Merate: non rinnovato il contratto a causa del ''coronavirus'' a tre bariste del Mandic, l'appello di Paola che cerca lavoro

CERCO LAVORO

Buongiorno la presente mail per richiedere di poter essere inserita, per favore, nella sezione LAVORO.

Sono una donna di 39 anni che causa COVID non ha avuto il rinnovo del contratto (ho lavorato come barista al bar del ns Ospedale di Merate).

Ho una lunga esperienza nei bar sia alla caffetteria che alla tavola fredda/calda, ho avuto esperienze anche come operaia e addetta alle vendite.

Oltre che per le posizioni sopracitate mi rendo disponibile anche per mansioni quali AIUTO DOMESTICO e BABY SITTING nella zona di Merate e dintorni.

Sono automunita e residente in Merate centro, fornisco le mie referenze senza alcun problema e sono disponibile dal primo di Giugno.

Vi ringrazio per l'attenzione e Vi auguro un buon pomeriggio

Cordialità
Paola Galasso
Se il decreto Rilancio ha prorogato il divieto di licenziamento per giustificato motivo oggettivo fino a luglio, nulla ha previsto in materia dei rinnovi contrattuali. Le aziende, dunque, se colpite dalla crisi del coronavirus, hanno potuto non rinnovare i contratti determinati alla loro scadenza. Ciò ha riguardato anche tre bariste del bar dell’ospedale Mandic di Merate. Paola Galasso, una di loro, ora lancia un appello per trovare lavoro.

Il bar del Mandic


''Ho sperato fino all’ultimo che mi venisse rinnovato il contratto, ma purtroppo l’azienda ha perso molto lavoro ed è stata particolarmente penalizzata dalle restrizioni'' ha raccontato. ''Ho lavorato fino alla prima settimana di marzo, poi sono rientrata qualche ora nei giorni di aprile in cui il bar ha riaperto. Il direttore sanitario sosteneva che, a differenza degli altri locali, il nostro doveva rimanere aperto per fornire un servizio oltre che un po’ di relax ai medici che lavoravano sotto pressione. Anche se sapevamo come comportarci e l’azienda aveva ottemperato a tutte le disposizioni per prevenire il contagio, installando pannelli in plexiglass e fornendoci mascherine, siamo stato costretti a richiudere''.

Ora il bar del presidio ospedaliero di Merate, prima del coronavirus aperto dalle 6 alle 22 ad orario continuato, tutti i giorni della settimana, può rimanere aperto da lunedì 18 maggio soltanto dalle 7 alle 12 da lunedì al venerdì. Di sette dipendenti, il covid ha costretto l’azienda a rinunciare alle tre che avevano un contratto a tempo determinato, due delle quali hanno terminato il loro rapporto di lavoro a fine marzo mentre per Paola Galasso l’esperienza si è concluderà definitivamente dal 31 maggio.

''E’ una vera beffa perché l’azienda ci aveva già promesso di renderci indeterminato il contratto dal 1° di giugno'' ha proseguito la barista. ''Tutte e tre eravamo molto apprezzate perché lavoravamo bene. Poi è arrivato il coronavirus ed è cambiato tutto. Capisco anche l’azienda: ha 17 punti vendita e molti dipendenti, questo periodo ha reso tutto molto più complicato. Avrebbero anche potuto comunicarmelo l’ultimo giorno, e invece ho chiesto di anticiparmi se mi sarebbe stato rinnovato o meno il contratto e mi hanno risposto che purtroppo non riuscivano. Ho risparmiato un po’ di tempo perché per richiedere disoccupazione e quant’altro non è questione di un minuto''.

(Chi volesse mettersi in contatto con la signora Paola può contattare la redazione)
A.S.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.