LE ZONE ROSSE E LE TESTE SMUNTE
Del senno del poi sono piene le fosse, ma ci sono anche fosse piene del senno dell'ante, solo che non le vedi e ci cadi dentro facendoti pure male. In Sicilia è uso dire che ci sono teste fortemente schiacciate che servono solo per piantarvi i fiori e non è detto che sopravvivano. I fiori, eh, le teste sono già andate.
Sino ad oggi non ho scritto una sola parola sulla pandemia che ha falcidiato la Lombardia, terra in cui sono nato e sono vissuto per 66 anni di fila. Lo faccio oggi perché le dichiarazioni di due personaggi politici mi hanno tramortito, benchè mi sia immediatamente rialzato. In questi giorni un pubblico ministero donna della Procura della Repubblica di Bergamo va raccogliendo testimonianze per stabilire a chi spettasse di istituire le zone rosse in Lombardia. Ha raccolto prima quelle dei lombardi Fontana e Gallera e poi quelle dei governativi Conte, Speranza e Lamorgese. Il Pm immagino sappia benissimo chi aveva il potere/dovere di farlo. Mia opinione è che voglia capire che scambio di informazioni, di pareri, di valutazioni, di interlocuzioni - in senso sia stretto che lato - siano intercorsi tra Milano e Roma e viceversa. Io sono rimasto colpito - e colpito forte - dalla frase pronunciata dall'assessore lombardo alla sanità e al welfare avvocato Giulio Gallera nel corso di una trasmissione televisiva e cioè che, " si aveva verificato, ed effettivamente poteva essere la Regione a istituire la zona rossa senza attendere l'intervento del Governo centrale." Io quando sento parlare Gallera ho l'impressione di avere di fronte una persona trasparente, quasi ingenua, pur essendo da una sfilza d'anni in politica e assessore alla sanità dal 2016. Ha un volto pulito, ha un eloquio semplice e scorrevole, da prova di voler comunicare e non di nascondersi. E allora la mia domanda è: sei avvocato, sei intelligente, ti trovi in una manciata di ore nel mezzo di una burrasca mai vista prima e non ti poni la domanda: " Che obblighi e doveri ha la Regione in una situazione eccezionale qual è questa?". Tu non lo sai - lo ha confessato candidamente - ma possibile che negli uffici dell'assessorato non vi sia un funzionario di lungo corso o di intelligenza istintiva in grado di dirti: " guardi assessore, ecco la legge che ci dice quello che dobbiamo fare". E' nientepopodimeno che la legge istitutiva del servizio sanitario nazionale, ma a Palazzo della Regione se la sono dimenticata tutti. Eccola qua. Sta tutto scritto all'articolo 32. Poche righe - ma una volta tanto chiarissime - nel testo vigente all'inizio della Pandemia e rimasto invariato dal 9 ottobre 2010. Leggetevi i commi 2 e 3, scandite bene le parole e poi chiedetevi in quale Regione italiana sono ubicati i Comuni di Nembro, di Alzano Lombardo e quello di Codogno.
Ieri, sceso in Sicilia, il senatore e leader della Lega Matteo Salvini ha dichiarato ai giornalisti, che lo hanno circondato nel centro di Bagheria, città natale di Peppuccio Tornatore, che " spettava al Governo istituire le zone rosse". Per una mera questione di rispetto per quanto rimane di me stesso, a questo "politico" non dedico neppure una virgola. Io ho capito una cosa: interventi straordinari, eccezionali e limitativi dei diritti costituzionali assunti nell'esclusivo interesse della salute pubblica competono unicamente al Governo regionale se interessano una o più zone della singola regione. Competono unicamente al Governo centrale se interessano più di una regione, cioè a partire da due, fino a coprire l'intero territorio nazionale. Le regioni invocano sempre più maggiore autonomia e quando ce l'hanno già non se ne accorgono neppure? Io ho letto e ho ragionato e concluso così. E voi?
Alberico Fumagalli