Merate: per il Maggio Manzoniano 'I promessi congiunti' di Motta

Il 4 maggio dello scorso anno, in un auditorium “Spezzaferri” pienissimo, Vittorio Sgarbi e Stefano Motta inauguravano il Maggio Manzoniano con un sapidissimo scambio di battute sulla morigeratezza di Lucia (“Quanto mai non l’ho data a don Rodrigo!”, chiosava Sgarbi dando voce al pensiero laterale di Lucia), e Motta ci metteva il carico da novanta coi “Promessi Sposi” di Piero Chiara.


Si può ridere di un capolavoro come i “Promessi Sposi”?
A un anno di distanza Stefano Motta lancia una nuova provocazione: sul suo canale youtube pubblica un filmato di 5 minuti, montato come i film muti di una volta, dal titolo “I Promessi Congiunti”. Il riferimento agli equilibrismi lessicali e normativi degli ultimi giorni è fin troppo evidente: sulle vignette dei “Promessi Sposi a fumetti” pubblicati negli anni Ottanta sul Giornalino, Motta costruisce una satirica attualizzazione, che smaschera le contraddizioni dei nostri tempi: così i bravi intimano a don Abbondio che “questa congiunzione non s’ha da fare”, e persino l’Azzeccagarbugli fatica a orientarsi tra i moduli di autocertificazione. E Renzo, che corre a piedi nella Milano deserta per la peste fa la figura del runner capro espiatorio.


Non è la prima volta che il romanzo di Manzoni è oggetto di parodia: pensiamo agli sketch del trio Marchesini-Solenghi-Lopez o ai “Promessi sposi in 10 minuti” del gruppo musicale Oblivion, né è la prima volta che lo stesso Motta strizza l’occhio ai lettori manzoniani sorridendo insieme con loro: negli anni scorsi si è affiancato al famosissimo fumettista Marcello scrivendo la prefazione del suo “Renzo e Lucia” a fumetti e realizzando con lui il diario “A scuola con Ale” per gli studenti del “suo” Collegio Villoresi.
Scriveva Chesterton, l’autore dei racconti di Padre Brown, che “la prova della bontà di una religione è il poter ridere di essa”. “Per certi versi anche il manzonismo è una religione – ci dice Motta – coi suoi adepti e i suoi farisei. Ma proprio perché è buona, si può ridere di Manzoni e soprattutto con Manzoni”.
Su Youtube, intanto, fino a quando non si potrà farlo di nuovo di persona, riempiendo l’auditorium come un anno fa…
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