Merate: Confcommercio attacca duramente la Giunta per il no al mercato no food. Ma gli ''incompetenti'' stanno a Lecco
Il mancato svolgimento del mercato non alimentare anche questa settimana ha provocato la dura reazione di Confcommercio Lecco con le dichiarazioni del presidente Alberto Riva e del rappresentante della FIVA Rino Barbieri in un comunicato diffuso nel pomeriggio di oggi.
E veniamo alla critica, pesantissima, mossa all'Amministrazione comunale e in particolare al vice sindaco Giuseppe Procopio, responsabile del commercio oltre che dell'urbanistica e attività produttive.
Si contesta il no alla riapertura del mercato di domani, martedì 26 maggio. Ci fosse solo la firma di Rino Barbieri, rappresentante degli ambulanti, passi, lo sfogo è comprensibile anche se non condivisibile. Ma il carico da undici messo sul tavolo niente meno che dal direttore dell'associazione Alberto Riva è di quelli da lasciare senza parole. Secondo il funzionario non aver riaperto il mercato al settore non alimentare che, come noto, si svolge tutto nelle piazze centrali sarebbe da attribuire a incompetenza.
Ci sentiamo in tutta tranquillità di affermare che se c'è un incompetente, in senso letterale, questi è Alberto Riva. E vediamo perché.
1) L'area food ha una entrata e una uscita, facili da gestire da parte dei volontari della protezione civile che possono misurare la temperatura corporea di chi entra e regolare l'afflusso in base al deflusso segnalato dai colleghi che stanno a presidiare l'uscita.
2) L'area no food è raggiungibile da ben sette varchi che andrebbero regolamentati un po' in entrata e un po' in uscita, con la gente che rischia di presentarsi al varco di uscita volendo entrare e viceversa. Misurare l'afflusso diventa un gioco di prestigio tra i volontari che segnalano le uscite per consentire ai colleghi di autorizzare altrettante entrate.
3) Ma poi c'è un problema: in centro ci sono almeno sei istituti di credito e molta gente ha necessità solo di andare in banca, senza per questo sottoporsi al rito dell'attesa del flusso/deflusso, della temperatura corporea ecc. ecc.
4) In centro abitano e lavorano almeno un paio di centinaia di persone, le quali potrebbero non poter accedere alla propria abitazione o al proprio ufficio finché qualche cliente del mercato non lasci l'area. Anche a loro va misurata la temperatura corporea? Oppure debbono declinare le proprie generalità ai volontari e spiegare che l'intento è solo quello di tornare a casa per cambiare il pannolino al bimbo?
Con le esemplificazioni potremmo andare avanti ma il concetto in sintesi ci sembra molto chiaro. E, detto da noi dovrebbe avere un peso, basta con la vicenda Conad. Panzeri e Procopio l'hanno spiegata in lungo e in largo e certo tirare in ballo quella leggerezza per chiedere l'apertura di un mercato in condizioni di oggettiva impossibilità è pura demagogia.
Giuseppe Procopio, col quale non siamo sempre in sintonia, ha agito con prudenza e saggezza. Riaprire tutto il mercato presuppone avere una organizzazione minuziosa che garantisca da un lato la sicurezza di ambulanti e clienti e dall'altro i diritti di quanti debbono solo transitare per le aree mercatali.
L'alternativa è semplice: si porti tutto nei vasti spazi di via Salvador Allende dove diventa più semplice predisporre una corsia in entrata e una in uscita.
Viceversa ci vuole ancora un po' di pazienza. Il centro storico è la sede ideale del secolare mercato. Ma come tutti i centro storici ha i suoi limiti. Che diventano macigni in era Covid 19.
COMUNICATO
Il Comune di Merate ha deciso di non fare svolgere nemmeno questa settimana il mercato al completo, prolungando la sospensione per gli ambulanti non alimentari che quindi domani, martedì 26 maggio, non potranno esporre la loro merce a Merate. Una decisione che non è piaciuta a Confcommercio Lecco nè alla Fiva Lecco (la federazione di categoria). "Il Comune di Merate è l'unico Comune in tutta la provincia che non riesce a organizzarsi per allestire un mercato completo - attacca il direttore di Confcommercio Lecco, Alberto Riva - Anche altri paesi o città con situazioni complesse ce l'hanno fatta, ma Merate no. E questo ci pare inaccettabile e poco rispettoso per gli ambulanti che vengono ancora una volta penalizzati. Non riusciamo a capire se l'incapacità nell'allestire il mercato sia colpa dei vertici politici o della struttura o di entrambe. L'unica cosa certa è che le bancarelle non alimentari fino all'1 giugno non potranno essere presenti".
Anche il presidente della Fiva Lecco, Rino Barbieri, è arrabbiato: "A Merate la situazione è preoccupante. I negozi chiudono e quelli che restano hanno problemi in una città che si desertifica. Il motivo temo sia legato all'incompetenza di funzionari e amministratori che non riescono a gestire il commercio a Merate". E spiega: "Sono anni che chiediamo di regolamentare il mercato, ma tutto tace. Non si trova il tempo per pensare a come organizzare le bancarelle ma quello per essere in prima fila all'inaugurazione del supermercato nonostante il Covid sì! Ora annunciano che il mercato di martedì non si può fare perché non riescono a garantire sicurezza per il Covid. Ridicoli! Sono gli unici in tutti i Comuni della provincia di Lecco e Como a non essere in grado di garantire la sicurezza. Venerdì scorso Oggiono ha organizzato il mercato in centro paese, sabato Como ha ospitato circa 300 bancarelle in centro città ed è stato un successo. Evidentemente abbiamo a che fare con una amministrazione composta da incompetenti, visto che non è in grado di tutelare oltre 100 attività ambulanti, lasciando senza reddito 200 famiglie con riflessi anche su altre realtà locali". Quindi conclude: "Stando a indiscrezioni per ora solo ufficiose, il Comune starebbe pensando di riprendere il mercato non alimentare addirittura martedì 9 giugno spostandolo in via degli Alpini, quindi separato da quello in centro. Ma è impensabile pensare di ripartire così tardi e in più dividendo il mercato".
