Coronavirus: cambiare strategia di guerra potenziando la sanità pubblica territoriale e effettuando tamponi a chiunque manifesti anche una minima sintomatologia

Dario Perego, medico di medicina generale
Caro Direttore,

quando la situazione diventa ogni giorno più coinvolgente e più insopportabile non è possibile non dare voce non solo alle proprie considerazioni ma alle richieste ed agli appelli di molte di quelle Persone che stanno vivendo il dramma di questa pandemia.

Persone. Lo scrivo con la P maiuscola perché le stesse non vengano trasformate in statistiche e numeri; dietro ogni unità c'è una storia, un mondo di rapporti, un equilibrio familiare stravolto, un'emergenza sociale di solitudine e abbandono, un bisogno disperato di aiuto che magari non arriva.

Non arriva perché il sistema non ce la fa; il sistema è saturo e oltre.

Sono al collasso tutti gli Ospedali; è difficilissimo trovare un posto in terapia intensiva; si devono prendere decisioni drammatiche; il personale sanitario è allo stremo delle forze fisiche e psichiche (e Dio solo sa quanto siamo loro grati); in alcune realtà non ci sono nemmeno strumenti adeguati di protezione; e intanto il virus continua ad allargare il suo territorio di conquista.

Se questa è una guerra bisogna prendere decisioni e misure che corrispondano al momento e che siano quindi "strategicamente" efficaci.

I casi di contagio che vengono ufficialmente dati ogni giorno non sono reali: non tengono conto di quell'innumerevole ed incalcolato sommerso di positività al virus che è distribuito sul territorio e che non ha la possibilità di una verifica certa che si chiama tampone.

E' possibile che per fare una radiografia al torace si debbano interpellare più strutture, che non siano i P.S. degli ospedali, per trovare quella che si rende disponibile ad effettuarla?

Nella ricca e prosperosa Lombardia accade tutto questo!

Non è possibile contrastare ed arginare questo disastro caricando tutta la responsabilità sulla tenuta degli Ospedali per quanto moderni ed efficienti siano come lo sono quelli della nostra Regione.

Occorre forse rivedere le strategie di questa guerra!

Ho avuto modo di ascoltare il parere autorevole e fondato del prof. Ricciardi membro dell'OMS.

C'è bisogno di una svolta: i tamponi vanno fatti a tutti coloro che manifestano anche una minima sintomatologia riferibile al contagio da coronavirus così da poter individuare, monitorare e controllare ogni possibile focolaio.

Una volta accertata la positività dobbiamo controllare gli spostamenti del paziente? Facciamolo.

La maggioranza dei cittadini lo chiede.

Probabilmente va rivista e riprogrammata la politica sanitaria della nostra Regione non togliendo niente alla efficienza della nostra rete ospedaliera ma potenziando una sanità pubblica sul territorio che possa, agendo capillarmente e preventivamente, alleggerire l'ospedalizzazione.

Ma sono cose che vedremo in tempo di pace.

Ora bisogna comunque far fronte a questa emergenza e credo lo si debba fare innanzitutto mettendo gli operatori sanitari nelle condizioni di operare in tutta sicurezza: sia che lavorino negli Ospedali che sul Territorio.

Anche i Medici di Base stanno pagando un grosso tributo; dotati di mezzi di protezione spesso insufficienti.

Non è questo il tempo delle polemiche.

Non può essere questo il tempo delle contrapposizioni politiche.

Questo è il tempo del confronto e della collaborazione e ognuno deve fare e poter fare la sua parte.

Con dedizione, con consapevolezza, con competenza.

 

dr. Dario Perego
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