuta i tanti cittadini che si sono animati in questi mesi. Avete la possibilità di far tesoro del movimento cittadino che si è venuto a creare, di non considerare i cittadini (o gli utenti) come destinatari delle vostre scelte ma di renderli davvero partecipi, lavorando insieme per una Merate più bella e sostenibile per tutti. Quando parliamo di sostenibilità, noi di Legambiente non lo facciamo in modo ideologico per una presunta salvaguardia del pianeta, quando parliamo di sostenibilità pensiamo alla dimensione sociale, ambientale ed economica nella gestione e nello sviluppo del territorio''.
A seguire una risposta agli attacchi ricevuti dal sodalizio nel corso della commissione urbanistica e ambiente di Merate dello scorso 21 maggio. ''E’ vero, le associazioni ambientaliste arrivano spesso in ritardo sulle questioni di interesse locale, perché i volontari attivi sono sempre troppo pochi e le forze limitate per monitorare costantemente un territorio molto vasto, ma ci chiediamo: non sarebbe compito dei buoni amministratori quello di avere una visione lungimirante e di farsi garanti dello sviluppo sostenibile del territorio? Sembrerebbe naturale, ma la realtà è che per troppo tempo queste 3 dimensioni della sostenibilità sono rimaste ambiti distanti e inconciliabili nella mente degli amministratori (ma anche dei cittadini), quando, spesso e volentieri, ciò che è sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale lo è anche dal punto di vista economico, se si evitano inutili sprechi e inefficienze (come ad esempio organizzare un bellissimo concorso di idee e poi non tenere conto del progetto vincitore e non coinvolgere nemmeno a livello di consulenza i suoi progettisti)'' il commento di Legambiente.
''Il progetto – prosegue il sodalizio ambientalista - nella sua forma definitiva, presentata nell’ultima Commissione Ambiente, non è debole solo perché prevede l’abbattimento di alcuni alberi sani, ma è debole soprattutto perché pur avendo un ingente quantità di risorse a disposizione per la sua realizzazione non immagina e anzi cancella la possibilità di ampliare e migliorare la qualità del verde pubblico presente e non prevede un moderno ripensamento della mobilità all’interno della città. E’ debole perché progetta un intervento importante basandosi esclusivamente sul dogma dell’auto privata che ha contraddistinto le scelte urbanistiche dagli anni 60 in poi, ma che ora dovrebbe lasciare il passo ad una visione diversa. Sottolineiamo la necessità di pensare ad una mobilità nuova, che dia spazio e tempo alle persone, che riduca lo stress e aumenti la sicurezza delle nostre strade, che renda l’ambiente cittadino più sano, cercando di capire quali sono le esigenze attuali ma anche orientando le esigenze future adottando scelte coraggiose. Basta con i “non si può fare”! Siamo in grado di fare cose incredibilmente complesse come arrivare sulla luna o anche solo costruire semafori intelligenti, di adattarci a cambiamenti talvolta improvvisi, di trovare soluzioni geniali.....basta averne la volontà. Come si fa? Studiando e copiando soluzioni e strategie che hanno funzionato altrove, confrontandosicon i cittadini, con le associazioni, con professionisti ed esperti di vari settori (non solo esperti di viabilità stradale, ma anche psicologi e pedagogisti, agronomi, sociologi ecc), facendo esercizio di ascolto e di umiltà, immaginando soluzioni a prima vista magari impossibili,sperimentando, e poi concretizzando l’esito di questo percorso, difficile sicuramente ma di lunga veduta''. Nulla è perduto secondo Legambiente, il tempo per ripensare il progetto c’è eccome, basterebbe la volontà e l’impegno da parte dell’Amministrazione di farlo.
