Se le violazioni delle norme restano impunite crolla la fiducia che ha permesso al Paese di reggere fin qui
Se continua a sussistere l'esercizio obbligatorio dell'azione penale da parte del pubblico ministero ai sensi dell'art. 112 della Costituzione, come recepito negli articoli 50 e 405 c.p.p., cioè l'azione penale diventa obbligatoria quando si ha effettiva "notizia di reato", allora ci aspettiamo l'apertura di un fascicolo a carico di Massimo Augusto Panzeri, da parte della Procura della Repubblica di Lecco.
Le risposte date dal Sindaco di Merate durante una diretta facebook, seguita, secondo quanto dichiarato dal vice sindaco Giuseppe Procopio da "quasi duemila persone", ipotizzano che qualcosa cozza con il codice penale. Ormai non si può più parlare di inesperienza, leggerezza, supponenza quando si invita il cittadino a fornire alle forze dell'ordine una motivazione diversa del proprio spostamento rispetto a quella reale.
E fingere di non sapere non è più possibile.
Già resta inspiegabile la mancanza di provvedimenti da parte della Prefettura, come ha raccontato Panzeri durante il Consiglio comunale, all'evidente violazione delle stringenti norme di sicurezza commessa in occasione della riapertura del centro commerciale ora Spazio Conad. Le foto sono inequivocabili per quanto elementi della Giunta in carica abbiano tentato di far circolare altre foto dove comunque sono ritratti più di due persone, almeno quattro, l'una accanto all'altra in spregio al distanziamento sociale.
Ma ora chiudere nuovamente occhi e orecchi diventa pericoloso. In questi 70 giorni di quarantena obbligatoria si sono ottenuti importanti risultati perché tutti noi abbiano avuto fiducia nelle Istituzioni, pur in presenza di indicazioni spesso confuse e a tratti contraddittorie, osservando con scrupolo le disposizioni imposte dalle Autorità politiche, nazionali e regionali, su suggerimento dei Comitati scientifici. La fiducia è stata sin qui l'elemento decisivo, quello che ha fatto la differenza. Se viene meno si innesca un pericolo non inferiore a quello rappresentato dal coronavirus.
L'evidenza di comportamenti contrari alla legge, se restano impuniti, può ingenerare il convincimento che le norme sono scritte in modo da essere facilmente infrante. Se entra in circolo questo convincimento è la fine della fiducia. E a quel punto l'intera impalcatura che ha retto il sistema Paese per più di due mesi di quarantena assoluta, con sacrifici e perdite drammatiche, crolla.
Con tutti i danni che si possono bene immaginare.
Le risposte date dal Sindaco di Merate durante una diretta facebook, seguita, secondo quanto dichiarato dal vice sindaco Giuseppe Procopio da "quasi duemila persone", ipotizzano che qualcosa cozza con il codice penale. Ormai non si può più parlare di inesperienza, leggerezza, supponenza quando si invita il cittadino a fornire alle forze dell'ordine una motivazione diversa del proprio spostamento rispetto a quella reale.
E fingere di non sapere non è più possibile.
Già resta inspiegabile la mancanza di provvedimenti da parte della Prefettura, come ha raccontato Panzeri durante il Consiglio comunale, all'evidente violazione delle stringenti norme di sicurezza commessa in occasione della riapertura del centro commerciale ora Spazio Conad. Le foto sono inequivocabili per quanto elementi della Giunta in carica abbiano tentato di far circolare altre foto dove comunque sono ritratti più di due persone, almeno quattro, l'una accanto all'altra in spregio al distanziamento sociale.
Ma ora chiudere nuovamente occhi e orecchi diventa pericoloso. In questi 70 giorni di quarantena obbligatoria si sono ottenuti importanti risultati perché tutti noi abbiano avuto fiducia nelle Istituzioni, pur in presenza di indicazioni spesso confuse e a tratti contraddittorie, osservando con scrupolo le disposizioni imposte dalle Autorità politiche, nazionali e regionali, su suggerimento dei Comitati scientifici. La fiducia è stata sin qui l'elemento decisivo, quello che ha fatto la differenza. Se viene meno si innesca un pericolo non inferiore a quello rappresentato dal coronavirus.
L'evidenza di comportamenti contrari alla legge, se restano impuniti, può ingenerare il convincimento che le norme sono scritte in modo da essere facilmente infrante. Se entra in circolo questo convincimento è la fine della fiducia. E a quel punto l'intera impalcatura che ha retto il sistema Paese per più di due mesi di quarantena assoluta, con sacrifici e perdite drammatiche, crolla.
Con tutti i danni che si possono bene immaginare.
Claudio Brambilla