Cernusco: produzione di calcestruzzi e bitumi all’Andegardo. Duro scontro in Consiglio comunale . Contraria anche l’ATS

È durato cinque ore il Consiglio comunale a Cernusco Lombardone di giovedì 14 maggio. Appena una pausa di cinque minuti nel mezzo. Unico tema trattato è stata l’approvazione definitiva della variante al PGT. Dalla luce del sole al buio della notte con fulmini e tempesta in senso letterale e metaforico. A costringere a fare tardi sono state le 23 osservazioni di cittadini e i pareri degli Enti preposti, e i numerosi appunti mossi dalle minoranze. A rendere farraginoso lo sviluppo della discussione sono stati poi il collegamento internet altalenante con la consigliera Renata Valagussa che ha partecipato da casa e la misura precauzionale di individuare una postazione al microfono per gli interventi dei gruppi di opposizione, proprio come avviene in questo periodo nelle aule di Camera e Senato.

Dello strumento urbanistico di Cernusco ce ne siamo ampiamente occupati negli ultimi anni, principalmente per raccontare gli sviluppi dei lavori delle Consulte Urbanistica ed Ecologia, le cui istanze – come vedremo – alla fine sono state ignorate. Potremmo iniziare da questo aspetto nel riferire la cronaca del Consiglio. O potremmo partire dalle parole della Sindaca su piazza della Vittoria, sigillo tombale sul mancato obiettivo preannunciato. Ma vogliamo mettere in risalto la decisione di non tenere conto del parere messo nero su bianco da ATS Brianza in ben due occasioni distinte.


La sede di Valagussa Cave & Calcestruzzi Srl corrisponde al n. 4

L’area oggetto di trattazione è situata a Sud-Est, in Località Andegardo, al confine con Merate. Lì la società “Valagussa Cave & Calcestruzzi Srl” potrà ampliare l’attività di trattamento inerti e cominciare a produrre calcestruzzi e conglomerati bituminosi. Già in fase di esclusione di VAS, prima cioè dell’adozione del PGT, l’Ente preposto alla tutela della salute rimarcava, sottolineandolo anche graficamente: “Si prescrive di non consentire l’effettuazione di lavorazioni a caldo di bitumi”. Faceva notare che lì vicino è presente un quartiere residenziale e che le emissioni della futura attività potrebbero “ingenerare molestia olfattiva alla popolazione”. Il giudizio si fa ancora più netto, duro, comprensibile a chiunque, in un secondo documento agli atti. Notando che l’amministrazione non aveva modificato la scelta urbanistica a variante di PGT già adottata, ATS in apprensione invia un’ulteriore strigliata prima che il Piano di Governo del Territorio venga approvato definitivamente. Parla espressamente di “conseguenti ricadute negative sulla salute della popolazione”. I cattivi odori, prosegue ATS, sarebbero percepibili “anche a notevole distanza da tali impianti”.

 

 Il parere di ATS Brianza presentato in sede di esclusione di VAS


Il secondo parere di ATS Brianza dopo l'adozione della variante al PGT

Pur non avendo analizzato questa documentazione, anche le Consulte Urbanistica ed Ecologia in un parere formale hanno espresso identica valutazione, per non concedere la possibilità di produrre cementi vari. Stesso indirizzo anche di quattordici cittadini – riconducibili al Comitato La Vittoria del Parco - che hanno presentato un’osservazione su questo e su altri aspetti della variante al PGT, tutti respinti.

La Giunta comunale ha però tirato dritto. La consigliera Valagussa ha commentato: “Quello di ATS mi sembra un documento molto grave. I cittadini meritano una risposta su questo aspetto”.
Il consigliere delegato all’Urbanistica Luigi Mario Oldani ha tentato di spiegare: “La nostra scelta in questa fase è di non precludere la volontà imprenditoriale di sviluppare nel territorio di Cernusco Lombardone l’attività produttiva, riservandosi l’ampia facoltà in sede di approvazione del Piano Attuativo di valutare tutti gli aspetti del progetto industriale con riferimento a quanto previsto dall’articolo 8, comma 3, del Documento di Piano in merito alle condizioni di sostenibilità ambientale”. Ha quindi aggiunto Oldani su quel comma di quell’articolo di quella norma di quel documento: “Dice espressamente che in sede di approvazione, come dire, del Piano Attuativo dovranno essere rigorosamente fatte tutte le verifiche in merito all’impatto ambientale”. Riportiamo di seguito integralmente il contenuto di quel riferimento normativo per dare la possibilità ai lettori di valutare cosa viene scritto “espressamente”.
 


L'art. 8, comma 3, delle Norme del Documento di Piano


Sull’argomento è intervenuta anche la sindaca Giovanna De Capitani, che ha ammesso: “Abbiamo valutato attentamente quelle che sono le indicazioni dell’ATS soprattutto per la produzione di bituminosi. L’ATS si esprime nell’escludere”. Ha però aggiunto: “Non è questa la sede in cui andiamo a definire cosa facciano. Dobbiamo lasciare aperta la possibilità anche della produzione di bituminosi perché era stata inserita anche nella conferenza di VAS ed era stata comunque valutata dagli Enti”. Esatto: Arpa non aveva detto nulla, mentre ATS va palesemente contro la proposta. Nelle controdeduzioni si rimanda al parere accomodante di Arpa, che non si esprime sul punto. La sindaca ha concluso: “Quando sarà presentato il progetto ci saranno una serie di paletti e step messi dagli Enti competenti, Arpa e ATS, proprio sull’impatto ambientale”.

Il consigliere Salvatore Krassowski si è scagliato contro la Giunta: “Dobbiamo evitare che si svolga una attività pericolosissima per la salute dei cittadini. Poi ci saranno tutti i limiti, ma la scelta va presa adesso”. Il rischio riconosciuto da Krassowski è che si potrebbe sviluppare una condizione analoga a quella di Lomagna appena un anno fa “quando si è trattato di approvare la richiesta di insediamento di deposito di munizioni”. In quel caso il sindaco di allora Stefano Fumagalli aveva più volte ripetuto che i paletti andavano posti in sede di PGT e che in fase di Piano Attuativo l’amministrazione locale tecnicamente non aveva il potere di opporsi. Al di là dei codicilli, Krassowski ha riportato il proprio commento sul piano politico: “La questione è simbolica e rappresentativa di una visione sviluppista che avete e in controtendenza con tutte le valutazioni per cui in questo momento la nostra società ci chiede di stare attenti”. A nulla sono serviti i voti contrari dei consiglieri di minoranza, dei pareri delle Consulte Urbanistica ed Ecologia, e dei cittadini afferenti al Comitato che aveva citato degli studi di Inail e di Ispesl relativi ai rischi “di potenziale cancerogenicità” conseguenti al rilascio di polveri a seguito della lavorazione di materiale bituminoso.
M.P.
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