Retesalute, Massironi: era stato fatto un buon lavoro con le nuove entrate e l’aumento di capitale. Ora si scopre il ''buco''

Andrea Massironi
E’ diretto e schietto come sua consuetudine l’ex sindaco di Merate e ex presidente dell’Assemblea dei sindaci di Retesalute Andrea Massironi. A lui abbiamo chiesto un parere sulla situazione in cui si é venuta a trovare l’Azienda Speciale Pubblica che eroga servizi alla persona per conto dei comuni. Massironi al termine della precedente legislatura, nella primavera dello scorso anno, si è ritirato a vita privata e ora segue le burrascose vicende di Retesalute da semplice spettatore. Anche se è indirettamente coinvolto, in quanto all’epoca dei fatti ricopriva appunto la carica di presidente dell’Assemblea dell’Azienda speciale.

Premesso che non ho notizie dirette ma solo informazioni apprese dagli organi di stampa, quando ho letto del dissesto finanziario in cui versa Retesalute sono rimasto stupito ed amareggiato. I bilanci che ci venivano forniti non mostravano nessuna anomalia e mai avrei immaginato che ci venissero dati “documenti falsi ed elaborati con metodologie e contabilità irregolari” come riferito dal Presidente dell’attuale Consiglio di amministrazione. Quando ho cessato il mio mandato ero parzialmente soddisfatto del risultato raggiunto dalla nostra Azienda Speciale: eravamo riusciti ad ottenere l’aumento del capitale sociale e l’allargamento ai comuni dell’Oggionese. E’ stato un risultato conseguito con il consenso unanime di tutti i Comuni soci, dopo mesi di logoranti trattative tra chi avrebbe voluto dotare Retesalute di maggiori risorse e chi riteneva eccessivo quanto alla fine è stato concordato. Ora però sono scioccato”.

Il nuovo Cda ha individuato un ammanco di circa tre milioni di euro, il precedente Cda secondo lei ha delle responsabilità?
Intanto mi consenta di ringraziare la nuova responsabile amministrativa e contabile, la dottoressa Laura Matiello e il nuovo revisore dei conti di Retesalute, il dottor Stefano Maffi, di aver fatto emergere queste gravissime irregolarità che hanno causato un deficit economico così rilevante. Questo lungo e difficile lavoro ha consentito al nuovo Cda di prendere visione di questa mutata realtà e rendere edotti i comuni soci. Le responsabilità saranno individuate dagli organi competenti, ma a mio parere il precedente Cda e lo stesso Direttore, sono stati certamente fuorviati e condizionati da chi aveva la responsabilità contabile e che presumibilmente ha falsificato le scritture mettendo in mano documenti ed analisi non veritiere. Anche i controlli fatti dai precedenti commercialista e revisore dei conti, probabilmente sono stati lacunosi. I nomi sono noti anche se almeno per ora passano sotto silenzio”.

Quali le cause e come se ne può uscire?
Nell’assemblea di Retesalute del 22 Aprile la presidente del nuovo Cda, l’avvocato Alessandra Colombo ha elencato dettagliatamente quali sono le cause che hanno messo a rischio la sopravvivenza di Retesalute, cito testualmente: “le cause del dissesto sono riconducibili a diverse responsabilità che possono essere riassunte nei seguenti macro-comparti: una modalità errata di contabilizzazione, una confusione nella gestione delle risorse dell'Ambito, una tenuta irregolare della contabilità, la mancata sorveglianza sulla tenuta della contabilità, debolezze professionali nella gestione delle molteplici problematiche, la mancata sorveglianza sulle tariffe e sui centri di costo".  Confusione nella gestione delle risorse dell’Ambito e le prestazione di servizi sottocosto molto probabilmente sono le cause scatenanti delle irregolarità contabili che ne sono derivate, le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Come se ne esce? Non ci sono molte alternative trattandosi un’Azienda speciale non può certo fallire. La soluzione a mio parere è una sola, una volta quantificato il debito da ripianare, è necessario fare un piano di rientro, stabilire la durata e suddividere quanto ogni comune deve versare, in proporzione al numero degli abitanti. Inoltre si dovranno rivedere i costi e i ricavi dei servizi al fine di renderli remunerativi. Ma ripeto, se come sembra non ci sono ammanchi, mi preme sottolineare che se si fosse tenuta una corretta contabilità, in un determinato anno, ci sarebbe stato un primo bilancio in perdita a cui i comuni avrebbero dovuto far fronte e mettere in atto immediatamente le strategie sopra citate. In questo modo non si sarebbero accumulate, anno dopo anno le ingenti perdite che oggi registriamo. E’ ovvio che offrendo servizi sottocosto si creano perdite e in base allo statuto di Retesalute le perdite devono essere ripianate dai soci. Questo significa che al di là delle gravissime responsabilità che comporta la redazione di bilanci non veritieri, le perdite che oggi si registrano, sarebbero state comunque a carico dei comuni soci negli anni pregressi, ovviamente se si fossero lasciati i costi e i ricavi dei servizi inalterati. E’ una considerazione che non mi conforta ma che mi sembra giusto sottolineare per ricondurre questo brutta vicenda in una giusta  dimensione.    
Certo che per i comuni soci è una brutta sorpresa, ma credo che il nuovo Cda coadiuvato dalla responsabile amministrativa e dall’attuale revisore dei conti, insieme a tutti i comuni soci riusciranno a portare fuori dalle secche la nostra Azienda Speciale in modo che possa continuare ad erogare servizi di qualità ai nostri cittadini più fragili
”.

Se le cifre che circolano relativamente al “buco” ammontano realmente a tre milioni di euro, al comune di Merate potrebbe essere chiesto di sborsare qualcosa come trecentomila euro. Una somma certamente importante, che suddivisa in quattro o cinque anni non dovrebbe però avere importanti ripercussioni sul bilancio comunale. Per fortuna Andrea Massironi ha lasciato Palazzo Tettamanti con una situazione economica molto equilibrata e ottimi indici finanziari.
A.Bai.
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