Merate: il Sindaco propone ai comuni-soci una Retesalute 2.0. Nella nuova Azienda, i dipendenti e i servizi dell’attuale ASP
Detto ciò per sgomberare il campo da equivoci possiamo dire che, usando la testa, ci abbiamo azzeccato. Merate ha proprio in mente Retesalute 2.0. Chi non aveva letto il nostro articolo alle 18 è rimasto sorpreso, gli altri no. Rifondare Retesalute è il verbo cui ha fatto ricorso il Sindaco di Merate. L'idea è di restare tutti i soci uniti nella nuova azienda nel mentre l'attuale Retesalute - ormai "bad company" - sarà sottoposta al vaglio di una società di revisione per accertare l'esatta entità della perdita da ripianare a cura, naturalmente, dei comuni-soci col distinguo - se non ci saranno controindicazioni di natura giuridica - dei comuni oggionesi il cui impegno decorrerà dal marzo 2019, data del loro ingresso nell'Asp.
I caposaldi di questa proposta sono: imprimere alla nuova azienda forti contenuti manageriali per raggiungere un livello elevato di efficienza, salvaguardare i posti di lavoro, rilanciare concretamente l'attività anche nella direzione di un ampiamento della base societaria.
Tra i sindaci è serpeggiato qualche malumore verso l'attuale Consiglio di Amministrazione per la presunta lentezza nel fornire informazioni e nel dare risposte a pressanti domande scaturite dalla drammaticità del quadro economico-finanziario.
Nel complesso la strada indicata dal Sindaco di Merate è risultata apprezzabile pur con la riserva che la compagine societaria resti la stessa di oggi; così come apprezzabili sono stati i servizi sin qui erogati da Retesalute, grazie all'indubbia competenza della direttrice uscente Simona Milani. Fallimentare invece la gestione amministrativa.
Sei i punti contenuti nella piattaforma presentata ai colleghi da Massimo Panzeri. Non è chiaro se il Sindaco della città abbia già aperto un canale anche con i colleghi del casatese e dell'oggionese.
L'importante è accelerare perché a settembre ripartiranno anche diversi servizi oggi sospesi e, si sa, le procedure burocratiche sono lunghe. Settembre, di fatto, è dietro l'angolo.
La messa in liquidazione dell'attuale Retesalute, la costituzione della nuova cui afferire operatività e dipendenti, di fatto il ramo d'impresa, la selezione di nuove cooperative richiedono tempi non brevi.
Intanto il comune di Osnago ospiterà domani alle ore 11 un'assemblea durante la quale l'esperto reclutato dal CdA. dottor Munafò, illustrerà a segretari comunali (ma si sussurra che la segretaria di Merate non vi prenderà parte), amministratori e assistenti sociali, la proposta per affrontare la problematica del debito fuori bilancio dell'Asp e, conseguentemente dei comuni-soci.
Si teme che possano scattare veti sul possibile utilizzo di avanzi di amministrazione non vincolati per ripianare i debiti.
Sempre secondo indiscrezioni pare che già vi sia una sorta di fuggi fuggi da Retesalute dato che esponenti del cdA avrebbero parlato di situazione ormai insanabile.
Resta comunque il fatto che se si seguirà questa strada ogni comune sarà libero di agire come meglio crede. Ed è quindi possibile che quella partecipazione unanime a Retesalute 2.0 auspicata non ci sarà.
Un commento? Due cose vengono in mente che poi si sovrappongono: 1) il nuovo cdA si è insediato a ottobre ma la sua prima uscita è stata a gennaio; qualcuno ha parlato di immobilismo, ma a questo punto è più facile che ci sia stato un gran lavoro, non iniziato con una scoperta ma grazie a elementi precisi messi a disposizione chissà quando e chissà da chi. 2) L'azzoppamento di Retesalute viene da lontano e nonostante le resistenze sta ora dando qualche risultato; siamo disposti a scommettere - poco però - che qualche comune resterà fuori dall'ipotetica Retesalute 2.0. E potremmo pure immaginare quali.
Di sicuro Merate sta riprendendo il ruolo che compete alla seconda città della provincia, mettendosi alla guida di una nuova iniziativa. E ciò va a onore dell'Amministrazione in carica, la cui maggioranza con indubbia abilità è riuscita anche a ottenere la neutralità se non addirittura il consenso dell'opposizione di centrosinistra.
Non saremo alla vigilia di un'altra grande battaglia come quella sull'acqua pubblica ma che si torni a incrociare le lame con i lecchesi questo è quasi certo.