Merate: ancora incerta la riapertura per il mercato non alimentare. Mancano indicazioni
"Sicuramente si farà il mercato alimentare ma se non arrivano altre indicazioni certo non si potrà aprire al resto". E' arrabbiato il vicesindaco Giuseppe Procopio ma anche sconfortato per il "trattamento" riservato agli amministratori che si trovano a dover fare i conti con le richieste legittime e quotidiane dei cittadini che vogliono risposte per poter riprendere a lavorare. Risposte che però al momento nessuno sa dare con chiarezza. "O ci dicono che si può tornare a fare il mercato come prima o attualmente, con i limiti imposti, l'unico possibile è quello alimentare".
Giunte nella notte tra venerdì e sabato, a uffici comunali già chiusi, le indicazioni operative del Governo per lunedì però non sono chiare al punto da sciogliere i dubbi che da ore circolano ormai insistentemente tra baristi, ristoratori, parrucchieri, ambulanti. Le categorie insomma che fino ad ora sono rimaste con la saracinesca abbassata. Da due martedì in piazza don Minzoni a Merate il mercato alimentare è stato a ingressi contingentati per un massimo di due persone per banco, con la misurazione della temperatura e varchi di accesso differenziati in entrata e uscita. Per il 19 potrebbe esserci spazio per altri 3 banchi sempre del food ma per il resto delle bancarelle regna l'incertezza assoluta. Si parla infatti di un distanziamento di due metri tra ogni banco, di misurazione della temperatura a ogni varco, di monitoraggio di eventuali assembramenti e di ingressi contingentati. Per una realtà come quella di Merate non ci sono spazi né uomini per il controllo. Le bancarelle sono circa 150, tolte quelle alimentari ne restano almeno 120. Distanziarle di due metri significa occupare una superficie che va ben oltre l'attuale centro storico. La misurazione poi della temperatura per tutti coloro che entrano (al netto di chi abita in centro e quindi potrebbe accedervi senza controllo) vuol dire un presidio per almeno 8/9 varchi (Via Manzoni, Viale Lombardia, Piazza della Vittoria, Via Cornaggia, Via Papa Giovanni, ecc). "Siamo veramente stanchi di essere in mezzo a questa follia" ha concluso il vicesindaco con delega al commercio "per l'ennesima volta siamo qui a dover dare indicazioni dopo aver ricevuto nella notte i documenti, che non sono nemmeno ancora ufficiali, e dove non c'è chiarezza. Mi metto nei panni del commerciante che deve fare gli approvvigionamenti per la riapertura....è una vergogna".
Nel frattempo per i negozianti che vogliono ampliare il loro spazio di vendita su suolo pubblico, è stata offerta la possibilità di presentare domanda presso gli uffici comunali, così da consentire anche con un certo anticipo di organizzare tutte le richieste e andare incontro nel miglior modo possibile a tali necessità.
Giunte nella notte tra venerdì e sabato, a uffici comunali già chiusi, le indicazioni operative del Governo per lunedì però non sono chiare al punto da sciogliere i dubbi che da ore circolano ormai insistentemente tra baristi, ristoratori, parrucchieri, ambulanti. Le categorie insomma che fino ad ora sono rimaste con la saracinesca abbassata. Da due martedì in piazza don Minzoni a Merate il mercato alimentare è stato a ingressi contingentati per un massimo di due persone per banco, con la misurazione della temperatura e varchi di accesso differenziati in entrata e uscita. Per il 19 potrebbe esserci spazio per altri 3 banchi sempre del food ma per il resto delle bancarelle regna l'incertezza assoluta. Si parla infatti di un distanziamento di due metri tra ogni banco, di misurazione della temperatura a ogni varco, di monitoraggio di eventuali assembramenti e di ingressi contingentati. Per una realtà come quella di Merate non ci sono spazi né uomini per il controllo. Le bancarelle sono circa 150, tolte quelle alimentari ne restano almeno 120. Distanziarle di due metri significa occupare una superficie che va ben oltre l'attuale centro storico. La misurazione poi della temperatura per tutti coloro che entrano (al netto di chi abita in centro e quindi potrebbe accedervi senza controllo) vuol dire un presidio per almeno 8/9 varchi (Via Manzoni, Viale Lombardia, Piazza della Vittoria, Via Cornaggia, Via Papa Giovanni, ecc). "Siamo veramente stanchi di essere in mezzo a questa follia" ha concluso il vicesindaco con delega al commercio "per l'ennesima volta siamo qui a dover dare indicazioni dopo aver ricevuto nella notte i documenti, che non sono nemmeno ancora ufficiali, e dove non c'è chiarezza. Mi metto nei panni del commerciante che deve fare gli approvvigionamenti per la riapertura....è una vergogna".
Nel frattempo per i negozianti che vogliono ampliare il loro spazio di vendita su suolo pubblico, è stata offerta la possibilità di presentare domanda presso gli uffici comunali, così da consentire anche con un certo anticipo di organizzare tutte le richieste e andare incontro nel miglior modo possibile a tali necessità.
S.V.