Merate: incontro sui centri estivi. Le associazioni: manca la programmazione. Casaletto: più di così non si poteva fare



Le scuderie nel parco di villa Confalonieri, sede del centro di aggregazione giovanile

Associazioni sportive, sociali, culturali sono state convocate nel pomeriggio di giovedì presso la sede municipale per trattare la questione dei centri estivi e in particolare il coinvolgimento nella gestione degli stessi. Un incontro che, tuttavia, non ha prodotto i risultati attesi, anzi ha lasciato tanti con l'amaro in bocca per la mancanza di risposte e certezze e soprattutto per le tempistiche ristrette.
Impreparazione, indisponibilità a dare un rimborso economico ad allenatori e volontari, criteri di gestione di spazi e persone non certi, corsi di preparazione online a pagamento sono alcune delle accuse mosse all'amministrazione, rappresentata dagli assessori Alfredo Casaletto per lo sport e il bilancio e Franca Maggioni per il welfare e l'istruzione.
In particolare pubblichiamo una lettera giunta in redazione e riassuntiva delle posizioni di molti altri esponenti presenti alla serata e che abbiano contattato telefonicamente, trovatisi in linea con la missiva ricevuta.
In calce poi la posizione dell'assessore Alfredo Casaletto.

 

Gentile Redazione,
Vi scrivo perché terrei particolarmente a fare un resoconto personale di come pare versare in questo momento l’apparato socio-sportivo-culturale del Comune di Merate.
Questa è la storia:
Partecipo, giovedì 4 giugno presso il Comune di Merate, in veste di uditore, all’incontro conoscitivo indetto da ReteSalute e Comune di Merate – Servizi Sociali Sportivi e Culturali per l’avvio di una eventuale collaborazione con l’associazionismo cittadino relativamente alla ri-organizzazione dei centri ricreativi estivi al tempo del Covid-19.
La prima cosa che salta all’occhio è la massiccia presenza dei sodalizi meratesi, dalle associazioni sportive a quelle culturali, dalle scuole paritarie a enti privati e parrocchiali. Si nota l’assenza delle scuole pubbliche.
Quello che ci si aspetta è che vengano fornite istruzioni precise su come affrontare l’organizzazione dei Centri Ricreativi Estivi, dei Corsi, delle attività aggregative per i bambini e adolescenti meratesi, nonché le informazioni e le basi per una collaborazione proattiva con ReteSalute, ente capofila del progetto dei CRE meratesi.
Quindi, alla presenza dell’Assessore alle Finanze e allo Sport, dell’Assessore al Welfare, del Responsabile dei Servizi Socio Culturali del Comune di Merate e di una addetta di ReteSalute, prende il via la riunione.
Bene, è chiaro sin da subito che tutti, o quasi, e in primis chi ha promosso l’incontro, sanno poco e quel poco lo sanno anche male: le norme, le responsabilità, il come realizzare questi CRE, risultano essere questioni totalmente sconosciute ai relatori. Vana è l’introduzione dell’assessore al welfare dato che dopo 15 minuti non ha ancora chiarito perché siamo lì!
Sembra quasi di essere nella situazione in cui Tizio telefona a Caio e dice: “Dimmi”. E Caio risponde, giustamente, “Dimmi tu! Sei tu che mi hai chiamato!”.
Così iniziano a sfilare le giustificazioni più scontate: l’ATS non sa nulla di preciso, bla bla, stiamo facendo incontri su incontri per definire a quanti metri e centimetri devono distanziarsi i fanciulli, se uno è seduto l’altro deve stare in piedi, se uno ha la febbre deve stare a casa, boh? la mascherina si può togliere oppure no, se il bambino può stare in apnea un quarto d’ora è meglio,  se i bambini si sfiorano chi è il responsabile, e se uno ha 37,4 di febbre cosa dobbiamo fare, bla bla bla… Il problema è che a questi dilemmi rispondeva già ampiamente e dettagliatamente il DPCM del 17 maggio 2020. Forse bastava che uno dei quattro relatori semplicemente lo illustrasse (due slide proiettate o  una lavagna e un gessetto, non si chiedeva tanto).
Ma, attenzione! Colpo di scena: non ci illustrano più le linee guide del DPCM del 17 maggio perché ora non ci si deve più basare sul DPCM ma sull’Ordinanza 555 della Regione Lombardia che dice sostanzialmente: attenetevi alle linee guida del DPCM del 17 maggio!!UAU!!!….Ciò nonostante, il fatto strabiliante è che, a detta dei quattro relatori (uno dei quali ammette di essere ignorante in materia), ATS non sa ancora come applicare queste norme e quindi ci si affida al buonsenso. Beh, grazie! E  io che pensavo di affidarmi al buon Dio…
E insomma sono giorni e giorni che in ATS si discute su aspetti già ampiamente chiariti (bontà loro…) e che onestamente si presumeva che tutti i presenti in sala, se interessati all’argomento CRE, avrebbero dovuto esserne a conoscenza. Quantomeno i relatori.
Ma non finisce qui! Infatti si arriva al clou dell’incontro: perché il Comune ci ha convocato? Semplice perché, cito l’assessore allo sport, “è giusto che le associazioni, la componente più nobile della società civile meratese, facciano la loro parte” (effettivamente fino ad ora si son fatte tutte i fattacci loro…ovviamente sono sarcastico). Tradotto, in soldoni, viene chiesto: “forniteci i vostri volontari, gratis, che non abbiano più di 59 anni, per progettare il CRES! Forza: chi ne offre di più?”. Giustamente da qualcuno viene fatto notare: ”Scusate, ma se i miei volontari hanno meno di 60 anni, nel 99% dei casi sono lavoratori. Come posso chieder loro di rinunciare in questo momento a ore lavorative per venire senza un rimborso minimo, a fare gli operatori nei CRE?”. Va da se che o uno è disoccupato o in CIG o è comprensibile che, magari, dinieghi l’invito…Ma anche qui, attenzione, colpo di scena: sempre il signor assessore allo sport dice che “si ricorderà in fase di assegnazione dei contributi” di chi offrirà gratis i propri volontari! Quindi: si dimenticherà di chi non ha potuto offrirli?  Personalmente mi viene da pensare: “ Mmm…bravo assessore…bel ricatto il suo…complimenti per la classe!”.
La discussione prosegue tra il borbottio e in alcuni casi lo sbigottimento dei volontari meratesi che alle proprie domande si sente rispondere prevalentemente con dei “Mah!”, “Non si sa”, “Stiamo verificando”, “Sono giorni che stiamo valutando”…Quando qualcuno chiede se, presentando un progetto dettagliato al Comune su una propria proposta di Centro Estivo, può avere la certezza di poter partire il 15 giugno la risposta è (più o meno): “Abbiamo bisogno di tempo per le verifiche dei luoghi, dell’attuazione delle disposizioni, dell’ok di ATS (che ancora oggi a meno di due settimane dall’inizio previsto dei CRE si affida al buonsenso…). Cara amico, forse entro un mese potremmo dare il via libera!”.
Quindi, care famiglie meratesi, organizzatevi che dal 15 giugno al 15 luglio vi dovete arrangiare con i vostri “mocciosi”, potenziali untori di COvid 19! 
Insomma, la mia conclusione è che in questa amministrazione c’è un po’ tanta inadeguatezza, scarsa, anzi scarsissima volontà di assumersi responsabilità che, di fatto, viene ancora caricata sulle spalle dei singoli cittadini, presidenti di sodalizi e operatori. Al posto di trasmettere sostegno e senso di collaborazione, cooperazione sono riusciti a infondere scoramento, voglia di tirarsi indietro anche verso idee che già si pensava di poter attuare…Insomma un successo!

