Merate, dr. de Gioia: suggerire di fornire alle Forze dell’ordine false giustificazioni ipotizza il reato di istigazione a delinquere

Il dottor Valerio de Gioia
Sulla vicenda delle risposte date dal signor Sindaco di Merate ad alcuni cittadini nel corso della diretta FB sono piovute, come era prevedibile, le prese di posizione dei lettori. La maggior parte di critica ma qualcuna anche di condivisione su quanto ha detto Massimo Panzeri. Per quanto ci riguarda abbiamo come sempre esercitato il diritto di cronaca laddove ci è parso di cogliere una notizia. Senza pregiudizio alcuno. Non avendo che pochi rudimenti di diritto abbiamo chiesto un parere, non tanto sulla specifica vicenda, ma in generale in fattispecie analoghe al dottor Valerio de Gioia, giudice penale presso il Tribunale di Roma, autore del Dossier "Reati (reali) e processi (virtuali) da Covid-19", edito da LaTribuna.


Dottor de Gioia, in astratto, suggerire tramite un social ai cittadini di dare false indicazioni alle forze dell'Ordine circa le ragioni che giustificano lo spostamento integra un reato?

"Potrebbe far ipotizzare il reato di istigazione a delinquere che punisce, con la pena della reclusione da uno a cinque anni, chiunque istiga pubblicamente - quindi anche tramite social - a commettere delitti. Nel caso di specie, la falsa attestazione sui moduli di autocertificazione dei motivi che giustificano l'uscita rende il dichiarante responsabile del reato di cui all'art. 483 cod. penale. Se l'istigazione viene accolta, poi, l'istigatore risponde, in concorso, anche del reato di falso".


Se a farlo è un esponente delle Istituzioni come un sindaco di un comune cosa cambia?

"Ebbene, in questo caso può essere contestata la circostanza aggravante di cui all'art. 61, n. 9, cod. penale che porta all'aumento di pena laddove il fatto sia stato posto in essere con abuso di poteri o con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione o a un pubblico servizio; è sufficiente che la qualifica abbia reso possibile o semplicemente facilitato la condotta criminosa".

 

E con questa testimonianza siamo certi di aver assolto al nostro dovere di informare correttamente i cittadini.

Luisa Biella
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.