Merate: quarant'anni fa moriva Don Franco Longoni, uomo geniale e di grande cultura che ''restaurò'' parrocchia e oratorio

Quarant'anni fa, venerdì 13 giugno 1980, moriva all'ospedale San Leopoldo Mandic don Franco Longoni prevosto di Merate dal 1956 fino al 1971. Fu un uomo di grande cultura, proveniente da una famiglia benestante che molto diede alla comunità e realizzò "di tasca propria". A lui è intitolato il piazzale davanti al cimitero (per volontà dell'allora sindaco Giovanni Battista Albani nel 2005) e nell'atrio dell'oratorio, che lui contribuì a costruire, c'è una targa posta nel 2015 da mons. Mario Delpini. Classe 1907 era nato a Seregno da una famiglia benestante. La vocazione aveva avuto il sopravvento e così, terminati gli studi, il 30 maggio del 1931 era stato ordinato sacerdote e destinato come vice rettore al collegio Volta di Lecco. Nel 1936 la promozione a rettore dell'istituto dove restò fino alla nomina a prevosto di Merate avvenuta nel 1956 con ingresso solenne il 19 marzo nella chiesa prepositurale di Sant'Ambrogio.

Gli anni del suo servizio in città furono ricchi e fervidi di restauri, lavori e ristrutturazioni. Nel 1956 sistemò, prima del suo ingresso, la casa parrocchiale con 20 milioni di lire della sua eredità famigliare. Nel 1958 si concluse la vicenda relativa a Palazzo Prinetti, con tanto di causa legale portata fino a Roma dagli eredi di don Angelo Perego, cui era intestato il castello e che ne reclamavano la proprietà, fino ad arrivare al passaggio definitivo alla Parrocchia. Nel 1957/58 venne sistemato il sagrato con annesso l'ossario. Qualche anno dopo, nel 1960/61, furono restaurate la chiesa di San Gregorio a Turba con l'installazione di tre campane, tolte dalla chiesa di Santa Marta, e la cappella di San Dionigi in Palazzo Prinetti.
Alla fine degli anni Sessanta si ravvisò la necessità di costruire un nuovo asilo infantile.
Quello di viale Lombardia era ormai obsoleto e insufficiente. Don Longoni, in qualità di presidente dell'ente morale, propose alla Curia di acquistare dalla Parrocchia 4.030 metri quadrati del terreno di palazzo Prinetti per l'edificazione del nuovo asilo. La Curia si espresse negativamente nel marzo 1968 e poi nuovamente nel CDA dell'8 ottobre 1968 con riserva di riesaminare la questione. Uno dei motivi era il timore che lo Stato potesse "nazionalizzare" la struttura. Dopo un'estenuante lotta con gli uffici curiali, Don Franco minacciò di dare le dimissioni da parroco se non fosse accolta la richiesta. Il Cardinale Colombo diede finalmente il suo assenso.
Nel 1965 venne inaugurato il nuovo oratorio di via Papa Giovanni XXIII, costato oltre 300 milioni di lire. Don Longoni donò 20 milioni del provento per l'acquisto del vecchio oratorio di via S. Rocco e donò la pala dell'altare della nuova cappella, raffigurante Cristo Salvatore.

La lapide in cimitero e la targa in oratorio

Tra il 1966/1967 furono restaurate la chiesa di san Bartolomeo (pavimentazione-impianti luce-affreschi ecc.), e di san Francesco di Paola a Brugarolo (pavimentazione - altare - pala altare ecc.). Ai lavori straordinari alla preopositurale di sant'Ambrogio (altare - tinteggiatura - cella campanaria ecc.), si affiancarono la sistemazione della casa del coadiutore in via Quintaberta e il riordino dei locali in palazzo Prinetti e il salone d'onore.
Nel 1968 quando toccò mettere mano all'oratorio femminile in palazzo Prinetti. La sala manzoniana, inaugurata quell'anno, fu sistemata (ad eccezione dell'impianto di riscaldamento) grazie alla donazione di 9.500.000 di lire di don Franco. Nella sala ci fu l'esposizione di una collezione di quadri "manzoniani", raffiguranti luoghi e personaggi dei Promessi Sposi, che Don Longoni aveva raccolto nei 25 anni in cui era stato rettore del Collegio Volta di Lecco. (Un patrimonio andato perduto per la parrocchia di Merate. Quando don Franco Longoni lasciò Merate nel 1972, propose al successore don Felice Viasco di lasciare i quadri. Quest'ultimo non se la "sentì" di custodirli e don Franco li portò nella sua casa di Perego. Alla sua morte la collezione venne data al Museo Manzoniano di Lecco insieme alla famosa "Madonna del Ponte" che si trovava all'imbocco del "ponte vecchio"). Anche la chiesa parrocchiale conobbe le sue cure con la sistemazione dell'altare maggiore e del coro, secondo le nuove norme liturgiche, dopo il Concilio Vaticano II.

Il giorno dell'attribuzione della cittadinanza onoraria con il sindaco Luigi Zappa

Nel 1971 problemi seri di salute lo costrinsero a rassegnare le dimissioni da prevosto, accettate dall'arcivescovo il 31 dicembre dello stesso anno. Ritiratosi a vita privata nella sua abitazione di Perego, continuò a dare assistenza religiosa alle suore romite della Bernaga. Nel 1972 il comune di Merate, grato per l'opera non solo di formazione religiosa ma anche culturale verso la comunità e i suoi "monumenti", lo insignì della cittadinanza onoraria. A lui si deve infatti l'opera svolta in campo civile come presidente della Mutua Sanitaria e dell'Asilo, come membro del Consiglio di amministrazione dell'Ospedale di Circolo e altri enti. Nel 1976 venne nominato canonico della Basilica di S. Ambrogio in Milano con il titolo di "monsignore".
Il 13 giugno del 1980, dopo due giorni di ricovero all'ospedale di Merate, rese l'anima a Dio.

Oggi i "vecchi" meratesi se lo ricordano ancora, per la sua figura imponente dal cuore buono e generoso, che senza riserve si spendeva per la sua parrocchia, pagando di tasca propria tanti lavori che altrimenti sarebbero stati impossibili e che sono rimasti ancora oggi.
S.V.
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