I miei complimenti…l’inadeguatezza al Potere!

Cordialmente

Lettera firmata

 



L'assessore Alfredo Casaletto

“Quello di quest'anno sarà di un centro estivo sperimentale alla luce di una serie di raccomandazioni che occorre rispettare” ha spiegato Casaletto. “Abbiamo voluto coinvolgere le associazioni in un'ottica di collaborazione per avere un supporto in termini risorse, fermo restando che poi ogni realtà può anche decidere di muoversi in autonomia. Tre gli spazi individuati dal comune: le scuderie, la scuola di Montello e quella di Sartirana. Stiamo aspettando le linee guida di ATS che sono vincolanti per l'organizzazione del centro estivo. Durante la serata abbiamo rappresentato alle associazioni la situazione così come è delineata dalla normativa di riferimento. Di più di quello che andremo a fare non siamo in grado. Per questo centro estivo Merate destinerà 300mila euro. La presenza di associazioni diverse per natura avrebbe consentito anche di diversificare l'offerta nell'ottica di un arricchimento generale. Ora stiamo attendendo di fare una sintesi di questo incontro e vedere poi eventuali disponibilità”.
Disponibilità che, pare, al momento non siano state fornite anche perchè, come contestato da alcuni presenti, la richiesta ad esempio di operatori con meno di 60 anni costringerebbe a pescare tra educatori e volontari in età da lavoro che dovrebbero rinunciare a un loro introito per un impegno senza remunerazione.
“Il comune non può pagare perchè c'è un impedimento di ordine giuridico. Metteremo a disposizione somme ingenti per il centro estivo gestito da Retesalute e affidato a una cooperativa, ma al di fuori di quello non sarà possibile”.
E per quanto riguarda le accuse di una sorta di “ricatto” verso chi non metterà a disposizione risorse umane, Casaletto ha rettificato l'interpretazione data alle sue parole. “Alla base della mia proposta c'è uno scopo solidaristico. Ci rivolgiamo alla parte nobile della città che dà una mano alle famiglie in questo momento di bisogno. Non si tratta assolutamente di un ricatto e nemmeno di un favore che ci fanno. Ho parlato di fine solidaristico e quindi voglio riconoscere un contributo, inserendolo nelle linee guida per le assegnazioni annuali, alle realtà che metteranno a disposizione del personale in questo frangente dei centri estivi. L'associazione ha tra i suoi compiti quello di educare attraverso lo sport anche ai valori di mutuo soccorso, ed è quello che si vuole andare a premiare”.

S.V.
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