Retesalute: l’assemblea rinvia la decisione se ricapitalizzare o liquidare l’azienda. L’oggionese vota no all’atto di indirizzo
Alessandra Colombo
Due passi indietro per comprendere la complessa vicenda per chi non l'avesse seguita dall'inizio. Retesalute è una società costituita nel 2005 dai comuni del Merate-casatese (solo Missaglia a guida leghista entrò successivamente) per gestire alcuni servizi sociali conferiti dai comuni stessi. Una "centrale" di gestione e erogazione diretta e indiretta di servizi alla persona. Un fiore all'occhiello del territorio, se, in altre mani avesse sviluppato quel ruolo intermedio tra gli enti locali - di fatto il territorio - e il servizio sanitario. Tra disinteresse diffuso della gran parte dei soci e un interesse molto preciso di alcuni di essi più orientati verso Consolida, il consorzio di cooperative ora Impresa sociale che gestisce per Lecco e dintorni i servizi alla persona, Retesalute si è trascinata assicurando comunque buoni servizi ai cittadini bisognosi e alle fasce più deboli della popolazione.
Daniela Mazzuconi primo presidente di Retesalute
Ma priva di una vera struttura amministrativa l'azienda ha mostrato ben presto i suoi punti di debolezza in particolare la scarsa massa gestita. Allargare la base dei soci-clienti vuole dire ridurre i costi per unità di servizio. Il CdA a guida Salvioni 2 aveva proposto un piano di rilancio ambizioso che prevedeva l'ingresso di 4 comuni dell'oggionese, poi avvenuto e di ben 9 dell'area di Carate. Ma il piano fu bocciato per un millesimo e da più parti l'assenza ancora di Brivio risultò quanto meno sospetta.
Alessandro Salvioni
Il piano successivamente fu approvato ma ridotto nella sua portata al solo aumento di capitale di 400mila euro per dare copertura al fondo di fine rapporto dei dipendenti. A ottobre il colpo di scena: il CdA in carica non viene rinnovato con la sola eccezione di Valerio Colleoni, oggi dimissionario, e al suo posto il PD in particolare estrae dal cilindro l'avvocata Alessandra Colombo, moglie del più noto Ambrogio Sala, tra i fondatori di Retesalute, ripesca Patrizia Monti ex direttore sanitario del Mandic mentre il centrodestra allo sbando per mancanza di una guida autorevole propone a fa nominare Marco Stocola, totalmente a digiuno di questioni sociali e sanitarie.
Nel frattempo le ricognizioni di bilancio già avviate dal precedente CdA con l'introduzione della contabilità per centri di costo evidenzia più di una situazione anomala, diciamo pure critica. Le tariffe applicate ai comuni soci-clienti per i servizi sono spesso inferiori ai costi di produzione, nei budget sfuggono molte spese d'esercizio che andrebbero coperte con contributo pro capite dei comuni stessi. Si arriva così alla chiusura del bilancio 2019 con una perdita accertata di 570mila euro, ma le analisi dei bilanci precedenti, a partire almeno dal 2015, evidenziano una perdita complessiva di quasi 4 milioni con debiti per sei milioni. I conti passano al vaglio della nuova dirigente amministrativa la dottoressa Laura Mattiello che rileva numerose irregolarità nella tenuta delle scritture contabili. Sarà la Corte dei Conti a verificare irregolarità e responsabilità individuali. Scoppia il caso anche se è poco credibile che qualcuno possa dire "non sapevo". La presidente Colombo incarica a quel punto un commercialista, Cesare D'Attilio, un consulente, Giuseppe Munafò e un avvocato Francesco Ferrari di effettuare gli approfondimenti necessari per portare alla luce la reale situazione patrimoniale, economico, finanziaria dell'azienda e individuare le soluzioni. Soluzioni che sono soltanto due: ricapitalizzare l'azienda in uno o tre anni, chiedendo quindi in questo secondo caso ai creditori di ristrutturare il credito nel triennio oppure avviare la liquidazione coatta amministrativa.
L'assemblea di lunedì 1 giugno aveva questo scopo: deliberare quale strada perseguire per dare modo al CdA di operare nell'uno o nell'altro senso. Nessuno però si è espresso con chiarezza, a parte forse Efrem Brambilla che ha chiuso il suo breve intervento con un "forza Retesalute".
Efrem Brambilla
Come dicevamo i sindaci del casatese hanno presentato un documento da sottoporre all'assemblea come atto di indirizzo per il CdA. Eccolo:
Atto di indirizzo al consiglio di amministrazione
1. valutazione dell'attuale situazione contabile e individuazione degli enti e dei soggetti che dovrebbero concorrere a ripianare il debito
2. approntamento delibera per l'annullamento del bilancio 2018
3. redazione bilancio consuntivo 2019 con definizione della situazione debitoria
4. redazione bilancio previsione 2020
5. redazione del piano industriale e budget 2020/2022, con indicazione del contenimento delle spese e dell'aumento dei ricavi da perseguire. Valutazione dell'offerta di mercato esistente
6. verifica puntuale dei servizi attualmente in essere con indicazione di quelli fondamentali da mantenere in un'ottica di equilibrio di bilancio
7. Analisi della situazione organizzativa, revisione della dotazione organica, individuazione degli accorgimenti necessari a perseguire una maggiore efficienza, efficacia ed ed economicità dell'azienda speciale
8. valutazione dell'offerta complessiva dell'azienda in un'ottica di sviluppo della proposta anche attraverso la co-progettazione
I rappresentanti dei comuni di Nibionno, Ello e Sirone si sono però opposti chiedendo che si scrivesse espressamente che la quota parte dei debiti da ripianare per quanto li riguarda decorre dal giorno dell'ingresso in Retesalute ossia dal 14 marzo 2019. Richiesta ragionevole che ha cittadinanza sicura in caso di contenzioso come ha affermato la Colombo in veste di avvocata. Ma nel testo la richiesta non è stata iscritta per cui i tre comuni - assente Oggiono - hanno votato contro. Si sono astenuti i rappresentanti dei comuni di Airuno e Cassago mentre Olgiate ha fatto mettere a verbale la contrarietà all'annullamento del bilancio 2018.
Il sindaco di Merate Massimo Panzeri
Che cosa succederà ora? Il presidente dell'assemblea dei soci Massimo Panzeri di Merate dovrà convocare in tempi brevi una nuova assemblea per assumere una delibera definitiva che poi dovrà essere portata in tutti i consigli comunali entro la fine di giugno per rispettare le scadenze contabili previste dal testo unico degli enti locali.
La dottoressa Laura Mattiello
Se passerà la tesi della ricapitalizzazione, Retesalute potrà riprendere il percorso con le avvertenze e i nuovo paramenti proposti dal CdA su analisi della dottoressa Mattiello (che, ad esempio porta il contributo pro capite da 2 a 3,75 euro). Se invece si opterà per la liquidazione partirà un contenzioso con i creditori, l'azienda sarà sciolta, i dipendenti licenziati e i comuni dovranno riprendersi in carico i servizi alla persona. Salvo aderire a "Impresa sociale" assegnando così la vittoria a quella porzione di comuni a maggioranza PD che in questi anni di tutto hanno tentato per far cadere l'azienda speciale pubblica meratese.
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