Anche il presidente della Fiva Lecco, Rino Barbieri, è arrabbiato: "A Merate la situazione è preoccupante. I negozi chiudono e quelli che restano hanno problemi in una città che si desertifica. Il motivo temo sia legato all'incompetenza di funzionari e amministratori che non riescono a gestire il commercio a Merate". E spiega: "Sono anni che chiediamo di regolamentare il mercato, ma tutto tace. Non si trova il tempo per pensare a come organizzare le bancarelle ma quello per essere in prima fila all'inaugurazione del supermercato nonostante il Covid sì! Ora annunciano che il mercato di martedì non si può fare perché non riescono a garantire sicurezza per il Covid. Ridicoli! Sono gli unici in tutti i Comuni della provincia di Lecco e Como a non essere in grado di garantire la sicurezza. Venerdì scorso Oggiono ha organizzato il mercato in centro paese, sabato Como ha ospitato circa 300 bancarelle in centro città ed è stato un successo. Evidentemente abbiamo a che fare con una amministrazione composta da incompetenti, visto che non è in grado di tutelare oltre 100 attività ambulanti, lasciando senza reddito 200 famiglie con riflessi anche su altre realtà locali". Quindi conclude: "Stando a indiscrezioni per ora solo ufficiose, il Comune starebbe pensando di riprendere il mercato non alimentare addirittura martedì 9 giugno spostandolo in via degli Alpini, quindi separato da quello in centro. Ma è impensabile pensare di ripartire così tardi e in più dividendo il mercato".
Alberto Riva, Rino Barbieri e Giuseppe Procopio
Sull'opportunità per il commercio meratese di mantenere l'adesione all'associazione di categoria lecchese abbiamo già detto la nostra in passato. Questo comunicato conferma la tesi: a Lecco non hanno alcuna percezione della situazione cittadina e del resto non risulta che il rappresentante locale di Confcommercio abbia mai preso seri contatti con l'Amministrazione comunale retta da Massimo Panzeri, soprattutto in questo periodo drammatico per studiare qualche forma di ristoro al commercio fisso e ambulante che serve il meratese.
E veniamo alla critica, pesantissima, mossa all'Amministrazione comunale e in particolare al vice sindaco Giuseppe Procopio, responsabile del commercio oltre che dell'urbanistica e attività produttive.
Si contesta il no alla riapertura del mercato di domani, martedì 26 maggio. Ci fosse solo la firma di Rino Barbieri, rappresentante degli ambulanti, passi, lo sfogo è comprensibile anche se non condivisibile. Ma il carico da undici messo sul tavolo niente meno che dal direttore dell'associazione Alberto Riva è di quelli da lasciare senza parole. Secondo il funzionario non aver riaperto il mercato al settore non alimentare che, come noto, si svolge tutto nelle piazze centrali sarebbe da attribuire a incompetenza.
Ci sentiamo in tutta tranquillità di affermare che se c'è un incompetente, in senso letterale, questi è Alberto Riva. E vediamo perché.
1) L'area food ha una entrata e una uscita, facili da gestire da parte dei volontari della protezione civile che possono misurare la temperatura corporea di chi entra e regolare l'afflusso in base al deflusso segnalato dai colleghi che stanno a presidiare l'uscita.
2) L'area no food è raggiungibile da ben sette varchi che andrebbero regolamentati un po' in entrata e un po' in uscita, con la gente che rischia di presentarsi al varco di uscita volendo entrare e viceversa. Misurare l'afflusso diventa un gioco di prestigio tra i volontari che segnalano le uscite per consentire ai colleghi di autorizzare altrettante entrate.
3) Ma poi c'è un problema: in centro ci sono almeno sei istituti di credito e molta gente ha necessità solo di andare in banca, senza per questo sottoporsi al rito dell'attesa del flusso/deflusso, della temperatura corporea ecc. ecc.
4) In centro abitano e lavorano almeno un paio di centinaia di persone, le quali potrebbero non poter accedere alla propria abitazione o al proprio ufficio finché qualche cliente del mercato non lasci l'area. Anche a loro va misurata la temperatura corporea? Oppure debbono declinare le proprie generalità ai volontari e spiegare che l'intento è solo quello di tornare a casa per cambiare il pannolino al bimbo?
Con le esemplificazioni potremmo andare avanti ma il concetto in sintesi ci sembra molto chiaro. E, detto da noi dovrebbe avere un peso, basta con la vicenda Conad. Panzeri e Procopio l'hanno spiegata in lungo e in largo e certo tirare in ballo quella leggerezza per chiedere l'apertura di un mercato in condizioni di oggettiva impossibilità è pura demagogia.
Giuseppe Procopio, col quale non siamo sempre in sintonia, ha agito con prudenza e saggezza. Riaprire tutto il mercato presuppone avere una organizzazione minuziosa che garantisca da un lato la sicurezza di ambulanti e clienti e dall'altro i diritti di quanti debbono solo transitare per le aree mercatali.
L'alternativa è semplice: si porti tutto nei vasti spazi di via Salvador Allende dove diventa più semplice predisporre una corsia in entrata e una in uscita.
Viceversa ci vuole ancora un po' di pazienza. Il centro storico è la sede ideale del secolare mercato. Ma come tutti i centro storici ha i suoi limiti. Che diventano macigni in era Covid 19.
C.B.