Retesalute: le perplessità e le richieste dei soci esposte al cda. Colombo: 'Non bloccateci'. Motta: 'un punto fermo dal 2018'
Per concludere la cronaca della serata, partiamo dall'intervento, che è stato poi un accorato appello ai soci, del presidente Alessandra Colombo al termine della sua relazione e delle perplessità avanzate nel corso della discussione.
“Vi chiedo di non bloccarci e di non fermarci. Diversamente non saremo più in grado di andare avanti. Sarà impossibile avere la documentazione entro fine giugno se volete rivedere bilancio per bilancio. Dovete decidere cosa fare: abbiamo un consuntivo 2019 con l'accertamento di una perdita che risale presumibilmente al 2015. O partiamo da qui oppure se volete darvi del tempo per una decisione grave e pesante, non chiedeteci di essere pronti per la fine di giugno perchè non ce la facciamo. Vi abbiamo dato due consulenti, ci saranno delle ombre che dovranno essere scoperte dalla corte dei conti che ci indicherà le responsabilità. Oggi non possiamo mettere a bilancio queste somme perchè non sappiamo se e quando arriveranno. Se non assumete una decisione non riusciamo ad andare avanti: abbiamo una azienda ferma su una situazione debitoria pesante, non possiamo fare alcuna programmazione in questo modo”.
Un invito fatto a braccio quello della presidente, arrivato dopo una serie di interventi da parte dei soci.
Daniele Villa
Daniele Villa di Robbiate si era detto perplesso per la perdita importante sul 2018 chiedendosi cosa fosse accaduto quell'anno, riallacciandosi a quanto scritto dal consulente dr. Munafò che suggeriva ai soci di “fare i più dovuti approfondimenti in quanto il sistema contabile non è supportato da documenti fiscali e da giustificazioni a suffragio della situazione appena descritta”
Una situazione grave rimarcata più volte anche dallo stesso Massimo Panzeri di Merate che ha anticipato come il suo comune si muoverà singolarmente per tutelare i propri interessi e chiedere conto dell'accaduto ai responsabili.
Maurizio Maggioni di Olgiate ha domandato se il ripianamento in tre anni voglia dire un'attesa, da parte dei creditori, del medesimo lasso di tempo. A rispondere l'avvocato Colombo che ha confermato come il TUEL (Testo Unico degli Enti Locali) preveda proprio un accordo con i creditori per i tempi di ripianamento.
Alessandro Milani
Leggendo un testo scritto il sindaco di Airuno Alessandro Milani ha parlato di una situazione poco chiara che vede la sua amministrazione non in accordo nel ripianare le perdite dell'azienda. “Vogliamo essere solidali ma non è giusto scaricare le responsabilità sui nostri cittadini. Sia chiaro che non vogliamo affossare Retesalute ma serve un piano per l'azienda e per il suo personale”.Fiducioso Efrem Brambilla di Santa Maria che ha chiesto un piano di rilancio da preparare in maniera attenta “perchè noi a Retesalute crediamo e ci aspettiamo ora qualcosa che possa dare una svolta”.
A chiedere una due diligence da affidare a un esterno è stato invece Fabio Vergani di Imbersago dicendosi molto preoccupato per la situazione ed esternando la necessità di avere certezze da portare poi in consiglio comunale e dunque da presentare all'intera popolazione.
Stefano Maffi revisore dei conti
Masismo Panzeri, Stefano Motta, Alessandra Colombo
A prendere la parola è stato poi Stefano Motta di Calco che, pur sbagliando bersaglio rivolgendosi al collega di Airuno per le sue proposte circa l'advisor e la due diligence (sostenute in passato) che non avevano mai trovato il suo avvallo (in realtà Milani neo eletto, non aveva partecipato a quelle assemblee) ha fatto presente che “fino a che non ci saranno passaggi formali sulla nullità del bilancio, non si sarà accertato nulla. Dovremmo andare indietro ancora prima del 2015 per l'accertamento della regolarità, nullità dei bilanci. Ma è inutile perchè non se ne ricaverebbe nulla. Bisogna mettere un punto fermo, partendo dal bilancio 2018. Abbiamo la fortuna di non avere accertato perdite per tre anni consecutivi, altrimenti avremmo dovuto mettere in liquidazione coatta la società. I consulenti ci dicono di mettere un punto fermo dal 2018 e per ripartire serve solo l'accertamento delle perdite 2019 e l'annullamento del bilancio 2018. L'azienda speciale è stata una bella idea ma non gestita all'altezza della situazione. O approviamo questo percorso approfondito dai consulenti o c'è la liquidazione”. E togliendosi infine un sassolino dalle scarpe ha concluso “L'advisor sarebbe servito prima per far emergere la situazione. Adesso serve solo per andare a individuare le responsabilità politiche e giuridicamente per individuare le responsabilità contabili e personali di coloro che hanno portato l'azienda a questo punto”.
Massimo Panzeri, Filippo Galbiati, Alessandra Colombo
L'audio non nitido ha impedito di sentire con chiarezza l'intervento di Filippo Galbiati di Casatenovo che si è comunque augurato che si proceda con una gestione contabile accurata delle risorse, definendo con forza l'elemento programmatorio. Volendo guardare il bicchiere mezzo pieno, Galbiati ha ricordato come nonostante tutto l'azienda abbia prestato servizi di qualità al territorio, sia per grandi che per piccoli comuni, senza interruzioni e, dunque, la ripartenza va fatta nella consapevolezza che si è lavorato bene.