''Il tempo per rivedere un progetto c’è. Quando invece si è impermeabilizzato il suolo, il suolo e le sue funzioni sono perse. Da lì, non si torna più indietro. Spesso non ci pensiamo, ma il suolo è una risorsa fondamentale e non rinnovabile e la sprechiamo per un numero di parcheggi che non si sa nemmeno se servono davvero e a chi. E non confondete le acque dicendo che poco lontano c’è un progetto di cementificazione enorme di cui “gli ambientalisti” non si stanno occupando, perché per noi è solo una questione di risorse umane limitate, mentre voi amministratori di adesso e di questa città avete la possibilità di incidere direttamente con scelte oculate e sostenibili e scegliete un’altra strada. Legambiente e le altre associazioni di cittadini attenti al territorio ci sono e non vogliono intervenire sempre troppo tardi, vogliono collaborare e contribuire positivamente al miglioramento della qualità della vita delle persone nell’ambiente in cui viviamo''. Legambiente conclude con una riflessione rivolta alla cittadinanza:
''La seconda riflessione va ai cittadini. Anche voi fate tesoro dell’esperienza che, comunque vada questa vicenda, vi ha portato a collaborare e a ragionare insieme su problematiche concrete. Date continuità a questa esperienza partecipando attivamente alla vita politica dei vostri Comuni. A volte le Amministrazioni hanno bisogno di stimoli dal basso ed è anche bello che sia così. Se abbiamo paura della politica e la allontaniamo dalle nostre vite, la politica ci farà sempre più paura perché sarà irrimediabilmente distante da noi. Organizzatevi, fate progetti, strutturatevi in associazioni che portino avanti nel tempo le idee ed esercitate il vostro diritto alla partecipazione, secondo le forme e gli strumenti che ci sono a disposizione ma che si possono anche nel tempo trasformare in modalità più funzionali. Noi come Legambiente ci siamo e costituiremo in questi mesi un osservatorio sulle politiche locali di gestione e progettazione del verde urbano oltre a proseguire e consolidare il nostro impegno locale regionale e nazionale sul tema della mobilità, ma abbiamo necessità di essere tanti e di suddividere l’impegno della cittadinanza attiva anche al di là delle questioni che ci toccano direttamente''.
Con queste brevi riflessioni Legambiente approfondisce e prende una posizione parzialmente diversa da quella dei poeti e degli artisti che, nel corso della “riunione” di danza, non hanno richiesto una globale revisione del progetto ma si sono limitati a portare alla luce le esigenze di un’area verde per la coesione sociale all'ignresso dei plessi, visto che il verde delle rotonde non sarà accessibile.
''La prima riflessione la rivolgiamo agli amministratori'' ha spiegato Legambiente. ''Abbiamo chiesto all’amministrazione di Merate di indire un’assemblea pubblica per riaprire una discussione costruttiva sull’area antistante l’asilo, la scuola materna e il CDD interessate dal progetto di riqualifica di Viale Verdi, costruendo un processo realmente partecipativo fatto di ascolto dei bisogni e visione sul lungo periodo. Abbiamo ribadito questa necessità nella petizione online che è stata firmata da quasi 500 persone. Non abbiamo avuto risposta, così come non l’hanno avuta i tanti cittadini che si sono animati in questi mesi. Avete la possibilità di far tesoro del movimento cittadino che si è venuto a creare, di non considerare i cittadini (o gli utenti) come destinatari delle vostre scelte ma di renderli davvero partecipi, lavorando insieme per una Merate più bella e sostenibile per tutti. Quando parliamo di sostenibilità, noi di Legambiente non lo facciamo in modo ideologico per una presunta salvaguardia del pianeta, quando parliamo di sostenibilità pensiamo alla dimensione sociale, ambientale ed economica nella gestione e nello sviluppo del territorio''.
A seguire una risposta agli attacchi ricevuti dal sodalizio nel corso della commissione urbanistica e ambiente di Merate dello scorso 21 maggio. ''E’ vero, le associazioni ambientaliste arrivano spesso in ritardo sulle questioni di interesse locale, perché i volontari attivi sono sempre troppo pochi e le forze limitate per monitorare costantemente un territorio molto vasto, ma ci chiediamo: non sarebbe compito dei buoni amministratori quello di avere una visione lungimirante e di farsi garanti dello sviluppo sostenibile del territorio? Sembrerebbe naturale, ma la realtà è che per troppo tempo queste 3 dimensioni della sostenibilità sono rimaste ambiti distanti e inconciliabili nella mente degli amministratori (ma anche dei cittadini), quando, spesso e volentieri, ciò che è sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale lo è anche dal punto di vista economico, se si evitano inutili sprechi e inefficienze (come ad esempio organizzare un bellissimo concorso di idee e poi non tenere conto del progetto vincitore e non coinvolgere nemmeno a livello di consulenza i suoi progettisti)'' il commento di Legambiente.
