Merate: chiamata dalla Rsa con urgenza visita il padre in fin  di vita. Ma la P.L. multa il marito che l’accompagna in auto ''Non aveva titolo''. Sindaco e Comandante non rispondono

Foto di repertorio di un posto di controllo
Sono trascorsi meno di dieci giorni da quando Cinzia Sinigaglia, che abita a Caponago, in provincia di Monza e Brianza, ha perso il padre. Il dolore per la perdita del papà non riesce però a sopire quel senso di ingiustizia provocato dal verbale che un agente della Polizia Locale di Merate ha elevato nei confronti del marito, per averla accompagnata a salutare per l’ultima volta il padre prima che morisse. Una contravvenzione di 373 euro che non intende comunque pagare e contro la quale sta preparando il ricorso che presenterà al Prefetto di Lecco.
Ma non solo, Cinzia Sinigaglia non ha dubbi, nelle stesse circostanze rifarebbe tutto di nuovo, pur di vedere per un’ultima volta lo sguardo del padre.
Per questo motivo ha deciso di rendere pubblica la lettera che ha inviato al sindaco Massimo Panzeri e al Comandante della Polizia Locale. Una lettera spedita poco meno di dieci giorni fa, ma che ancora oggi non ha ricevuto alcuna risposta. Cinzia Sinigaglia ha messo nero su bianco la sua indignazione e il suo senso di frustrazione che prova chi è convinto di aver subito un’ingiustizia.  “Solo ieri ho ritirato l’urna con le ceneri di mio padre - ha raccontato Cinzia Sinigaglia – potete quindi immaginare il mio stato d’animo, ma nonostante ciò voglio che si sappia quanto mi è capitato. Mio padre avrebbe compiuto cento anni il prossimo mese di agosto e dal 2014 era ricoverato presso la Rsa Villa Serena di Introbio. Da quasi due mesi non lo vedevamo a causa del lockdown, ma eravamo tranquilli in quanto lo sapevamo in buone mani. Purtroppo però il 28 aprile ha avuto un ictus e la situazione è precipitata. Il 30 aprile, intuendo che ormai gli rimaneva poco tempo, la direzione della Rsa ci ha informati che la prognosi era infausta e vista la situazione, osservando tutte le precauzioni del caso, avremmo potuto vedere per l’ultima volta papà. Le lascio immaginare il mio stato emotivo in quelle ore. Secondo l’agente avrei dovuto mettermi al volante sola e da Caponago raggiungere Introbio… Mio marito, vista la situazione, si è offerto di accompagnarmi anche perché ci teneva anche lui a salutare per l’ultima volta papà, che lo aveva sempre considerato come un figlio”.
A quel punto la coppia si è messa in auto, osservando ovviamene tutte le disposizioni imposte dal Dpcm della Fase Uno. Giunti a Introbio, sono stati fatti accedere in una zona filtro e con tutte le precauzioni possibili e immaginabili hanno potuto vedere il loro congiunto.
Quel giorno è successa una cosa che io dico miracolosa. Nonostante la situazione gravissima e l’ictus devastante che gli aveva tolto la parola, mio padre è riuscito con gli occhi, con il sorriso a comunicare brevemente… Per noi è stata un’emozione indescrivibile, dopo due mesi che non lo vedevamo… e ora purtroppo non lo rivedremo più”.
Sulla via del ritorno l’autovettura su cui viaggiava la coppia è stata fermata ad un posto di controllo disposto lungo l’ex Statale all’altezza di Cicognola. Durante il controllo l’agente, nonostante mancassero pochi giorni alla Fase Due, non ha voluto sentire ragioni e ha multato il conducente dell’auto.
“Nel verbale hanno scritto una cosa che non sta né cielo né in terra e cioè che mio marito mi aveva accompagnato a far visita a mio padre, come se si trattasse di una normale visita, ignorando la gravità della situazione. Noi ci siamo subito resi disponibili per dimostrare quello che affermavamo, sarebbe bastato telefonare alla Rsa, ma non c’è stato nulla da fare. Anzi, l’agente ci ha risposto che tanto i direttori delle Rsa sono tutti indagati… Inoltre non capisco che senso abbia far compilare un’autocertificazione se poi quello che scriviamo non viene considerato credibile, a prescindere da ogni verifica”. 
Purtroppo, come era stato previsto dai medici, pochi giorni dopo, il 2 maggio, l’anziano padre è deceduto e lo sdegno per quell’episodio è passato in secondo piano, anche se il primo maggio Cinzia Sinigaglia aveva già inviato la lettera a sindaco e comandante della Polizia locale.
Trovo assurdo quello che è successo - ha concluso comprensibilmente amareggiata la donna - come trovo assurdo non aver ancora ricevuto ad oggi una risposta alla mia lettera. A questo punto presenteremo ricorso, allegando tutta la documentazione sanitaria che dimostra esattamente quello che è successo e il tragico epilogo della vicenda. Una cosa è certa, nella stessa situazione rifarei tutto, anche perché non abbiamo fatto nulla fuori dalle regole.  Per poter vedere l’ultima volta mio padre, i suoi occhi, il suo sguardo… rifarei tutto”.
Inflessibilità con i cittadini anche se colpiti da una tragedia. Proprio negli stessi giorni in cui il Sindaco di Merate liquidava come sciocchezze l’aver consigliato a un cittadino durante una diretta FB di fornire una motivazione diversa da quella vera onde aggirare le norme. Suggerendo tra l’altro di dire che la persona cui fare visita è un amico, mentre nell’elenco dei congiunti l’amico proprio non c’è. Come si fa davanti a tutto ciò ad aver ancora fiducia nelle Istituzioni se neppure il Prefetto ha preso pubblica posizione?

CLICCA QUI per visualizzare la lettera inviata al sindaco Massimo Panzeri e al Comandante della Polizia locale il primo maggio scorso e che a oggi non ha ottenuto nessuna risposta.

Naturalmente lo spazio resta a disposizione per l'eventuale lettera di risposta da parte di sindaco e polizia locale.
A.Bai.
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