Merate: Marcello, barista del Manzoni, in piazza racconta la sua disperazione
Da ormai due mesi non lavora e, a parte i primi 600 euro ricevuti dal Governo, ora il futuro che gli si prospetta è fatto di espedienti.
La chiusura imposta dall'emergenza coronavirus lo ha letteralmente messo in ginocchio e non sa come andare avanti. Affitto, spese di gestione, fornitori da pagare (senza considerare contributi e uno stipendio da accantonare). "Per stare in piedi" ha spiegato "il mio bar ha bisogno di 5mila euro al mese e con entrate pari a zero si accumulano solo debiti".
In vendita, questa mattina davanti al municipio di piazza degli Eroi, ha messo le bugie del Governo, nella speranza di ricavare qualcosa per mantenere la sua famiglia. Una carrellata di cifre, da chi l'ha raccontata più grossa (Conte in questo caso) fino all'omaggio per le "frottole" di Renzi.
Ora la sua famiglia va avanti grazie a qualche decina di euro che riceve da una vicina di casa che gli ha affidato il suo orto da coltivare e dal primo stipendio avuto dalla figlia più grande e che ora rappresenta il sostentamento, fino a quando sarà possibile.
Il futuro per ora Marcello non lo vede. Perchè di prospettive non ce ne sono. Senza aiuti e senza sostegni importanti non ci sono possibilità di andare avanti e aprire vorrebbe dire farlo per accumulare debiti.
La protesta di questa mattina, inframezzata dall'intervento della polizia locale per disperdere le persone che si erano fermate nei pressi della fontana per sentire lo sfogo, ha voluto dare la voce a tutti coloro che in questo momento sono fermi in attesa di ripartire ma senza garanzie per il futuro e con la certezza che ormai quello che è perso non si potrà recuperare. E nessuno aiuterà a farlo.
Marcello Sanvito, padre di tre figli, titolare del Bar Manzoni in centro città è disperato.
Con le partite e gli eventi sportivi, annullati, tra l'altro la situazione per lui è ancora più difficile da recuperare visto che molte delle serate e degli incassi importanti derivavano proprio dalla trasmissione di tali eventi che consentiva di radunare decine di appassionati.
Ora la sua famiglia va avanti grazie a qualche decina di euro che riceve da una vicina di casa che gli ha affidato il suo orto da coltivare e dal primo stipendio avuto dalla figlia più grande e che ora rappresenta il sostentamento, fino a quando sarà possibile.
Il futuro per ora Marcello non lo vede. Perchè di prospettive non ce ne sono. Senza aiuti e senza sostegni importanti non ci sono possibilità di andare avanti e aprire vorrebbe dire farlo per accumulare debiti.
La protesta di questa mattina, inframezzata dall'intervento della polizia locale per disperdere le persone che si erano fermate nei pressi della fontana per sentire lo sfogo, ha voluto dare la voce a tutti coloro che in questo momento sono fermi in attesa di ripartire ma senza garanzie per il futuro e con la certezza che ormai quello che è perso non si potrà recuperare. E nessuno aiuterà a farlo.
S.V.