''Il progetto – prosegue il sodalizio ambientalista - nella sua forma definitiva, presentata nell’ultima Commissione Ambiente, non è debole solo perché prevede l’abbattimento di alcuni alberi sani, ma è debole soprattutto perché pur avendo un ingente quantità di risorse a disposizione per la sua realizzazione non immagina e anzi cancella la possibilità di ampliare e migliorare la qualità del verde pubblico presente e non prevede un moderno ripensamento della mobilità all’interno della città. E’ debole perché progetta un intervento importante basandosi esclusivamente sul dogma dell’auto privata che ha contraddistinto le scelte urbanistiche dagli anni 60 in poi, ma che ora dovrebbe lasciare il passo ad una visione diversa. Sottolineiamo la necessità di pensare ad una mobilità nuova, che dia spazio e tempo alle persone, che riduca lo stress e aumenti la sicurezza delle nostre strade, che renda l’ambiente cittadino più sano, cercando di capire quali sono le esigenze attuali ma anche orientando le esigenze future adottando scelte coraggiose. Basta con i “non si può fare”! Siamo in grado di fare cose incredibilmente complesse come arrivare sulla luna o anche solo costruire semafori intelligenti, di adattarci a cambiamenti talvolta improvvisi, di trovare soluzioni geniali.....basta averne la volontà. Come si fa? Studiando e copiando soluzioni e strategie che hanno funzionato altrove, confrontandosicon i cittadini, con le associazioni, con professionisti ed esperti di vari settori (non solo esperti di viabilità stradale, ma anche psicologi e pedagogisti, agronomi, sociologi ecc), facendo esercizio di ascolto e di umiltà, immaginando soluzioni a prima vista magari impossibili,sperimentando, e poi concretizzando l’esito di questo percorso, difficile sicuramente ma di lunga veduta''. Nulla è perduto secondo Legambiente, il tempo per ripensare il progetto c’è eccome, basterebbe la volontà e l’impegno da parte dell’Amministrazione di farlo.
''Il tempo per rivedere un progetto c’è. Quando invece si è impermeabilizzato il suolo, il suolo e le sue funzioni sono perse. Da lì, non si torna più indietro. Spesso non ci pensiamo, ma il suolo è una risorsa fondamentale e non rinnovabile e la sprechiamo per un numero di parcheggi che non si sa nemmeno se servono davvero e a chi. E non confondete le acque dicendo che poco lontano c’è un progetto di cementificazione enorme di cui “gli ambientalisti” non si stanno occupando, perché per noi è solo una questione di risorse umane limitate, mentre voi amministratori di adesso e di questa città avete la possibilità di incidere direttamente con scelte oculate e sostenibili e scegliete un’altra strada. Legambiente e le altre associazioni di cittadini attenti al territorio ci sono e non vogliono intervenire sempre troppo tardi, vogliono collaborare e contribuire positivamente al miglioramento della qualità della vita delle persone nell’ambiente in cui viviamo''. Legambiente conclude con una riflessione rivolta alla cittadinanza:
''La seconda riflessione va ai cittadini. Anche voi fate tesoro dell’esperienza che, comunque vada questa vicenda, vi ha portato a collaborare e a ragionare insieme su problematiche concrete. Date continuità a questa esperienza partecipando attivamente alla vita politica dei vostri Comuni. A volte le Amministrazioni hanno bisogno di stimoli dal basso ed è anche bello che sia così. Se abbiamo paura della politica e la allontaniamo dalle nostre vite, la politica ci farà sempre più paura perché sarà irrimediabilmente distante da noi. Organizzatevi, fate progetti, strutturatevi in associazioni che portino avanti nel tempo le idee ed esercitate il vostro diritto alla partecipazione, secondo le forme e gli strumenti che ci sono a disposizione ma che si possono anche nel tempo trasformare in modalità più funzionali. Noi come Legambiente ci siamo e costituiremo in questi mesi un osservatorio sulle politiche locali di gestione e progettazione del verde urbano oltre a proseguire e consolidare il nostro impegno locale regionale e nazionale sul tema della mobilità, ma abbiamo necessità di essere tanti e di suddividere l’impegno della cittadinanza attiva anche al di là delle questioni che ci toccano direttamente''.
Con queste brevi riflessioni Legambiente approfondisce e prende una posizione parzialmente diversa da quella dei poeti e degli artisti che, nel corso della “riunione” di danza, non hanno richiesto una globale revisione del progetto ma si sono limitati a portare alla luce le esigenze di un’area verde per la coesione sociale all'ignresso dei plessi, visto che il verde delle rotonde non sarà accessibile.
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