Spreafico/PD: 5 idee per un futuro locale più competitivo
Sta cambiando la fase politica in Lombardia e in Italia , mentre l’economia continua ad essere in difficoltà ed i timidi segni di ripresa (anche quelli locali), se non accompagnati da misure di sostegno nazionale, non riusciranno a farci stare meglio.
Lecco è in una fase di stallo e non condivido l’ottimismo con il quale le statistiche ci danno in ripresa. Preferisco utilizzarle per inventarci significativi interventi strutturali capaci di dare una prospettiva nuova al territorio. Cioè alcune grandi idee sulle quali concentrare l’azione di sistema e le energie di tutti, superando divisioni e gelosie di campanile. Mi permetto di ricordarne e proporne alcune a cui peraltro, da tempo, sto lavorando e sulle quali ho notato finalmente un forte interesse:
1. Fare entrare il Lario nella filiera dei produttori delle energie rinnovabili con un progetto pilota europeo che possa essere usato anche su altri laghi alpini. La tecnologia idrotermica delle pompe di calore è praticabile in tempi brevi, non ha controindicazioni ambientali ed economiche ed apre una nuova opportunità di sviluppo sul lago per i Comuni rivieraschi, il Consorzio del Lario capofila mentre Villa Monastero potrebbe ospitare la direzione scientifica.
2. Rivedere le norme legislative sulla competenza ed il coinvolgimento del territorio nella gestione dei livelli del Lario, ottenendo un ruolo di governo del sistema locale ed un maggiore ritorno economico legato in particolare alle nuove concessioni per produrre energia con l’idrotermia. Per riuscirci serve una proposta di legge al Parlamento nazionale per rivedere le leggi risalenti a settanta anni fa sulla diga di Olginate.
3. Regionalizzazione del trasporto lacuale come progetto pilota lombardo, visto che il Lario è l’unico lago interamente regionale, concentrando una parte delle nuove risorse per concessioni idroelettriche ed idrotermiche a sostegno dei costi di gestione della operazione.
4. Realizzazione della Pedemontana ferroviaria briantea partendo dalla riqualificazione della linea Lecco-Molteno-Monza (sulla quale stanno arrivando i nuovi treni ecodiesel) e realizzando la gronda alta ferroviaria Lecco-Molteno-Como quale sbocco in tempi brevi verso la linea AlpeTransit e Malpensa. Diversamente resteremo con il sogno del collegamento stradale e la certezza che la Pedemontana ferroviaria sarà la Seregno-Bergamo. Se si devono fare alleanze con le province limitrofe deve essere chiaro il nostro obiettivo che non è quello di allungare la metropolitana fino a Besana.
5. Massimizzare il ritorno su scala turistica e commerciale del progetto “Grande ciclismo a Lecco” che nel 2011 e 2012 ci proietta in 160 paesi grazie alla copertura televisiva di RCS per il Giro di Lombardia e per il Giro d’Italia, a cui si aggiunge il meeting nazionale dei giovani ciclisti che ci porterà circa 10.000 persone. Questi sono i biglietti da visita per il nostro ingresso in Expo 2015.
Dobbiamo cioè dare immagine e sostanza all’idea di un territorio aggressivo ed aperto ai rapporti internazionali ed istituzionali che non intende subire l’offensiva competitiva dei confinanti. Anche e soprattutto in questo modo si contrastano le crisi industriali contro le quali diversamente ci resta solo un’azione di perdente tamponamento.
Lecco è in una fase di stallo e non condivido l’ottimismo con il quale le statistiche ci danno in ripresa. Preferisco utilizzarle per inventarci significativi interventi strutturali capaci di dare una prospettiva nuova al territorio. Cioè alcune grandi idee sulle quali concentrare l’azione di sistema e le energie di tutti, superando divisioni e gelosie di campanile. Mi permetto di ricordarne e proporne alcune a cui peraltro, da tempo, sto lavorando e sulle quali ho notato finalmente un forte interesse:
1. Fare entrare il Lario nella filiera dei produttori delle energie rinnovabili con un progetto pilota europeo che possa essere usato anche su altri laghi alpini. La tecnologia idrotermica delle pompe di calore è praticabile in tempi brevi, non ha controindicazioni ambientali ed economiche ed apre una nuova opportunità di sviluppo sul lago per i Comuni rivieraschi, il Consorzio del Lario capofila mentre Villa Monastero potrebbe ospitare la direzione scientifica.
2. Rivedere le norme legislative sulla competenza ed il coinvolgimento del territorio nella gestione dei livelli del Lario, ottenendo un ruolo di governo del sistema locale ed un maggiore ritorno economico legato in particolare alle nuove concessioni per produrre energia con l’idrotermia. Per riuscirci serve una proposta di legge al Parlamento nazionale per rivedere le leggi risalenti a settanta anni fa sulla diga di Olginate.
3. Regionalizzazione del trasporto lacuale come progetto pilota lombardo, visto che il Lario è l’unico lago interamente regionale, concentrando una parte delle nuove risorse per concessioni idroelettriche ed idrotermiche a sostegno dei costi di gestione della operazione.
4. Realizzazione della Pedemontana ferroviaria briantea partendo dalla riqualificazione della linea Lecco-Molteno-Monza (sulla quale stanno arrivando i nuovi treni ecodiesel) e realizzando la gronda alta ferroviaria Lecco-Molteno-Como quale sbocco in tempi brevi verso la linea AlpeTransit e Malpensa. Diversamente resteremo con il sogno del collegamento stradale e la certezza che la Pedemontana ferroviaria sarà la Seregno-Bergamo. Se si devono fare alleanze con le province limitrofe deve essere chiaro il nostro obiettivo che non è quello di allungare la metropolitana fino a Besana.
5. Massimizzare il ritorno su scala turistica e commerciale del progetto “Grande ciclismo a Lecco” che nel 2011 e 2012 ci proietta in 160 paesi grazie alla copertura televisiva di RCS per il Giro di Lombardia e per il Giro d’Italia, a cui si aggiunge il meeting nazionale dei giovani ciclisti che ci porterà circa 10.000 persone. Questi sono i biglietti da visita per il nostro ingresso in Expo 2015.
Dobbiamo cioè dare immagine e sostanza all’idea di un territorio aggressivo ed aperto ai rapporti internazionali ed istituzionali che non intende subire l’offensiva competitiva dei confinanti. Anche e soprattutto in questo modo si contrastano le crisi industriali contro le quali diversamente ci resta solo un’azione di perdente tamponamento.
Carlo Spreafico